Codice Civile art. 253 - Inammissibilità del riconoscimento (1) (2).

Giuseppe Buffone
aggiornato da Annachiara Massafra

Inammissibilità del riconoscimento (1) (2).

[I]. In nessun caso è ammesso un riconoscimento in contrasto con lo stato di figlio (3) in cui la persona si trova [231 ss., 280].

(1) L’art. 7, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha sostituito il Titolo, modificando la rubrica del Titolo (la precedente era «Della filiazione»), e sostituendo le parole «Capo II. "Della filiazione naturale e della legittimazione"»; «Sezione I. "Della filiazione naturale» e la rubrica del paragrafo 1 «Del riconoscimento dei figli naturali» con le parole: «Capo IV. "Del riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio"».

(2) Articolo così sostituito dall'art. 105 l. 19 maggio 1975, n. 151.

(3) L'art. 24, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha soppresso le parole «legittimo o legittimato». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. Precedentemente, l'art. 1, comma 11, l. 10 dicembre 2012, n. 219 aveva disposto che « Nel codice civile, le parole: “figli legittimi” e “figli naturali”, ovunque ricorrono, sono sostituite dalla seguente: “figli” ».

Inquadramento

Il d.lgs. n. 154/2013 ha adeguato l'art. 253 al principio di unicità dello stato di figlio, eliminando dal testo dell'articolo le parole “legittimo o legittimato”. La funzione della disposizione è quella di stabilire l'inammissibilità di un riconoscimento che sia in contrasto con lo stato di figlio in cui si trova il soggetto, sia esso uno stato di figlio matrimoniale, di figlio nato fuori del matrimonio oppure di figlio adottivo. Il riconoscimento è invece inammissibile qualora non sia stato ancora formalmente accertato un diverso stato di figlio.

Regime giuridico

La dottrina si interroga circa gli effetti del riconoscimento effettuato in contrasto con lo stato formale del figlio: una larga parte di Autori lo considera inefficace benché altri commentatori optano addirittura per la tesi della inesistenza.

Con un precedente risalente la Suprema Corte ha però chiarito che la sentenza che accoglie l'azione di disconoscimento di paternità del figlio concepito durante il matrimonio, avendo natura di pronuncia di accertamento, travolge, con effetti ex tunc ed erga omnes, lo stato di figlio del disconosciuto. Ne consegue che l'atto con il quale quest'ultimo sia stato in precedenza riconosciuto da altri come figlio (ad es. testamento olografo), se originariamente privo di effetti, perché inidoneo a contrastare il più favorevole stato di figlio nato nel matrimonio (art 253), viene ad acquistare piena operatività a seguito della retroattiva caducazione di tale stato per il passaggio in giudicato della predetta sentenza (Cass. n. 2782 /1978; Cass. n. 1295/1966). Sempre la Suprema Corte ha affermato che in tema di riconoscimento di figlio, va applicato il principio secondo cui lo stato di figlio di uno straniero deve essere scrutinato dal giudice italiano, ai sensi dell'art. 33, commi 1 e 2, l. n. 218/1995, come modificati dal d.lgs. n. 154/2013, alla luce della legge nazionale del figlio al momento della nascita. Ne consegue che il giudice italiano è tenuto, in ipotesi di carattere plurilegislativo dell'ordinamento dello Stato straniero, a ricercare d'ufficio le norme dell'ordinamento straniero applicabili e le stesse clausole di quell'ordinamento idonee ad individuare il sottosistema territoriale o personale a cui si riferisce la fattispecie (Cass. n. 11751/2014).

Bibliografia

Auletta, Diritto di famiglia, Torino, 2014; Bianca C. M., Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Buffone, Le novità del “decreto filiazione”, Milano, 2014; Cian-Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Finocchiaro F., in Comm. S. B., artt. 84-158, Bologna-Roma, 1993; Jemolo, in La famiglia e il diritto, in Ann. fac. giur. Univ. Catania, Napoli, 1949, 57; Oberto, La comunione legale tra i coniugi, in Tr. C.M., Milano, 2010; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015.

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