Codice Civile art. 31 - Devoluzione dei beni.Devoluzione dei beni. [I]. I beni della persona giuridica, che restano dopo esaurita la liquidazione, sono devoluti in conformità dell'atto costitutivo o dello statuto [16]. [II]. Qualora questi non dispongano, se trattasi di fondazione, provvede l'autorità governativa, attribuendo i beni ad altri enti che hanno fini analoghi; se trattasi di associazione, si osservano le deliberazioni della assemblea che ha stabilito lo scioglimento [21 3] e, quando anche queste mancano, provvede nello stesso modo l'autorità governativa. [III]. I creditori che durante la liquidazione non hanno fatto valere il loro credito possono chiedere il pagamento a coloro ai quali i beni sono stati devoluti, entro l'anno dalla chiusura della liquidazione [2964 ss.], in proporzione e nei limiti di ciò che hanno ricevuto [2312, 2324, 2495 2]. InquadramentoPer effetto della estinzione della persona giuridica, si apre la fase di liquidazione, la cui funzione essenziale è quella di convertire in denaro il patrimonio, al fine dell'integrale pagamento dei debiti dell'ente (Cendon, 730). In caso di eccedenza di patrimonio rispetto alle passività, si apre la fase (eventuale) della devoluzione, regolata dall'art. 31. Durante questa fase, i commissari liquidatori possono rivolgere istanze alla Pubblica Amministrazione competente, ai sensi dell'art. 15 disp. att.: autorità competente, come noto, non è più l'autorità governativa in quanto le funzioni amministrative già attribuite ad essa dalle norme del capo II, titolo II, libro I del codice civile, sono oggi esercitate dalle prefetture ovvero dalle regioni o dalle province autonome competenti (art. 5 comma 1, d.P.R. n. 361/2000). Procedimento di devoluzioneLa procedura di devoluzione è coltivata secondo le norme presenti nell'atto costitutivo o nello statuto. Può, però, capitare che questi due negozi nulla prevedano in merito all'effetto devolutivo dei beni. In tal caso, l'art. 31 prevede due distinte norme, distinguendo tra associazione e fondazione. Se si tratta di fondazione, provvede la P.A., attribuendo i beni ad altri enti che hanno fini analoghi; se si tratta di associazione, si osservano le deliberazioni dell'assemblea che ha stabilito lo scioglimento e, quando anche queste mancano, provvede nello stesso modo la P.A. Il riferimento formale per la procedura di devoluzione è l'inventario, formato ritualmente secondo le norme di cui agli artt. 11 e ss. disp. att. Si registra polifonia interpretativa in merito alla validità di clausole statutarie o delibere assembleari che prevedano, in fase devolutiva, la distribuzione dei beni residui tra gli associati. Taluni in Dottrina si pronunciano in senso favorevole (Tamburrino, in Comm. Utet, 1997, 399), con una opinione da altri avversata (Galgano, 1988, 426). Altri, traggono spunti dalla nuova disciplina del diritto delle società, ricavando dall'art. 2500-octies comma 3, indicazioni nel senso di differenziare tra associazioni che abbiano ricevuto contributi pubblici oppure liberalità e oblazioni del pubblico e altri enti in cui non sia confluito capitale di questo genere; la trasformazione di associazioni in società di capitali è ammessa solo in questo ultimo caso e il capitale sociale della società risultante dalla trasformazione è diviso in parti uguali fra gli associati, salvo diverso accordo tra gli stessi (Cian, Trabucchi, 124). CreditoriI creditori che durante la liquidazione non hanno fatto valere il loro credito possono chiedere il pagamento a coloro ai quali i beni sono stati devoluti, entro l'anno dalla chiusura della liquidazione, in proporzione e nei limiti di ciò che hanno ricevuto. Cancellazione dal registroL'art. 20 comma 1 delle disp. att. prescrive che, terminata la fase della liquidazione, il Presidente del Tribunale debba ordinare la cancellazione dell'ente dal registro delle persone giuridiche; ciò nondimeno, l'art. 6 d.P.R. n. 361/2000 prevede che invece sia data mera comunicazione ai competenti uffici perché siano essi a procedere alla cancellazione. Si tratta di un mancato coordinamento normativo che, però, non ha impatti pratico-operativi di particolare rilevanza. La cancellazione ha comunque efficacia costitutiva e segna l'effettivo momento di estinzione della persona giuridica (cfr. art. 2495). BibliografiaBarba A., Pagliantini S. (a cura di), Commentario del codice civile, Torino, 2014; Casetta, Manuale di diritto amministrativo, Milano, 2014; Cendon (a cura di), Commentario al codice civile. Artt. 1 - 142, Milano, 2009; Cerrina Feroni G., Fondazione e banche. Modelli ed esperienze in Europa e negli Stati Uniti, Torino, 2011; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Galgano, Trattato di Diritto Civile, Padova, 2014; Iorio, Le trasformazioni eterogenee e le fondazioni, Milano, 2010; Lipari, Diritto Civile, Milano, 2009; Perlingieri P., Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Petrelli G., Formulario notarile commentato, Milano, 2011; Sarale, Trasformazione e continuità dell'impresa, Milano, 1996, 88; Sesta M., Codice delle successioni e donazioni, I, Milano, 2011; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015;. Zoppini, Le fondazioni, Napoli, 1995. |