Codice Civile art. 15 - Revoca dell'atto costitutivo della fondazione.Revoca dell'atto costitutivo della fondazione. [I]. L'atto di fondazione può essere revocato dal fondatore fino a quando non sia intervenuto il riconoscimento, ovvero il fondatore non abbia fatto iniziare l'attività dell'opera da lui disposta. [II]. La facoltà di revoca non si trasmette agli eredi. InquadramentoSi è visto che la fondazione si costituisce mediante un negozio unilaterale non recettizio e può anche essere costituita mediante un negozio mortis causa come il testamento. L'art. 15 ammette la revoca dell'atto di fondazione, istituendo un diritto in tal senso in capo al fondatore. Si tratta, però, di una facoltà sottoposta a termine: infatti, l'atto di fondazione non è più revocabile una volta che sia intervenuto il riconoscimento; in ogni caso, non è revocabile allorché il fondatore abbia fatto iniziare l'attività dell'opera da lui disposta. In questo caso, è possibile registrare una sorta di rinuncia tacita alla revoca (Cerrina Feroni G., 50): ciò vuol dire che, atteso il regime di rinunciabilità, al potere di revoca il fondatore potrebbe pure espressamente rinunciare. Una ipotesi di irrevocabilità per ragioni logiche è la intervenuta integrale spendita del patrimonio. L'irrevocabilità può, quindi, intervenire anche prima del riconoscimento: che esso operi come condizione sospensiva o condizione risolutiva, comunque il diritto alla revoca è suscettibile di estinzione nelle more. In itinere, in attesa del riconoscimento, la fondazione non è ancora soggetto del diritto: solo il riconoscimento formale trasforma il patrimonio destinato in una soggettività organizzata e amministrata; tant'è che, in attesa di riconoscimento, l'art. 3 disp. att. ammette la possibilità di nominare un amministratore provvisorio. Atto di revocaIl negozio di fondazione, in quanto negozio unilaterale non recettizio, è, per principio, revocabile (Ferrara F., in Tr. Vas., 1958, 244). La revoca è atto che fa venir meno l'efficacia dell'atto costitutivo ed è ostativa alla nascita della fondazione. Il diritto alla revoca è personale, sicché non si trasmette agli eredi. Nel caso in cui l'atto costitutivo sia contenuto in un testamento, la revoca è implicita ove la scheda testamentaria venga revocata; la revoca è espressa, ove il fondatore revochi solo quella parte di testamento che include l'ente amministrativo (Petrelli G., 548). Se la revoca interviene per atto inter vivos, essa va fatta con atto pubblico, anche se, sul punto, si registrano voci contrarie in Dottrina. Estinzione del diritto di revocaLa facoltà di revoca è personale e, pertanto, il diritto a revocare la fondazione si estingue con la morte del fondatore: si tratta di un diritto personale non trasmissibile agli eredi. Nel caso in cui il fondatore, dopo la costituzione, diventi incapace, deve ritenersi che, nei limiti di cui all'art. 15, la revoca possa essere promossa dal rappresentante designato dal giudice tutelare, ossia il tutore o l'amministratore di sostegno. In particolare, quanto a tale ultima figura protettiva, alla luce di una interpretazione sistematica ed evolutiva, deve ammettersi la possibilità per l'amministratore di sostegno, qualora nominato (ed esclusi i casi di conflitto di interessi), di coadiuvare o affiancare la persona bisognosa nella espressione della propria volontà, preservandola da eventuali pressioni o ricatti esterni, anche relativamente al compimento di atti personalissimi, come ritenuto da una giurisprudenza di merito avanzata che lo ha autorizzato, previo intervento del giudice tutelare, a proporre ricorso per separazione personale o per cessazione degli effetti civili del matrimonio del beneficiario (v. es., Cass. n. 14794/2014). Il diritto a revocare la fondazione non si trasmette agli eredi: è risalente e consolidato, al riguardo, il pensiero giurisprudenziale che esclude deroghe a tale assunto affermando che «la facoltà di revocare il negozio di fondazione non può essere trasmessa agli eredi del fondatore in quanto ha carattere personale» (Cass. n. 2701/1942). Nel caso in cui l'atto costitutivo sia incluso in un testamento, la revoca può operare, per quanto si è già detto, liberamente anche perché il riconoscimento non può essere richiesto finché il testatore è in vita (Sesta M., 2011, 39). La revoca non può più intervenire ove il fondatore abbia fatto iniziare l'attività dell'opera da lui disposta: questa regola trova giustificazione nel fatto che, una volta che l'opera abbia iniziata la sua attività, non rimane più nella sfera del fondatore ma, interessando ormai la generalità dei cittadini, non può essere distrutta ad arbitrio dei privati (Cass. n. 2130/1959). Il diritto a revocare la fondazione non sorge affatto ove il fondatore, nell'atto costitutivo, abbia sancito l'irrevocabilità del negozio (Galgano, 275). BibliografiaBarba A., Pagliantini S. (a cura di), Commentario del codice civile, Torino, 2014; Casetta, Manuale di diritto amministrativo, Milano, 2014; Cendon (a cura di), Commentario al codice civile. Artt. 1 - 142, Milano, 2009; Cerrina Feroni G., Fondazione e banche. Modelli ed esperienze in Europa e negli Stati Uniti, Torino, 2011; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Galgano, Trattato di Diritto Civile, Padova, 2014; Iorio, Le trasformazioni eterogenee e le fondazioni, Milano, 2010; Lipari, Diritto Civile, Milano, 2009; Perlingieri P., Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Petrelli G., Formulario notarile commentato, Milano, 2011; Sarale, Trasformazione e continuità dell'impresa, Milano, 1996, 88; Sesta M., Codice delle successioni e donazioni, I, Milano, 2011; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015;. Zoppini, Le fondazioni, Napoli, 1995. |