Codice Civile art. 252 - Affidamento del figlio nato fuori del matrimonio e suo inserimento nella famiglia del genitore (1) (2) (3).

Giuseppe Buffone
aggiornato da Annachiara Massafra

Affidamento del figlio nato fuori del matrimonio e suo inserimento nella famiglia del genitore (1) (2) (3).

[I]. Qualora il figlio nato fuori del matrimonio (4) di uno dei coniugi sia riconosciuto durante il matrimonio il giudice, valutate le circostanze, decide in ordine all'affidamento del minore e adotta ogni altro provvedimento a tutela del suo interesse morale e materiale.

[II]. L'eventuale inserimento del figlio nato fuori del matrimonio nella famiglia legittima di uno dei genitori può essere autorizzato dal giudice [38 att.] qualora ciò non sia contrario all'interesse del minore e sia accertato il consenso dell'altro coniuge convivente e degli altri figli che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età e siano conviventi [30 3 Cost.], nonché dell'altro genitore che abbia effettuato il riconoscimento [317-bis]. In questo caso il giudice stabilisce le condizioni cui ciascun genitore deve attenersi (5).

[III]. Qualora il figlio (5) sia riconosciuto anteriormente al matrimonio, il suo inserimento nella famiglia (6) è subordinato al consenso dell'altro coniuge, a meno che il figlio fosse già convivente con il genitore all'atto del matrimonio o l'altro coniuge conoscesse l'esistenza del figlio (6).

[IV]. È altresì richiesto il consenso dell'altro genitore (7) che abbia effettuato il riconoscimento [317-bis 2].

[V]. In caso di disaccordo tra i genitori, ovvero di mancato consenso degli altri figli conviventi, la decisione è rimessa al giudice tenendo conto dell'interesse dei minori. Prima dell'adozione del provvedimento, il giudice dispone l'ascolto dei figli minori che abbiano compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capaci di discernimento (8).

(1) L’art. 7, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha sostituito il Titolo, modificando la rubrica del Titolo (la precedente era «Della filiazione»), e sostituendo le parole «Capo II. "Della filiazione naturale e della legittimazione"»; «Sezione I. "Della filiazione naturale» e la rubrica del paragrafo 1 «Del riconoscimento dei figli naturali» con le parole: «Capo IV. "Del riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio"».

(2) Articolo sostituito dall'art. 104 l. 19 maggio 1975, n. 151.

(3) Rubrica sostituita dall'art. 23, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154. Il testo recitava: «Affidamento del figlio naturale e suo inserimento nella famiglia legittima». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014.

(4) L'art. 23, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha sostituito la parola: «naturale» con le parole: «nato fuori del matrimonio». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. Precedentemente, l'art. 1, comma 11, l. 10 dicembre 2012, n. 219 aveva disposto che nel codice civile, le parole: “figli legittimi” e “figli naturali” sono sostituite dalla parola “figli”.

(5) L'art. 23, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha sostituito la parola: «naturale» con le parole: «nato fuori del matrimonio"; le parole: «e dei figli legittimi» con le parole: «convivente e degli altri figli» le parole: «genitore naturale» con la parola: «genitore»; e ha sostituito l'ultimo periodo che recitava: «In questo caso il giudice stabilisce le condizioni che il genitore cui il figlio è affidato deve osservare e quelle cui deve attenersi l'altro genitore». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. Precedentemente, l'art. 1, comma 11, l. 10 dicembre 2012, n. 219 aveva disposto che nel codice civile, le parole: “figli legittimi” e “figli naturali” sono sostituite dalla parola “figli”.

(6) L'art. 23, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha soppresso le parole «legittima» e «naturale». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014.

(7) L'art. 23, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha soppresso la parola «naturale». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. Precedentemente, l'art. 1, comma 11, l. 10 dicembre 2012, n. 219 aveva disposto che nel codice civile, le parole: “figli legittimi” e “figli naturali” sono sostituite dalla parola “figli”.

(8) Comma inserito dall'art. 23, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154. Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014.

Inquadramento

Il d.lgs. n. 154/2013 ha riscritto l'art. 252, modificando il regime di affidamento del figlio nato fuori del matrimonio e le regole sottese al suo inserimento nella famiglia del genitore. Va segnalato che, nel comma II dell'art. 252, non viene espunta l'aggettivazione «legittima» per la famiglia del genitore che ha riconosciuto il figlio nato fuori dal matrimonio. Orbene, la soppressione di ogni discriminazione trai figli ovviamente comporta che il minore non possa essere discriminato nello stesso modo in cui non può essere discriminato il suo nucleo familiare; ne consegue che il dizionario famiglia legittima e famiglia di fatto non può più essere utilizzato trattandosi, in tutti i casi, di «famiglia di diritto» vuoi che sia famiglia fondata sul matrimonio vuoi che sia famiglia non fondata sul matrimonio. L'aggettivo “legittima” al secondo comma dell'art. 252, dunque, va ritenuto abrogato implicitamente. Passando al “nuovo” della norma, l'ultimo comma dell'art. 252 prevede che “in caso di disaccordo tra i genitori, ovvero di mancato consenso degli altri figli conviventi, la decisione è rimessa al giudice tenendo conto dell'interesse dei minori. Prima dell'adozione del provvedimento, il giudice dispone l'ascolto dei figli minori che abbiano compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capaci di discernimento”. Va precisato che i minori che il giudice deve ascoltare sono sia il figlio minore che deve avere ingresso nella famiglia sia gli altri figli minori già conviventi nella stessa. Il nuovo modulo decisorio prevede, sostanzialmente, che il “veto” di uno dei membri della famiglia non possa inibire ex se l'ingresso del figlio non matrimoniale nella famiglia del genitore rimettendosi a questo punto la decisione al giudice. 

Regime giuridico

La ratio della norma è individuata dalla dottrina nella tutela di un duplice interesse: da un lato quello della famiglia fondata sul matrimonio a non essere turbata dall'imposizione della convivenza con un minore nato al di fuori del matrimonio e, dall'altro, quello del figlio riconosciuto a non essere inserito in un contesto ostile e quindi pregiudizievole per la sua crescita (Sesta, 1023). Con questo innesto innovativo nell'art. 252 il Legislatore comunque attenua notevolmente il principio di compatibilità richiamato dall'art. 30 comma 3 Cost.: “la legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima”. Sulla base delle nuove norme, l'inserimento del figlio può essere autorizzato dal giudice a condizione che: a) tale inserimento non sia contrario all'interesse del minore; b) vi sia il consenso del coniuge convivente; l'elemento della convivenza introdotto ad opera del d.lgs. n. 154/2013 porta a escludere la necessità del consenso nelle ipotesi di separazione, anche di fatto, tra i genitori; c) vi sia l'assenso degli altri figli conviventi ultra-sedicenni; l'assenso richiesto non è solo quello dei figli non matrimoniali bensì anche quello dei figli non matrimoniali già collocati nella famiglia; d) sia accertato il consenso dell'altro genitore che abbia effettuato il riconoscimento; in tale ipotesi, dovendo il consenso essere prestato nell'interesse del minore, il suo rifiuto può essere sindacata dal giudice.

Bibliografia

Auletta, Diritto di famiglia, Torino, 2014; Bianca C. M., Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Buffone, Le novità del “decreto filiazione”, Milano, 2014; Cian-Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Finocchiaro F., in Comm. S. B., artt. 84-158, Bologna-Roma, 1993; Jemolo, in La famiglia e il diritto, in Ann. fac. giur. Univ. Catania, Napoli, 1949, 57; Oberto, La comunione legale tra i coniugi, in Tr. C.M., Milano, 2010; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015.

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