Codice Civile art. 32 - Devoluzione dei beni con destinazione particolare.Devoluzione dei beni con destinazione particolare. [I]. Nel caso di trasformazione o di scioglimento di un ente, al quale sono stati donati o lasciati beni con destinazione a scopo diverso da quello proprio dell'ente, l'autorità governativa devolve tali beni, con lo stesso onere, ad altre persone giuridiche che hanno fini analoghi. InquadramentoL'art. 32 costituisce una disciplina di complemento, rispetto al regime contenuto nell'art. 31. Quest'ultima disposizione registra gli effetti della estinzione della persona giuridica, allorché, terminata la liquidazione, sussistano beni in eccedenza che devono essere, dunque, devoluti. La regola generale è che provveda la P.A. alla devoluzione, attribuendo i beni ad altri enti che hanno fini analoghi; ciò in difetto di specifiche disposizioni dell'atto costitutivo o dello statuto oppure, in caso di associazioni, delle deliberazioni dell'assemblea che ha stabilito lo scioglimento. Si tratta, sostanzialmente, di un criterio che guarda alla omogeneità di scopo e mira a mantenere fermo il vincolo di destinazione impresso ai beni dell'ente. Proprio per dare continuità al vincolo impresso sul bene, la regula iuris espressa nell'art. 31 incontra una eccezione nell'art. 32: nel caso di trasformazione o di scioglimento di un ente, al quale sono stati donati o lasciati beni con destinazione a scopo diverso da quello proprio dell'ente, la P.A. devolve tali beni, con lo stesso onere, ad altre persone giuridiche che hanno fini analoghi. In questo caso, dunque, i beni non vengono devoluti a enti che perseguono lo stesso fine dell'ente estinto perché la loro finalità è diversa. Da qui la norma di cui al citato art. 32. Si tratta di una disposizione che ha animato molto il dibattito dottrinale poiché, di fatto, sembra licenziare la costituzione di un “patrimonio separato” su cui apposto un vincolo fiduciario. Ratio della norma e tesi della fondazione fiduciariaÈ notoria l'opinione di chi afferma, autorevolmente, che la disposizione contenuta nell'art. 32 e quelle contenute negli artt. 40-42 c.c. si riferirebbero a una fondazione non riconosciuta, in quanto gli atti, qui impropriamente definiti come donazioni e lasciti, impedirebbero all'ente di utilizzare i beni per uno scopo diverso da quello al quale sono destinati e di disporne per l'epoca in cui avesse cessato di esistere (Galgano, in Comm. S. B., 1988, 429). In questa prospettiva, il cd. lascito o donazione costituirebbe un vero e proprio atto di fondazione con il quale determinati beni verrebbero a costituire un patrimonio separato di cui sarebbe amministratore l'ente destinatario e sul quale potrebbero soddisfarsi soltanto quei creditori dell'ente che avessero acquistato ragioni di credito in relazione all'attività di gestione dei beni con destinazione particolare (Cian, Trabucchi, 126). Anche negli artt. 40-42 emergerebbe l'istituto della fondazione fiduciaria, da intendersi, dunque, sostanzialmente ammesso dall'Ordinamento. La tesi ha riscosso approvazione e diversi autori ritengono che l'art. 32 sottenda un vincolo reale di destinazione su beni dati all'ente (Cendon, 737) così declinando un'applicazione della fondazione non riconosciuta, sub specie di fondazione fiduciaria. Questa lettura, però, è stata contrastata da opinioni altrettanto autorevoli: secondo altri Autori, infatti, poiché il linguaggio del Legislatore fa riferimento a “donazioni” o “lasciti”, l'art. 32 si riferirebbe a beni che siano stati trasmessi per donazione o successione con una destinazione particolare (Tamburrino, in Comm. Utet, 1997, 401). V. sull’argomento, art. 36. CasisticaLa giurisprudenza che si esamina è, invero, rara. In genere, essa esclude l'ammissibilità di una fondazione non riconosciuta e, conseguentemente, offre una lettura dell'art. 32 coerente con il linguaggio adottato dal Legislatore. BibliografiaBarba A., Pagliantini S. (a cura di), Commentario del codice civile, Torino, 2014; Casetta, Manuale di diritto amministrativo, Milano, 2014; Cendon (a cura di), Commentario al codice civile. Artt. 1 - 142, Milano, 2009; Cerrina Feroni G., Fondazione e banche. Modelli ed esperienze in Europa e negli Stati Uniti, Torino, 2011; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Galgano, Trattato di Diritto Civile, Padova, 2014; Iorio, Le trasformazioni eterogenee e le fondazioni, Milano, 2010; Lipari, Diritto Civile, Milano, 2009; Perlingieri P., Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Petrelli G., Formulario notarile commentato, Milano, 2011; Sarale, Trasformazione e continuità dell'impresa, Milano, 1996, 88; Sesta M., Codice delle successioni e donazioni, I, Milano, 2011; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015;. Zoppini, Le fondazioni, Napoli, 1995. |