Codice Civile art. 380 - Contabilità dell'amministrazione.

Giusi Ianni

Contabilità dell'amministrazione.

[I]. Il tutore deve tenere regolare contabilità della sua amministrazione e renderne conto ogni anno al giudice tutelare [46 1 att.].

[II]. Il giudice può sottoporre il conto annuale all'esame del protutore e di qualche prossimo parente o affine del minore.

Inquadramento

Al fine di consentire al giudice tutelare un'adeguata vigilanza sull'attività del tutore, l'art. 380 pone a carico del tutore l'obbligo di tenere una regolare contabilità della sua attività di amministrazione e di presentare annualmente un rendiconto al giudice tutelare.

L'obbligo di rendiconto

A differenza del conto finale della gestione, il rendiconto periodico di cui all'art. 380 non necessita di approvazione da parte del giudice tutelare, essendo finalizzato, piuttosto, a consentire un controllo del giudice tutelare sullo stato dell'amministrazione, anche in vista dell'eventuale adozione di provvedimenti cautelari a favore del minore o di provvedimenti sanzionatori nei confronti del tutore. Si prevede, comunque, la possibilità per il giudice tutelare di sottoporre il conto annuale del tutore all'esame del protutore e di qualche prossimo parente o affine del minore.

Conseguenze dell'omissione

La mancata presentazione del rendiconto annuale non è espressamente sanzionata dal legislatore. Tale condotta inadempiente, tuttavia, può essere causa di rimozione del tutore dall'ufficio, ovvero causa di responsabilità civile per eventuali pregiudizi arrecati al minore (art. 382). Il giudice tutelare, inoltre, può decidere di trasmettere gli atti al P.M. qualora ritenga che vi sia il sospetto dell'appropriazione di somme del minore da parte del tutore (quale condotta integrante, secondo la giurisprudenza, gli estremi del peculato, data la qualifica di pubblico ufficiale che si ritiene faccia capo al tutore nell'esercizio della tutela: Cass. pen. n. 23353/2014). Per gli stessi motivi, il rifiuto di presentare il rendiconto da parte del tutore potrebbe integrare gli estremi del reato di cui all'art. 328, comma 1, c.p. (Trib. Ragusa, 17 giugno 1996).

Bibliografia

Cividali, La tutela. un istituto da rinnovare e adeguare a nuove realtà, in Dir. famiglia, fasc.2, 2003, 453; Jannuzzi, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004, 259 e ss.; Veronesi, Titolo del Libro: L'intervento del giudice nell'esercizio della potestà dei genitori, Milano, 2008, 178 e ss.

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