Codice Civile art. 22 - Azioni di responsabilità contro gli amministratori.

Giuseppe Buffone
aggiornato da Annachiara Massafra

Azioni di responsabilità contro gli amministratori.

[I]. Le azioni di responsabilità contro gli amministratori delle associazioni per fatti da loro compiuti sono deliberate dall'assemblea e sono esercitate dai nuovi amministratori o dai liquidatori [2393, 2941 n. 7].

Inquadramento

Gli amministratori sono gli organi competenti a gestire e rappresentare l'associazione (Bianca C. M., 2014, 148). Sia che si tratti di associazione, sia che si tratti di fondazione, in entrambi i casi è ipotizzabile una responsabilità dell'amministratore che, per quanto si è già detto, si configura secondo le norme del mandato (v. art. 18); la responsabilità degli amministratori verso l'ente ha natura contrattuale ed è solidale (Perlingieri P., 134). L'art. 22 si occupa di regolare le deliberazioni con cui si decide di agire contro gli amministratori per far valere la loro responsabilità: secondo la norma in esame, le azioni di responsabilità contro gli amministratori delle associazioni per fatti da loro compiuti sono deliberate dall'assemblea e sono esercitate dai nuovi amministratori o dai liquidatori. È chiaro che l'amministratore verso il quale sia attivata una procedura di responsabilità non può rappresentare l'ente: da qui la previsione che sia il nuovo amministratore a intervenire o il liquidatore. In ogni caso, l'azione può essere promossa solo se deliberata dalla assemblea e, dunque, la decisione costitutiva dell'azione è dell'organo assembleare.

Se l'azione di responsabilità contro gli amministratori delle associazioni è deliberata dall'assemblea, del pari la rinuncia all'azione compete all'assemblea stessa e non ad altri organi, quali ad esempio il presidente (Cass. n. 2437/1962).

Regime giuridico

L'art. 22 non indica quale sia il quorum necessario per approvare la deliberazione che promuove il giudizio di responsabilità contro gli amministratori. Occorre, dunque, attingere al bacino del regime generale, previsto dall'art. 21 comma 1: le deliberazioni possono, quindi, essere prese a maggioranza di voti e con la presenza di almeno la metà degli associati. In seconda convocazione la deliberazione è valida qualunque sia il numero degli intervenuti. Per diretta previsione del menzionato art. 21, nelle deliberazioni che riguardano la loro responsabilità, gli amministratori non hanno voto: è evidente il fondamento della regola ossia la sussistenza di un conflitto di interessi. La dottrina è in genere allineata nella lettura della previsione qui in commento e afferma che, in mancanza di uno specifico chiarimento, per assumere la deliberazione è sufficiente la maggioranza semplice ordinaria (Tamburrino, in Comm. Utet, 1997, 314). Il diritto al risarcimento del danno conseguente all'illecito dell'amministratore è disponibile: ne consegue che l'assemblea può anche deliberare di rinunciare alla relativa azione ma soprattutto può pervenire a una transazione con il responsabile, eventualmente anche ricorrendo a una procedura stragiudiziale di composizione bonaria del conflitto (es. mediazione civile ex d.lgs. n. 28/2010 o negoziazione assistita, ex  l. n. 162/2014). La competenza per l'azione di responsabilità spetta all'assemblea ma l'esercizio è dei nuovi amministratori o dei liquidatori. Ciò nondimeno, ove l'amministratore abbia commesso ai danni del singolo associato un fatto doloso o colposo, è ammissibile anche una azione individuale del singolo leso contro l'autore del fatto illecito: in questo caso, secondo la dottrina, la responsabilità è, però, extracontrattuale (Barba A., Pagliantini S, § 22). In punto di competenza giurisdizionale, sia nel caso in cui si tratti di azione dell'ente, sia là dove si tratti di actio ex art. 2043, la competenza è del Tribunale ordinario e non anche della Corte dei Conti.

Azione verso gli amministratori

La norma di cui all'art. 22, in caso di azione di responsabilità contro gli amministratori, prevede che l'esercizio della medesima sia rimesso ai nuovi amministratori oppure ai liquidatori. Ci si chiede, dunque, se la relativa deliberazione implichi, automaticamente, la revoca degli amministratori in carica. Il parallelismo è con l'art. 2393 (in materia di società) che, al comma 5, recita che la deliberazione dell'azione di responsabilità importa la revoca dall'ufficio degli amministratori contro cui è proposta, purché sia presa con il voto favorevole di almeno un quinto del capitale sociale. In questo caso, l'assemblea provvede alla sostituzione degli amministratori. La specificità della disposizione e la sua cristallizzazione nel regime delle società esclude che possa ritenersi applicabile analogicamente alle associazioni; quivi, dunque, certamente però con la stessa deliberazione che promuove la responsabilità potrà essere disposta la revoca degli amministratori.

Bibliografia

Barba A., Pagliantini S. (a cura di), Commentario del codice civile, Torino, 2014; Casetta, Manuale di diritto amministrativo, Milano, 2014; Cendon (a cura di), Commentario al codice civile. Artt. 1 - 142, Milano, 2009; Cerrina Feroni G., Fondazione e banche. Modelli ed esperienze in Europa e negli Stati Uniti, Torino, 2011; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Galgano, Trattato di Diritto Civile, Padova, 2014; Iorio, Le trasformazioni eterogenee e le fondazioni, Milano, 2010; Lipari, Diritto Civile, Milano, 2009; Perlingieri P., Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Petrelli G., Formulario notarile commentato, Milano, 2011; Sarale, Trasformazione e continuità dell'impresa, Milano, 1996, 88; Sesta M., Codice delle successioni e donazioni, I, Milano, 2011; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015;. Zoppini, Le fondazioni, Napoli, 1995.

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