Codice Civile art. 142 - Limiti d'applicazione delle precedenti disposizioni (1).

Giuseppe Buffone
aggiornato da Annachiara Massafra

Limiti d'applicazione delle precedenti disposizioni (1).

[I]. Le disposizioni della presente sezione si applicano quando i fatti ivi contemplati non costituiscono reato più grave.

(1) V. l. 24 novembre 1981, n. 689.

Inquadramento

L'art. 142 pone una riserva con riferimento alle sanzioni amministrative enucleate negli artt. 134 e ss. Si tratta di enunciato posto nel codice civile in un momento in cui le cennate sanzioni avevano connotazione penale ed istituivano dei reati. Per effetto della intervenuta depenalizzazione, ci si chiede se l'art. 142 sia da intendersi implicitamente abrogato o se, invece, sia da ritenersi tuttora operativo.

Sanzione

Le sanzioni previste negli artt. 134 e ss. possono far capo a condotte che costituiscono reato: più grave, rispetto a quelli regolati dal codice civile fino alla depenalizzazione; o, semplicemente, più gravi come trattamento sanzionatorio, poiché punite in sede penale rispetto alla sanzione amministrativa (guardando alle norme come ora vigenti, dopo la depenalizzazione). Secondo una certa opinione, l'art. 142 aveva la stretta funzione di regolare un concorso tra reati e, pertanto, avrebbe implicitamente perso ogni effetto per la intervenuta depenalizzazione degli illeciti identificati dagli artt. 1344 e ss. Non avrebbe cioè la funzione di regolare un concorso tra un illecito penale e uno amministrativo. Opina diversamente chi guarda alla ratio dell'enunciato: teso a escludere la pena meno grave, ieri, certamente avrebbe consistenza applicativa oggi per escludere la sanzione amministrativa.

Concorso tra sanzione penale e sanzione amministrativa

Al fine di rendere una conclusione ragionevole sul tema della intervenuta o non abrogazione implicita dell'art. 142 è bene ricostruire, brevemente, il rapporto tra illeciti penali e amministrativi. L'art. 15 c.p. regola il concorso tra reati che disciplinano tutti la medesima materia ed hanno identità di struttura. Il concorso di norme tra fattispecie penali e violazioni amministrative (e quello tra norme che prevedono violazioni amministrative) è invece disciplinato dall'art. 9 l. n. 689/1981, in base al quale se uno stesso fatto è punito da una disposizione penale e da una disposizione che prevede una sanzione amministrativa si applica la disposizione speciale. Si tratta di una norma innovativa perché, in precedenza, il principio generalmente accolto era quello del normale concorso tra sanzione penale e violazione amministrativa. Per ovvie ragioni il concorso tra disposizione penale e violazione amministrativa ha natura di concorso «eterogeneo» di norme. Un importante considerazione da fare, su questa norma, è che la stessa non prevede la «clausola di riserva». La diversa formulazione, rispetto all'art. 15 c.p., non preclude comunque al legislatore di prevedere espressamente la clausola nei singoli casi: (v., per es., l'art. 214, comma 8, d.lgs. n. 285/1992, cd. codice della strada) ma vale sicuramente a dettare un criterio interpretativo restrittivo in quelli che potrebbero essere considerati casi di riserva implicita ampliando inevitabilmente l'area del concorso apparente in un percorso di valorizzazione di questo principio che certamente il legislatore ha voluto perseguire con l'eliminazione del riferimento alla clausola di riserva.

Come hanno avuto modo di chiarire le Sezioni Unite, questo percorso normativo costituisce un'importante chiave di lettura in tutti i casi in cui, ad una condotta penalmente sanzionata, si aggiunga (soprattutto se ciò avvenga in tempi successivi rispetto all'entrata in vigore della prima norma) una disciplina normativa che la preveda anche come violazione di natura amministrativa (Cass. pen. S.U., n. 1963/ 2011): pertanto, a meno che non risulti (da una previsione espressa) che il legislatore abbia inteso affiancare la sanzione amministrativa a quella penale l'interprete deve privilegiare l'interpretazione che valorizza la specialità ritenendo la depenalizzazione della condotta in precedenza costituente reato che sia presa in considerazione dalla nuova normativa e, nel caso inverso, optando per la sola ipotesi penalmente sanzionata. Questi principi lumeggiano l'importanza dell'art. 142 che, conseguentemente, non può ritenersi abrogato. Esso, infatti, in deroga all'art. 9 l. n. 689/1981 e nel contesto dei principi sin qui illustrati, consente all'interprete di applicare la sola sanzione penale — e non quella amministrativa — nel caso cui lo stesso fatto sia sanzionato su entrambi i versanti.

Bibliografia

Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Sesta ( a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015.

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