Codice Civile art. 342 bis - [Ordine di protezione contro gli abusi familiari ] 1[Ordine di protezione contro gli abusi familiari ]1 [[I]. Quando la condotta del coniuge o di altro convivente è causa di grave pregiudizio all'integrità fisica o morale ovvero alla libertà dell'altro coniuge o convivente, il giudice, su istanza di parte, può adottare con decreto uno o più dei provvedimenti di cui all'articolo 342-ter.]
[1] Articolo dapprima inserito dall'art. 2 l. 4 aprile 2001, n. 154 e successivamente modificato dall'art. 1 l. 6 novembre 2003, n. 304. Il testo precedente alla modifica era il seguente: «Quando la condotta del coniuge o di altro convivente è causa di grave pregiudizio all'integrità fisica o morale ovvero alla libertà dell'altro coniuge o convivente, il giudice, qualora il fatto non costituisca reato perseguibile d'ufficio, su istanza di parte, può adottare con decreto uno o più dei provvedimenti di cui all'articolo 342-ter». V. art. 6 l. n. 154, cit., che per i casi di violazione dei provvedimenti di cui al presente articolo prevede l'applicazione delle sanzioni penali di cui all'art. 3881 c.p.. Da ultimo l'articolo è stato abrogato dall'articolo 1, comma 1, d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, che ha abrogato l'intero Titolo IX-bis; ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. InquadramentoCon la l. n. 154/2001 il legislatore ha inserito, all'interno del libro I del codice civile, il titolo IX-bis, intitolato «Ordini di protezione contro gli abusi familiari», composto dagli artt. 342-bis e 342-ter. Con la stessa legge si è, poi, provveduto ad inserire nel titolo II del libro IV del codice di procedura civile, il capo V-bis, intitolato «Degli ordini di protezione contro gli abusi familiari», regolante, appunto, le forme procedurali per la richiesta e l'applicazione degli ordini di protezione. Successivamente, la l. n. 304/2003 ha modificato l'art. 342-bis con la soppressione dell'inciso «qualora il fatto non costituisca reato perseguibile d'ufficio», sicché a seguito di tale modifica normativa non è più necessaria la verifica da parte del giudice civile, ai fini dell'applicazione degli artt. 342-bis e 342-ter, della ricorrenza o meno, nella singola fattispecie, di un'ipotesi di reato perseguibile d'ufficio. Occorre, poi, ricordare che la l. n. 76/2016, di “regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”, ha esteso anche alle unioni civili tra persone dello stesso sesso la tutela di cui all'art. 342, stabilendo che “Quando la condotta della parte dell'unione civile è causa di grave pregiudizio all'integrità fisica o morale ovvero alla libertà dell'altra parte, il giudice, su istanza di parte, può adottare con decreto uno o più dei provvedimenti di cui all'articolo 342-ter del codice civile”. Il primo comma dell’art. 1 del d.lgs. n. 31 ottobre 2024, n. 164 ha disposto l’abrogazione degli artt. 342-bis e 342-ter al fine di sanare un difetto di coordinamento sorto a seguito dell’introduzione, ad opera del d.lgs. n. 149/2022, delle medesime disposizioni negli artt. 473-bis.69 e 473-bis.70. Le finalità degli ordini di protezione contro gli abusi familiariL'introduzione nell'ordinamento dell'istituto degli ordini di protezione contro gli abusi familiari è stato determinato dalla volontà del legislatore di fronteggiare i fenomeni di “violenza domestica” (verbale, fisica, psicologica) esercitate da un membro della famiglia ai danni di un altro. Presupposto unico per l'applicabilità dell'ordine di protezione è la sussistenza di una condotta di un familiare che sia « gravemente pregiudizievole dell'integrità fisica o morale ovvero della libertà» di altro componente del gruppo familiare medesimo. Nessun riferimento vi è, invece, all'elemento soggettivo del dolo o della colpa e ciò ha portato la dottrina a ritenere rilevante anche l'atto pregiudizievole posto in essere da soggetto in stato di incapacità di intendere e di volere. È discusso, in giurisprudenza, se possa rientrare nel concetto di abuso familiare rilevante ai sensi e per gli effetti dell'art. 342-bis anche il comportamento omissivo di un coniuge che non provveda alla corresponsione di denaro o, comunque, di beni necessari al soddisfacimento di bisogni primari dell'altro coniuge e/o della prole in violazione degli obblighi normativi (in senso negativo, deve segnalarsi Trib. Trani 17 gennaio 2004). La competenza all'adozione degli ordini di protezione spetta, per i procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023, al tribunale in composizione monocratica, ex art. 736-bis, comma 1, c.p.c.; ciò, tuttavia non esclude la vis actrativa del tribunale in composizione collegiale chiamato a giudicare in ordine al conflitto familiare che sia stato già incardinato avanti ad esso (Cass. n. 15482/2017). Per i procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023, il rito applicabile sarà quello uniforme in materia di persone, minori e famiglie introdotto dal d.lgs. n. 149/2022. BibliografiaRenda, Abuso familiare, in Paladini (a cura di), Gli abusi familiari. Misure personali e patrimoniali di protezione. Profili di diritto civile, penale e comparato, Padova, 2009, 281 ss.; Ricciotto-Ventaloro-Montanari, La tutela e il controllo dei minorenni. Compendio ragionato delle disposizioni vigenti, Padova, 225 e ss.; Scalera, Gli ordini di protezione contro gli abusi familiari, in Giur. merito fasc.1, 2013, 231; Zanasi, Gli ordini di protezione contro gli abusi familiari, Milano, 2008, 1 e ss. |