Codice Civile art. 53 - Godimento dei beni.Godimento dei beni. [I]. Gli ascendenti, i discendenti e il coniuge immessi nel possesso temporaneo dei beni ritengono a loro profitto la totalità delle rendite. Gli altri devono riservare all'assente il terzo delle rendite [725 c.p.c.]. InquadramentoL'immesso nel possesso temporaneo dei beni dell'assente vanta il godimento delle rendite dei beni stessi nei limiti tracciati dal codice civile. L'art. 53 distingue, al riguardo in ragione del rapporto di parentela che lega l'immesso all'assente: gli ascendenti, i discendenti e il coniuge immessi nel possesso temporaneo dei beni ritengono a loro profitto la totalità delle rendite mentre gli altri devono riservare all'assente il terzo delle rendite (art. 53). Godimento delle rendite dei beniL'art. 53, riferendosi alle “rendite” richiama tutte le utilizzazioni economiche che dal bene possono direttamente o indirettamente ricavarsi (Romagnoli, 1970, 282). Nel concetto rientrano, in primis, certamente i frutti che, invero, sono espressamente menzionati dall'art. 55 Il diritto a godere delle rendite è uno degli effetti della immissione in possesso dei beni dell'assente: pertanto, si tratta di una situazione giuridica soggettiva a far valere dalla dichiarazione di assenza; nel periodo precedente, le rendite vanno a comporre il patrimonio dell'assente. Secondo la dottrina, per l'acquisizione dei frutti che stiano per maturare e delle rendite che stiano per scadere al tempo in cui cessa l'immissione, è da ritenere applicabile, in via diretta o comunque per analogia, ex art. 820, il sistema della divisione pro rata temporis (Romagnoli, in Comm. S. B., 1970, 282). Rendite riservate all'assenteGli immessi nel possesso temporaneo dei beni che non siano ascendenti, discendenti o coniuge, devono riservare all'assente il terzo delle rendite. La dottrina si è interrogata circa la natura giuridica di questa provvista spettante alla persona assente. Si è sostenuto, in particolare, che il terzo delle rendite dell'assente costituirebbe una sorta di patrimonio separato, distinto dal patrimonio originario dell'assente, finché duri la situazione di incertezza dell'assenza. In questo patrimonio separato confluirebbero anche i beni nei quali le rendite riservate all'assente sarebbero state eventualmente investite. Con il provvedimento che dispone l'immissione nel possesso dei beni, il Tribunale deve, tra l'altro, impartire le disposizioni opportune per la conservazione delle rendite riservate all'assente (v. art. 473-bis.61 c.p.c.). Ritorno dell'assenteIn caso di ritorno dell'assente, se l'assenza è stata volontaria e non è giustificata, l'assente perde il diritto di farsi restituire le rendite riservategli dalla norma dell'art. 53 (così per effetto della disciplina enucleata nell'art. 56 comma 3). BibliografiaCallegari, Assenza in Nss. D. I., I, 2, Torino, 1957; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Giorgianni, La dichiarazione di morte presunta, Milano, 1943; Jannuzzi - Lorefice, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004; Jannuzzi - Lorefice, La volontaria giurisdizione, Milano, 2006; Montei, Detenzione, in Nss. D. I., V, Torino, 1960; Omodei - Salé, La detenzione e le detenzioni: unità e pluralismo nelle situazioni di fatto contrapposte al possesso, Padova, 2012; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Preite, Cagnazzo, Atti notarili - Volontaria giurisdizione 1 - Il procedimento. Incapaci, scomparsa, assenza e dichiarazione di morte presunta, Torino, 2012; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Zaccaria, Faccioli, Omodei Salè, Tescaro, Commentario all'ordinamento dello stato civile, Sant'Arcangelo di Romagna, 2013. |