Codice Civile art. 249 - Legittimazione all'azione di reclamo dello stato di figlio. Imprescrittibilità (1) (2).Legittimazione all'azione di reclamo dello stato di figlio. Imprescrittibilità (1) (2). [I]. L'azione per reclamare lo stato di figlio spetta al medesimo. [II]. L'azione è imprescrittibile. [III]. Quando l'azione è proposta nei confronti di persone premorte o minori o altrimenti incapaci, si osservano le disposizioni dell'articolo 247. [IV].Nel giudizio devono essere chiamati entrambi i genitori. [IV]. Si applicano il sesto comma dell'articolo 244 e il secondo comma dell'articolo 245 (1)L’art. 7, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha sostituito il Titolo, modificando la rubrica del Titolo (la precedente era «Della filiazione»), e sostituendo la «Sezione III: " «Dell’azione di disconoscimento e delle azioni di contestazione e di reclamo di legittimità» con: «Capo III. "Dell’azione di disconoscimento e delle azioni di contestazione e di reclamo dello stato di figlio"» (2) Articolo sostituito dall'art. 21, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154. Il testo recitava: «Reclamo della legittimità. [I]. L'azione per reclamare lo stato legittimo spetta al figlio; ma, se egli non l'ha promossa ed è morto in età minore o nei cinque anni dopo aver raggiunto la maggiore età, può essere promossa dai discendenti di lui. Essa deve essere proposta contro entrambi i genitori, e, in loro mancanza, contro i loro eredi. [II]. L'azione è imprescrittibile riguardo al figlio». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. InquadramentoIl d.lgs. n. 154/2013 ha riscritto l'art. 249 il cui testo previgente, prevedeva che «per reclamare lo stato legittimo spetta al figlio; ma, se egli non l'ha promossa ed è morto in età minore o nei cinque anni dopo aver raggiunto la maggiore età, può essere promossa dai discendenti di lui. Essa deve essere proposta contro entrambi i genitori e, in loro mancanza, contro i loro eredi. L'azione è imprescrittibile riguardo al figlio». Regime giuridicoL'art. 249 è costruito analogamente all'art. 248 La nuova disciplina contenuta nell'art. 249 integra il regime giuridico dell'azione di reclamo dello stato di figlio. La legittimazione all'azione di reclamo è solo il figlio. Il p.m. non è legittimato ad agire: in mancanza di una deroga esplicita, trova applicazione la regola generale prevista dall'art. 70 n. 3 c.p.c., secondo la quale nelle cause riguardanti lo stato e la capacità delle persone il p.m. deve (soltanto) intervenire sotto pena di nullità, e non può, quindi, (anche) esercitare l'azione e proporre impugnazione (per il principio, v. Cass. n. 2515/1994). L'art. 249 sancisce la imprescrittibilità dell'azione. Quando la domanda è proposta nei confronti di persone premorte o minori o altrimenti incapaci, si osservano le disposizioni dell'art. 247. L'art. 248 predica anche una ipotesi di litisconsorzio necessario con entrambi i genitori. Completano il regime, il sesto comma dell'art. 244 e il secondo comma dell'art. 245 richiamati dall'ultimo comma della disposizione in rassegna. BibliografiaAuletta, Diritto di famiglia, Torino, 2014; Bianca C. M., Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Buffone, Le novità del “decreto filiazione”, Milano, 2014; Cian-Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Finocchiaro F., in Comm. S. B., artt. 84-158, Bologna-Roma, 1993; Jemolo, in La famiglia e il diritto, in Ann. fac. giur. Univ. Catania, Napoli, 1949, 57; Oberto, La comunione legale tra i coniugi, in Tr. C.M., Milano, 2010; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015. |