Codice Civile art. 456 - Apertura della successione.

Mauro Di Marzio

Apertura della successione.

[I]. La successione si apre al momento della morte, nel luogo dell'ultimo domicilio del defunto [43, 462, 480, 484, 485, 508, 509, 516, 517, 519, 528, 620, 621, 622, 631, 656, 702, 730, 736, 745, 747, 748, 750, 751, 1146; 23 prel.; 22, 747 c.p.c.].

Inquadramento

La disposizione in commento apre il Libro delle successioni fissando le coordinate di tempo e di spazio della successione per causa di morte (cioè della sorte del complesso dei rapporti giuridici che fanno capo ad una persona fisica, quale conseguenza della sua morte), mediante l'individuazione: a) del momento della morte; b) del luogo in cui essa si verifica.

La norma sta anzitutto a significare che l'evento naturale della morte della persona fisica determina ipso iure, immediatamente ed automaticamente, come conseguenza giuridica, l'esordio del fenomeno successorio (Ferri, in Comm. S. B., 1997, 74), destinato a protrarsi fintanto che non intervenga l'accettazione dell'eredità.

La collocazione temporale e spaziale — in stretto collegamento tra l'uno e l'altro dato, dal momento che il domicilio si individua in relazione al tempo della morte — possiede un'importanza fondamentale nella disciplina del fenomeno successorio, rilevando tanto per i fini dell'individuazione della competenza giurisdizionale e della legge applicabile alla successione, quantunque sulla base non del domicilio, bensì della residenza abituale (artt. 4 e 21 Regolamento (UE) n. 650/2012, su cui v. Ballarino,1116, applicabile a decorrere dal 17 agosto 2015 alle successioni apertesi dopo tale data), quanto per l'identificazione dell'ufficio giudiziario deputato a ricevere dichiarazioni ovvero ad assumere provvedimenti nella materia successoria: si pensi, ad esempio, alla determinazione del tribunale e, con esso, del cancelliere presso il quale effettuare la rinuncia all'eredità, ex art. 519, o l'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario, ex art. 484, ovvero al foro per le cause ereditarie di cui all'art. 22 c.p.c.

Il tempo della morte

Al fine di stabilire il momento della morte occorre far capo all'art. 1 l. n. 578/1993, secondo cui essa «si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo».

Dal momento della morte è consentito alle persone indicate dalla legge — e talvolta è imposto — di chiedere l'apposizione dei sigilli e di dispiegare il complesso dei poteri che spettano al chiamato prima dell'accettazione, ai sensi dell'art. 460. È dal momento della morte, poi, che può configurarsi la giacenza dell'eredità, con la conseguente apertura della curatela prevista dall'art. 528. Ed infine, il momento della morte è quello in cui il successore prende il posto del defunto, giacché l'accettazione, ponendo fine al procedimento di successione, retroagisce al momento nel quale essa si è aperta, ex art. 459.

La morte va documentata in un apposito atto dello stato civile, l'atto di morte, che ne indica il giorno e l'ora (artt. 136 ss. r.d. n. 1238/1939, recante l'ordinamento dello stato civile). La prova della morte può di regola essere data soltanto attraverso tale atto (art. 452), che fa piena prova fino al passaggio in giudicato della sentenza di rettificazione o di quella che accolga la querela di falso eventualmente proposta, e ciò anche ove l'atto di morte si sia formato all'estero e sia stato poi trascritto nei registri dello stato civile (Cass. n. 6363/1993). Se formato all'estero, difatti, l'atto di morte di un cittadino italiano deve essere trasmesso per via diplomatica o consolare per la trascrizione nei registri dello stato civile (Cass. n. 9687/2011).

Alla morte è equiparata la morte presunta, dichiarata ai sensi degli artt. 58 ss., la quale «determina una vera e propria successione mortis causa dei presunti eredi del dichiarato morto» (Cass. n. 536/1981).

Il momento di apertura della successione, in caso di morte presunta, coincide con quello al quale é fatta risalire la morte del soggetto, ossia con il giorno dell'ultima notizia dello scomparso, ex art. 58, non con il giorno in cui diviene esecutiva la sentenza dichiarativa della morte presunta (Ferri, in Comm. S. B., 1997, 77; Grosso e Burdese, in Tr. Vas., 1977, 60; Trib. Chieti 22 settembre 1987).

Il luogo della morte

La successione si apre — non già nel luogo in cui la morte è sopraggiunta, né nel luogo di residenza anagrafica del de cuius, ma — nel luogo dell'ultimo domicilio del defunto (su cui v. Albanese, 405). Il domicilio di una persona è il luogo in cui questa ha stabilito la sede principale dei suoi affari ed interessi, ai sensi dell'art. 43. Esso si differenzia dalla residenza, pure definita dall'art. 43 c.c., che è il luogo di abituale dimora della persona.

Per domicilio si intende allora in giurisprudenza il luogo ove la persona concentra la generalità dei suoi interessi sia materiali ed economici, sia morali, sociali e familiari, prescindendosi dalla dimora o dalla presenza effettiva del medesimo in detto luogo (Cass. n. 18560/2013; Cass. n. 7750/1999). Il domicilio richiede cioè il concorso di un elemento obiettivo, costituito dalla concentrazione degli affari e degli interessi, e di uno soggettivo, rappresentato dall'intenzione, manifestata espressamente o tramite comportamenti concludenti, di stabilire in un determinato luogo la sede principale dei propri affari ed interessi. Pur presupponendo una situazione di fatto così riassunta, il domicilio consiste principalmente, in definitiva, in una situazione giuridica, caratterizzata dalla volontà della persona di stabilire in quel luogo la sede generale delle sue relazioni economiche, morali e sociali, sicché, a differenza della residenza, che si risolve in una res facti, esso è caratterizzato principalmente dall'elemento soggettivo (v. Cass. n. 21370/2011 la quale chiarisce che, per tale ragione, il ricovero in casa di cura o di riposo non importa necessariamente trasferimento del domicilio).

Bibliografia

Albanese, Il tempo e il luogo di apertura della successione, in Vita not. II, 2008, 405; Ballarino, Il nuovo regolamento europeo sulle successioni, in Riv. dir. int. 2013, 1116; Bonilini (a cura di), Trattato di diritto delle successioni e donazioni. I. La successione ereditaria, Milano 2009; Cariota-Ferrara, Le successioni per causa di morte, Napoli, 1991; Cuffaro e Delfini (a cura di), Delle successioni, I, in Comm. c.c. diretto da Gabrielli, Torino, 2010; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, I, L'amministrazione durante il periodo antecedente all'accettazione dell'eredità, Milano, 1968; Vidiri, La decorrenza del termine di prescrizione del diritto di accettazione dell'eredità: una problematica da sempre discussa, in Giust. civ. 2013, I, 2517

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