Codice Civile art. 16 - Atto costitutivo e statuto. Modificazioni.Atto costitutivo e statuto. Modificazioni. [I]. L'atto costitutivo e lo statuto devono contenere la denominazione dell'ente, l'indicazione dello scopo, del patrimonio e della sede [46], nonché le norme sull'ordinamento e sulla amministrazione. Devono anche determinare, quando trattasi di associazioni, i diritti e gli obblighi degli associati e le condizioni della loro ammissione; e, quando trattasi di fondazioni, i criteri e le modalità di erogazione delle rendite. [II]. L'atto costitutivo e lo statuto possono inoltre contenere le norme relative alla estinzione dell'ente [27] e alla devoluzione del patrimonio [31], e, per le fondazioni, anche quelle relative alla loro trasformazione [28] (1). (1) L'articolo recava un terzo comma abrogato dall'art. 11 d.P.R. 10 febbraio 2000, n. 361, che recitava: «Le modificazioni dell'atto costitutivo e dello statuto devono essere approvate dall'autorità governativa nelle forme indicate nell'articolo 12». InquadramentoL'art. 16 enuclea il contenuto dell'atto costitutivo e dello statuto degli enti. Atto costitutivo e statuto dell'associazione devono contenere la denominazione dell'ente, l'indicazione dello scopo, del patrimonio e della sede, nonché le norme sull'ordinamento e sull'amministrazione. Devono anche determinare i diritti e gli obblighi degli associati e le condizioni della loro ammissione. Atto costitutivo e statuto della fondazione devono contenere la denominazione dell'ente, l'indicazione dello scopo, del patrimonio e della sede, nonché le norme sull'ordinamento e sull'amministrazione. Devono anche determinare i criteri e le modalità di erogazione delle rendite e possono contenere le norme relative alla loro trasformazione. Per entrambe le tipologie di persone giuridiche, l'atto costitutivo e lo statuto possono inoltre contenere le norme relative alla estinzione dell'ente e alla devoluzione del patrimonio. Le modificazioni dello statuto e dell'atto costitutivo sono approvate con le modalità e nei termini previsti per l'acquisto della personalità giuridica dall'art. 1 d.P.R. n. 361/2000). Alla domanda sono allegati i documenti idonei a dimostrare la sussistenza dei requisiti previsti dall'art. 21, comma 2. Per le fondazioni, alla domanda è allegata la documentazione necessaria a comprovare il rispetto delle disposizioni statutarie inerenti al procedimento di modifica dello statuto (art. 2 d.P.R. n. 361/2000 cit.). Costituzione dell'ente e suo statutoLa norma di cui all'art. 16, introduce il regime giuridico legale con riferimento sia allo statuto che all'atto costitutivo. Come si è già evidenziato, tuttavia, da un punto di vista morfologico, la nascita dell'ente tra linfa comunque da un unico negozio ossia il contratto di associazione o il negozio di fondazione. Come hanno segnalato gli Autori, la lettera della disposizione normativa si deve, probabilmente, alla prassi invalsa nelle prassi commerciali di depositare, al momento della richiesta di riconoscimento, due distinti documenti negoziali: l'atto di costituzione e lo statuto (Cian, Trabucchi, 106). In merito ai contenuti necessari, taluni hanno carattere generale e sono quindi richiesti sia per le associazioni che per le fondazioni. Elemento comune, generale e necessario, è la denominazione che deve avere carattere distintivo ed apprezzarsi per novità: si tratta, di fatto, del “nome” dell'ente che, come tale, potrà essere tutelato e protetto ai sensi dell'art. 7 (Ferrara F., in Tr. Vas., 1958, 304). La giurisprudenza, sovente, in luogo dell'art. 7, ha applicato, in via analogica, l'art. 2564 per la ditta (v. Cass. n. 74/1988). Ulteriore elemento necessario è la sede ossia il luogo in cui l'ente ha il centro principale dei propri interessi, coincidente, in genere, con una postazione immobiliare ove si svolgono le attività di direzione e coordinamento. Il negozio costitutivo deve anche indicare il patrimonio che deve essere adeguato e sufficiente per la realizzazione dello scopo. Proprio “lo scopo” dell'ente è ulteriore elemento da indicare in modo specifico non ammettendosi locuzioni eccessivamente generiche (Cass. n. 1806/1997). Infine, atto costitutivo e statuto devono indicare le regole sull'ordinamento e sull'amministrazione: queste norme si traducono, in primis, nella individuazione degli organi dell'ente che, in genere, sono l'assemblea e gli amministratori. Gli atti di costituzione, devono anche determinare, quando trattasi di associazioni, i diritti e gli obblighi degli associati e le condizioni della loro ammissione: si fa riferimento, in particolare, al diritto di voto, il diritto di impugnare le delibere assembleari, la facoltà di recedere, etc. La costituzione e lo statuto della fondazione, invece, devono indicare i criteri e le modalità di erogazione delle rendite. La giurisprudenza ha avuto modo di chiarire che ogni negozio istitutivo di fondazione, ai fini della sua validità ed efficacia, deve contenere, ai sensi dell'art. 16, la determinazione, operata dal fondatore e da costui non demandabile a terzi, dello scopo, non generico ed imprecisato, assegnato all'ente erigendo. Tale principio trova applicazione anche nell'ipotesi di fondazione disposta con testamento, mentre non è causa di invalidità della volontà testamentaria la mancanza di una normazione inerente al governo dell'ente, poiché le disposizioni al riguardo possono essere dettate dalla autorità amministrativa oppure da persona all'uopo designata dal testatore (Cass. n. 1806/1997). Contenuti eventuali. ModificazioniL'atto costitutivo e lo statuto possono contenere le norme relative alla estinzione dell'ente e alla devoluzione del patrimonio, e, per le fondazioni, anche quelle relative alla loro trasformazione: si tratta del contenuto cd. eventuale che può trovare spazio nel negozio istitutivo dell'ente ma che non ne rappresenta una condicio sine qua non. L'ente può apportare modificazioni allo statuto o all'atto costitutivo ma seguendo lo stesso iter necessario per il riconoscimento e, dunque, previa approvazione della manipolazione da parte della p.a. Ci si chiede se anche il negozio di fondazione possa essere modificato: la dottrina tende a pronunciarsi in senso negativo posto che gli amministratori non avrebbero la facoltà di manipolare quanto stabilito dal fondatore; la giurisprudenza è di contrario avviso e predica la legittimità delle modiche apportate allo statuto di una fondazione, purché non pregiudichino il fine impresso al patrimonio dal suo costituente (Cons. Stato n. 123/1996). FondazioniCon riferimento alle fondazioni l'opinione prevalente è stata storicamente incline a considerare molto ristretti i limiti di modificabilità. Per le fondazioni, diversamente dalle associazioni, si deve tener conto infatti della esigenza di rispettare nel massimo grado possibile la volontà del fondatore e, conseguentemente, di non mettere a rischio il perseguimento dello scopo proprio della fondazione. Le fondazioni, infatti, una volta istituite e riconosciute quali persone giuridiche non possono essere revocate neanche dal fondatore (art. 15) e, in ogni caso, non possiedono per loro natura gli strumenti per poter influire sulle scelte fondative. Tuttavia, la stessa formulazione dell'art. 16, che non limita la possibilità di introdurre modificazioni dell'atto costitutivo e dello statuto alle sole associazioni, ha indotto a ritenere che un margine di modificabilità debba sussistere. Evidentemente, deve trattarsi di modificazioni coerenti con lo scopo e anzi finalizzate a migliorare il suo perseguimento. Conferma a tale impostazione è venuta dal d.P.R. n. 361/2000, che all'art. 2, comma 3, stabilisce che «per le fondazioni, alla domanda è allegata la documentazione necessaria a comprovare il rispetto delle disposizioni statutarie inerenti al procedimento di modifica dello statuto» (in questi termini, v. Cons. St., parere 11 luglio 2018 n. 862). InterpretazioneLo “statuto” è un atto negoziale espressione di autonomia privata, non partecipe della natura del provvedimento di riconoscimento della personalità giuridica; ne consegue che la sua interpretazione va condotta alla stregua dei criteri indicati dagli artt. 1362 ss., sulla base di un accertamento di fatto rimesso al giudice di merito, sindacabile in cassazione entro i limiti di cui all'art. 360, comma 1, n. 5, c.p.c. e art. 360, comma 1, n. 3, c.p.c., per violazione dei citati canoni di ermeneutica contrattuale (Cass. n. 16409/2017). BibliografiaBarba A., Pagliantini S. (a cura di), Commentario del codice civile, Torino, 2014; Casetta, Manuale di diritto amministrativo, Milano, 2014; Cendon (a cura di), Commentario al codice civile. Artt. 1 - 142, Milano, 2009; Cerrina Feroni G., Fondazione e banche. Modelli ed esperienze in Europa e negli Stati Uniti, Torino, 2011; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Galgano, Trattato di Diritto Civile, Padova, 2014; Iorio, Le trasformazioni eterogenee e le fondazioni, Milano, 2010; Lipari, Diritto Civile, Milano, 2009; Perlingieri P., Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Petrelli G., Formulario notarile commentato, Milano, 2011; Sarale, Trasformazione e continuità dell'impresa, Milano, 1996, 88; Sesta M., Codice delle successioni e donazioni, I, Milano, 2011; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015;. Zoppini, Le fondazioni, Napoli, 1995. |