Codice Civile art. 412 - Atti compiuti dal beneficiario o dall'amministratore di sostegno in violazione di norme di legge o delle disposizioni del giudice (1).

Giusi Ianni

Atti compiuti dal beneficiario o dall'amministratore di sostegno in violazione di norme di legge o delle disposizioni del giudice (1).

[I]. Gli atti compiuti dall'amministratore di sostegno in violazione di disposizioni di legge, od in eccesso rispetto all'oggetto dell'incarico o ai poteri conferitigli dal giudice, possono essere annullati su istanza dell'amministratore di sostegno, del pubblico ministero, del beneficiario o dei suoi eredi ed aventi causa.

[II]. Possono essere parimenti annullati su istanza dell'amministratore di sostegno, del beneficiario, o dei suoi eredi ed aventi causa, gli atti compiuti personalmente dal beneficiario in violazione delle disposizioni di legge o di quelle contenute nel decreto che istituisce l'amministrazione di sostegno.

[III]. Le azioni relative si prescrivono nel termine di cinque anni. Il termine decorre dal momento in cui è cessato lo stato di sottoposizione all'amministrazione di sostegno.

(1) Articolo inserito dall'art. 3, comma 1, l. 9 gennaio 2004, n. 6, che ha inserito l'intero Capo in testa al titolo XII. Questo articolo, fino all'abrogazione ex art. 77 l. 4 maggio 1983, n. 184 era parte del titolo XI.

Inquadramento

La norma individua le conseguenze sanzionatorie per gli atti compiuti dal beneficiario o dall'amministratore di sostegno in violazione di disposizioni legislative o giudiziali.

Le conseguenze sanzionatorie degli atti compiuti dall'amministratore di sostegno

Coerentemente a quanto stabilito in materia di tutela e responsabilità genitoriale, la sanzione prevista per gli atti compiuti dall'amministratore di sostegno senza la necessaria autorizzazione del giudice tutelare o in eccesso rispetto all'oggetto dell'incarico o ai poteri conferiti dal giudice medesimo è quella dell'annullabilità, che può essere fatta valere su istanza dell'amministratore di sostegno, del Pubblico Ministero, del beneficiario o dei suoi eredi ed aventi causa. La legittimazione del Pubblico Ministero rappresenta, invero, una peculiarità della disciplina dell'amministrazione di sostegno, la cui ratio appare, peraltro, difficilmente comprensibile alla dottrina, essendo difficilmente ipotizzabile un controllo capillare del P.M. sugli atti negoziali posti in essere dall'amministratore di sostegno (ed essendo più logico ipotizzare che il P.M. si attivi al fine di chiedere la stessa revoca dell'amministratore di sostegno qualora egli agisca in violazione dei poteri ricevuti). L'azione di annullamento si prescrive nel termine di cinque anni, che decorre dal momento in cui è cessato lo stato di sottoposizione all'amministrazione di sostegno.

Le conseguenze sanzionatorie degli atti compiuti dal beneficiario

Sono annullabili su istanza dell'amministratore di sostegno, del beneficiario, o dei suoi eredi ed aventi causa, anche gli atti compiuti personalmente dal beneficiario in violazione delle disposizioni di legge o di quelle contenute nel decreto che istituisce l'amministrazione di sostegno. Non è prevista, quindi, per tale ipotesi la legittimazione all'impugnazione del P.M. Anche in questo caso, invece, il termine di prescrizione per l'esperimento dell'azione è quello di cinque anni, decorrente dal momento in cui è cessato lo stato di sottoposizione all'amministrazione di sostegno.

Bibliografia

Bibliografia: Bonilini-Chizzini, L'amministrazione di sostegno, Padova, 2007, 1 e ss.; Buffone, Volontaria giurisdizione. Tutela dei soggetti deboli, Milano, 2012, 1 e ss.; Correnti, Fineschi, Frati, Gulino, Direttive anticipate di trattamento e amministrazione di sostegno: la corte di cassazione richiede lo stato d'incapacità attuale e non futuro, in Resp. civ. e prev., fasc. 2, 2014, 695; Jannuzzi, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004, 319 e ss.; Tagliaferri, L' amministrazione di sostegno nell'interpretazione della giurisprudenza, Piacenza, 2010, 1 e ss.

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