Codice Civile art. 422 - Cessazione del tutore e del curatore provvisorio.Cessazione del tutore e del curatore provvisorio. [I]. Nella sentenza che rigetta l'istanza d'interdizione o d'inabilitazione, può disporsi che il tutore o il curatore provvisorio rimanga in ufficio fino a che la sentenza non sia passata in giudicato [324 c.p.c.]. InquadramentoGli effetti della sentenza che pronuncia sulla domanda di interdizione o inabilitazione decorrono dalla data della pubblicazione anche in caso di rigetto della relativa richiesta, con la conseguenza che in tal caso cessano immediatamente anche i limiti alla capacità di agire dell'interdicendo o inabilitando determinati dalla nomina di un tutore o curatore provvisorio. In caso di rigetto, tuttavia, il collegio può stabilire che il tutore o curatore provvisorio resti in carica fino al passaggio in giudicato della pronuncia reiettiva. La ratio della disposizioneLa ratio della disposizione viene individuata dalla dottrina nell'esigenza di tutelare i terzi che vengano in rapporti negoziali con l'interdicendo o inabilitando e che potrebbero ricevere pregiudizio dall'alternarsi di pronunce discordanti sulla sua capacità (Scardulla, Interdizione, in Enc. dir., Milano, 1971, 947). BibliografiaBonilini-Chizzini, L'amministrazione di sostegno, Padova, 2007, 1 e ss.; Buffone, Volontaria giurisdizione. Tutela dei soggetti deboli, Milano, 2012, 1 e ss.; Correnti, Fineschi, Frati, Gulino, Direttive anticipate di trattamento e amministrazione di sostegno: la corte di cassazione richiede lo stato d'incapacità attuale e non futuro, in Resp. civ. e prev., fasc. 2, 2014, 695; Jannuzzi, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004, 319 e ss.; Tagliaferri, L' amministrazione di sostegno nell'interpretazione della giurisprudenza, Piacenza, 2010, 1 e ss. |