Codice Civile art. 47 - Elezione di domicilio.InquadramentoL'art. 47 consente di eleggere un domicilio speciale per determinati affari o atti, purché ciò avvenga per iscritto. L'elezione di domicilio è una dichiarazione con la quale si indica un luogo ove collocare spazialmente un soggetto ai fini giuridici parziali e individuati, non ammettendosi, nel nostro ordinamento, l'elezione di domicilio generale (Cian, Trabucchi, 142). L'atto di elezione di domicilio speciale ha, come funzione, la sostituzione, per l'affare in questione, di tutti gli altri parametri di individuazione spaziale della persona (residenza, dimora, domicilio generale) con il luogo specificamente indicato, e, come conseguenza, il dipanarsi degli effetti di cui all'art. 141. L'elezione può essere fatta sia da una persona fisica che da una persona giuridica e, nello specifico, può essere inserita in un contratto (cfr. Cass. n. 181/2015), come emerge dall'art. 141 comma 2 c.p.c. Le leggi speciali prevedono, talvolta, espressamente la possibilità dell'elezione di domicilio come accade, ad esempio, nell'art. 33, comma 2, d.lgs. n. 206/2005, in materia di domicilio elettivo del consumatore. Elezione di domicilioLa dottrina opina diversamente con riguardo alla natura giuridica dell'elezione del domicilio: secondo taluni, si tratterebbe di un atto giuridico in senso stretti; per altri, si tratterebbe di un negozio giuridico, in specie, unilaterale. In questa direzione è orientata la giurisprudenza di legittimità ove afferma che l'elezione di domicilio è un atto giuridico unilaterale che spiega efficacia indipendentemente dal consenso o accettazione del domiciliatario. Ne consegue che, fino a quando non intervenga la revoca dell'elezione, la facoltà del soggetto, nei cui confronti si è eletto domicilio, di notificare validamente gli atti al domiciliatario è indipendente dalla concreta esistenza dell'accordo, che costituisce soltanto un rapporto interno tra eleggente e domiciliatario (Cass. n. 13243/2014; Cass. n. 1219/2003; Cass. n. 6298/1995). È ben vero, che l'elezione di domicilio ha importanti effetti pure processuali: infatti, ai sensi dell'art. 141, comma 1, c.p.c., la notificazione degli atti a chi ha eletto domicilio presso una persona o un ufficio può essere fatta mediante consegna di copia alla persona o al capo dell'ufficio in qualità di domiciliatario, nel luogo indicato nell'elezione. L'elezione deve farsi espressamente per iscritto: è, cioè, un atto formale; che non può essere desunta da facta concludentia (Cass. n. 25647/2008). Può, però, risultare dal verbale di udienza, perché pubblico, e in questo caso non abbisogna di sottoscrizione del dichiarante (Cass. n. 13671/1991). Il negozio di elezione incontra dei limiti: in particolare, deve avvenire per determinati atti o affari. La limitazione del domicilio speciale, eletto per un determinato atto o affare, rispetto al domicilio generale, si spiega con la considerazione che quest'ultimo, necessariamente unico, ha una sua immancabile relazione con il luogo che costituisce il centro principale degli affari della persona ed e, pertanto, agevolmente identificabile dai terzi, mentre tale identificazione può risultare più difficoltosa per il domicilio eletto, in quanto esso difetta di un qualsiasi elemento obiettivo, bastando a costituirlo la specifica dichiarazione del soggetto. Se ne deduce che il domicilio eletto non può in ogni caso essere dilatato oltre i limiti che ad esso assegna la legge, né quanto ai termini di riferibilità a un determinato atto o affare per cui avviene l'elezione, né quanto alla sua durata temporale. Sotto entrambi i profili, ciò che rileva è lo scopo per il quale vi fu l'elezione, la cui durata è, infatti, diversa dalla durata del domicilio vero e proprio quest'ultima si riferisce al permanere della situazione di fatto, mentre la prima si riferisce al permanere degli effetti giuridici voluti con la elezione e, quindi, della volontà di chi la effettua (Cass. n. 13561/2005). In difetto di esplicita volontà espressa da chi elegge domicilio, l'elezione non ha carattere di esclusività: l'elezione di domicilio, infatti, deve intendersi a carattere non esclusivo in difetto di un'espressa e chiara volontà contraria (Cass. n. 904/2001). L'atto di elezione deve connotarsi secondo caratteri di incontroversa univocità, onde desumerne la chiara volontà della parte di riferirsi al luogo prescelto come destinazione non fungibile di tutti gli atti del processo che la riguardino. Non riveste, pertanto, tale carattere quella dichiarazione che si limiti, nel corso delle trattative extraprocessuali per il componimento di una vertenza insorta tra le parti, al semplice invito, rivolto alla controparte, a rivolgersi al proprio legale (con contestuale indicazione dell'indirizzo del medesimo), onde trasferire il livello delle trattative dal piano dei rapporti personali a quello, formale, che presupponga l'assistenza di un avvocato (così Cass. n. 11037/1997). Elezione di domicilio e procura alle litiL'elezione di domicilio speciale ha funzione e finalità diverse rispetto al conferimento della procura alle liti che munisce del potere della rappresentanza processuale il terzo designato (il difensore). L'atto di elezione non è, comunque, un requisito di validità della procura (Cass. n. 17418/2007). Ciò nondimeno, i due atti possono essere contenuti in un unico corpo negoziale: in tal caso, però, non perdono le loro connotazioni peculiari e ontologiche e, pertanto, l'eventuale nullità della procura non si comunica alla elezione. Sul punto, si sono registrate, in passato, delle oscillazioni giurisprudenziali v. Cass. n. 1162/1998 e Cass. n. 1461/1981) ma l'indirizzo successivo afferma che l'eventuale nullità della procura ad litem, da qualunque causa dipendente, non si comunica alla elezione di domicilio, che rimane pertanto valida; ciò in quanto la procura e l'elezione di domicilio costituiscono atti ontologicamente distinti (Cass. n. 16707/ 2003). Elezione contrattuale di domicilioL'elezione di domicilio fatta dalla parte in sede di stipula del contratto non ha, in difetto di un'espressa e chiara volontà contraria, carattere esclusivo, sicché essa non osta a che gli atti inerenti al rapporto contrattuale vengano trasmessi al diverso indirizzo riferibile alla parte medesima (cfr. Cass. n. 25731/ 2015). Domicilio digitaleL'art. 3-bis, comma 4-quinquies, del Codice dell'amministrazione digitale (CAD, d.lgs. n. 82/2005) stabilisce che «il domicilio speciale di cui all'articolo 47 del Codice civile può essere eletto anche presso un domicilio digitale diverso da quello di cui al comma 1-ter. In tal caso, ferma restando la validità ai fini delle comunicazioni elettroniche aventi valore legale, colui che lo ha eletto non può opporre eccezioni relative alla forma e alla data della spedizione e del ricevimento delle comunicazioni o notificazioni ivi indirizzate». BibliografiaCian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015. |