Codice Civile art. 427 - Atti compiuti dall'interdetto e dall'inabilitato.

Giusi Ianni

Atti compiuti dall'interdetto e dall'inabilitato.

[I]. Nella sentenza che pronuncia l'interdizione o l'inabilitazione, o in successivi provvedimenti dell'autorità giudiziaria, può stabilirsi che taluni atti di ordinaria amministrazione possano essere compiuti dall'interdetto senza l'intervento ovvero con l'assistenza del tutore, o che taluni atti eccedenti l'ordinaria amministrazione possano essere compiuti dall'inabilitato senza l'assistenza del curatore (1).

[II]. Gli atti compiuti dall'interdetto dopo la sentenza di interdizione possono essere annullati su istanza del tutore, dell'interdetto o dei suoi eredi o aventi causa [119, 266, 471, 774, 1425]. Sono del pari annullabili gli atti compiuti dall'interdetto dopo la nomina del tutore provvisorio [419 3], qualora alla nomina segua la sentenza d'interdizione.

[III]. Possono essere annullati su istanza dell'inabilitato o dei suoi eredi o aventi causa gli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione fatti dall'inabilitato, senza l'osservanza delle prescritte formalità, dopo la sentenza di inabilitazione o dopo la nomina del curatore provvisorio [419 3], qualora alla nomina sia seguita l'inabilitazione [776].

[IV]. Per gli atti compiuti dall'interdetto prima della sentenza d'interdizione o prima della nomina del tutore provvisorio si applicano le disposizioni dell'articolo seguente.

(1) Comma premesso dall'art. 9 l. 9 gennaio 2004, n. 6.

Inquadramento

La norma in commento regola le conseguenze della pronuncia di interdizione e inabilitazione sulla capacità di agire dell'interdetto e dell'inabilitato, nonché sugli atti da questi ultimi eventualmente posti in essere senza la rappresentanza del tutore o l'assistenza del curatore.

La capacità di agire dell'interdetto

A seguito della pubblicazione della sentenza di interdizione l'interdetto perde la capacità di agire e deve essere sostituito dal tutore nel compimento di qualsiasi atto giuridico (previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria nei casi di cui agli artt. 374 e 375, come richiamati in materia di interdizione dall'art. 424). La l. n. 6/2004, tuttavia, ha introdotto la possibilità per il Tribunale si indicare nella sentenza che pronuncia l'interdizione atti di ordinaria amministrazione che l'interdetto potrà compiere autonomamente ovvero con l'assistenza del tutore. Tale disposizione, peraltro, presenta anche profili di criticità in ordine alla tutela dei terzi, non essendo prevista alcuna forma di pubblicità del contenuto della sentenza di interdizione, con riguardo agli eventuali atti che l'interdetto è autorizzato a compiere autonomamente o con l'assistenza del tutore. Il profilo della tutela dei terzi, peraltro, diventa ancora più problematico se si considera che l'autorizzazione configurata dal primo comma dell'art. 427 può essere successivamente revocata dal giudice tutelare, ove l'interdetto ne faccia cattivo uso, sicché potrebbe capitare che l'interdetto esibisca alla propria controparte il provvedimento giudiziario che lo autorizza al compimento dell'atto tacendo, però, la revoca. Fuori dal caso disciplinato dalla norma appena esaminata, gli atti posti in essere dall'interdetto dopo la sentenza di interdizione sono annullabili su istanza del tutore, del medesimo interdetto, dei suoi eredi o aventi causa. Nessuna legittimazione all'impugnazione spetta, invece, ai terzi che abbiano contrattato con l'interdetto. Lo stesso regime riguarda gli atti posti in essere dall'interdetto dopo la nomina del tutore provvisorio, che però si trovano in uno stato di pendenza, nel senso che se il giudizio si concluderà con la sentenza di interdizione gli atti saranno annullabili, altrimenti rimarranno validi, salva, eventualmente, l'applicabilità dell'art. 428 in caso di incapacità naturale.

La capacità di agire dell'inabilitato

A seguito della pubblicazione della sentenza di inabilitazione, l'inabilitato perde la capacità di compiere autonomamente gli atti di straordinaria amministrazione, potendo procedervi solo con l'assistenza del curatore e previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria nei casi di cui all'art. 394. Gli atti compiuti dall'inabilitato senza l'assistenza del curatore (o senza l'autorizzazione dell'autorità giudiziaria nei casi in cui la stessa è necessaria) sono, invece, annullabili su istanza dell'inabilitato, dei suoi eredi o aventi causa (non dei terzi che con l'inabilitato abbiano contrattato). Lo stesso vale nel caso in cui nel corso del giudizio di inabilitazione sia nominato un curatore provvisorio, ma solo ove il giudizio si concluda con sentenza di inabilitazione, rimanendo, altrimenti, gli atti stessi validi, salva sempre l'applicabilità della disciplina di cui all'art. 428 in caso di incapacità naturale.

Bibliografia

Bonilini-Chizzini, L'amministrazione di sostegno, Padova, 2007, 1 e ss.; Buffone, Volontaria giurisdizione. Tutela dei soggetti deboli, Milano, 2012, 1 e ss.; Correnti, Fineschi, Frati, Gulino, Direttive anticipate di trattamento e amministrazione di sostegno: la corte di cassazione richiede lo stato d'incapacità attuale e non futuro, in Resp. civ. e prev., fasc. 2, 2014, 695; Jannuzzi, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004, 319 e ss.; Tagliaferri, L' amministrazione di sostegno nell'interpretazione della giurisprudenza, Piacenza, 2010, 1 e ss.

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