Codice Civile art. 487 - Chiamato all'eredità che non è nel possesso di beni.

Mauro Di Marzio

Chiamato all'eredità che non è nel possesso di beni.

[I]. Il chiamato all'eredità, che non è nel possesso di beni ereditari, può fare la dichiarazione di accettare col beneficio di inventario [484] fino a che il diritto di accettare non è prescritto [480].

[II]. Quando ha fatto la dichiarazione, deve compiere l'inventario nel termine di tre mesi dalla dichiarazione, salva la proroga accordata dall'autorità giudiziaria a norma dell'articolo 485; in mancanza, è considerato erede puro e semplice.

[III]. Quando ha fatto l'inventario non preceduto da dichiarazione d'accettazione, questa deve essere fatta nei quaranta giorni successivi al compimento dell'inventario; in mancanza, il chiamato perde il diritto di accettare l'eredità.

Inquadramento

Il chiamato all'eredità che non è nel possesso di beni ereditari (nozione su cui v. subart. 485), in forza della disposizione in commento, può fare la dichiarazione di accettazione beneficiata fino a quando il diritto di accettare non è prescritto (sempre che gli interessati non si avvalgano dell'actio interrogatoria: v. subart. 481). Però, ai sensi del comma 2, quando ha fatto la dichiarazione deve fare l'inventario entro tre mesi da essa e, in mancanza, è considerato erede puro e semplice.

Il termine di tre mesi decorre dalla dichiarazione anche se vi sia stata apposizione dei sigilli (Cass. n. 1787/1981).

Invece — prosegue il comma 3 — quando il chiamato non possessore ha eretto l'inventario non preceduto dalla dichiarazione, deve farla nel termine di quaranta giorni dal completamento dell'inventario, altrimenti verificandosi la gravissima conseguenza (della cui equità dubita Ferri, in Comm. S. B., 347) della perdita del diritto di accettare l'eredità, sia nella forma dell'accettazione beneficiata, sia nella forma dell'accettazione pura e semplice.

Naturalmente nel termine fissato il chiamato che ha fatto l'inventario ben può accettare puramente e semplicemente (Cass. n. 1628/1985). È inoltre possibile che nei quaranta giorni il chiamato rinunci all'eredità, nel qual caso potrà avere ingresso la revoca della rinuncia secondo l'art. 525.

La gravità della sanzione è peraltro mitigata dall'opinione giurisprudenziale secondo cui la decadenza conseguente alla mancata redazione dell'inventario può essere fatta valere solo dai creditori del defunto e dai legatari, non anche dai coeredi (Cass. n. 329/1977). A diverse conclusioni, tuttavia, si perviene valorizzando l'attuale indirizzo, rammentato subart. 484, secondo il quale la mancata erezione dell'inventario non comporta decadenza, ma mancato acquisto della qualità di erede beneficiato.

Va precisato che il termine di quaranta giorni si applica soltanto se l'inventario sia stato completato e non se sia stato semplicemente richiesto ed iniziato (Azzariti, Martinez e Azzariti, 88).

Ed è importante ricordare, inoltre, che la norma si applica soltanto nell'ipotesi in cui il chiamato abbia provocato la formazione dell'inventario, e non già anche negli altri casi in cui la redazione dell'inventario sia stata compiuta ad istanza di terzi (Cass. n. 1482/1984). Perciò, non decadono dal diritto di accettare l'eredità i chiamati non in possesso che abbiano semplicemente assistito alla formazione dell'inventario, avvalendosi dell'art. 771 c.p.c. (App. Bologna 24 maggio 1962, GC, 1962, I, 2268).

Bibliografia

Azzariti, Martinez e Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Bianca, Cariota-Ferrara, Le successioni per causa di morte, Napoli, 1991; Di Marzio, L'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario, Milano, 2013; Ferrario Hercolani, L'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario, in Tratt. dir. successioni e donazioni diretto da Bonilini, I, Milano, 2009; Giannattasio, Delle successioni. Successioni testamentarie, Torino, 1961; Lorefice, L'accettazione con beneficio d'inventario, in Rescigno (a cura di), Successioni e donazioni, I, Padova, 1994; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, II, L'amministrazione nel periodo successivo all'accettazione dell'eredità, Milano, 1969; Prestipino, Delle successioni in generale, in Comm. c.c. diretto da De Martino, Roma 1981; Ravazzoni, Beneficio di inventario, in Enc. giur., I, Roma, 1988; Zaccaria, Rapporti obbligatori e beneficio di inventario, Torino, 1994.

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