Codice Civile art. 492 - Garanzia.

Mauro Di Marzio

Garanzia.

[I]. Se i creditori o altri aventi interesse lo richiedono, l'erede deve dare idonea garanzia [1179; 119 c.p.c.] per il valore dei beni mobili compresi nell'inventario, per i frutti degli immobili e per il prezzo dei medesimi che sopravanzi al pagamento dei creditori ipotecari [750 c.p.c.].

Inquadramento

Nell'affidare all'erede l'amministrazione del patrimonio ereditario accettato con beneficio, il legislatore ha — come contropartita, osserva Ferri, in Comm. S. B., 382 — riconosciuto ai creditori e legatari uno strumento di tutela contro il pericolo di dispersione dei beni mobili ereditari. A tale scopo è posta la norma in commento.

Essa si riferisce ad una garanzia data per soli mobili, siano essi quelli compresi nel patrimonio relitto al momento della successione, ovvero i frutti prodotti da beni ereditari (che hanno la stessa destinazione di tutto il patrimonio: Natoli, 164), ovvero il danaro ricavato dalla vendita degli immobili.

È escluso, invece, nulla disponendo la norma, che la garanzia debba riguardare danni agli immobili.

Creditori e legatari, naturalmente, possono avvalersi anche degli strumenti cautelari ordinari.

La S.C. ha osservato che il creditore il quale voglia cautelarsi contro l'erede beneficiato, può giovarsi, anziché dei mezzi di cauzione (fideiussione, deposito in danno ecc.) consentiti dall'art 492, del particolare strumento giuridico del sequestro conservativo, ma egli deve dimostrare il concorso delle condizioni cui detto sequestro è sempre subordinato, l'esistenza cioè in particolare, del fondato timore di perdere la garanzia del proprio credito (Cass. n. 1461/1962; Cass. n. 2544/1955).

Ma l'utilità della misura prevista dall'art. 492 è evidente sol che si rifletta sul diverso ambito di discrezionalità che il giudice possiede nel provvedere sulla domanda di concessione del sequestro e di imposizione della garanzia. Difatti, nel primo caso egli è chiamato a sindacare l'esistenza dei presupposti del sequestro, sotto il profilo del fumus e del periculum, mentre nel secondo caso deve limitarsi a valutare modo e misura della garanzia. Per ottenere la concessione del sequestro conservativo, cioè, occorre dimostrare la fondatezza del timore di perdere la garanzia del proprio credito. In caso di accettazione beneficiata, invece, la garanzia si giustifica per il fatto stesso che l'erede beneficiato, pur essendo il debitore, non risponde dei debiti ereditari che con una parte del patrimonio.

La garanzia, perciò, alla luce della formulazione letterale della norma, non potrebbe essere negata neppure nel caso che apparisse superflua per mancanza del pericolo di perdere la garanzia del credito (Ferri, in Comm. S. B., 382). E, tuttavia, si riconosce che della misura non avrebbero titolo ad avvalersi, per carenza di interesse, i creditori già muniti di adeguata garanzia reale (Grosso e Burdese, in Tr. Vas., 462). Inoltre, un sicuro limite alla discrezionalità del giudice è costituito dal valore dei beni, valore che, nell'imporre la garanzia, non può essere sopravanzato (Ferri, in Comm. S. B., 382).

Nel silenzio della legge, che parla genericamente di garanzia, si ritiene che questa possa consistere in una cauzione, fideiussione o garanzia reale e che la scelta spetti all'onerato, ex art. 1179, spettando al giudice stabilire se sia adeguata (Prestipino, 304; Ferri, in Comm. S. B., 383).

E, per quanto attiene alla prestazione della garanzia, occorre aggiungere che essa non può gravare sul patrimonio ereditario, il che altererebbe i rapporti tra i creditori. Deve trattarsi, perciò, di una garanzia reale su beni personali dell'erede beneficiato, ovvero di una garanzia personale data dall'erede beneficiato (Ferri, in Comm. S. B., 383).

La garanzia, inoltre, ha efficacia soltanto in favore di coloro i quali l'abbiano chiesta, non essendovi motivo di costituire garanzie in favore degli altri creditori e legatari che siano rimasti inattivi, fidando dell'erede (Grosso e Burdese, in Tr. Vas., 462; Prestipino, 304; Ferri, in Comm. S. B., 383).

Il procedimento per l'imposizione della garanzia va desunto dall'art. 750 c.p.c. (Ferri, in Comm. S. B., 383). L'istanza, dunque, va proposta con ricorso al presidente del tribunale del luogo dell'aperta successione, salvo che non sia pendente il giudizio, nel qual caso va proposta al giudice che ne è titolare. Fissata l'udienza di comparizione delle parti ed il termine per la notifica del ricorso e del decreto, il giudice stabilisce con ordinanza le modalità e l'ammontare della garanzia. L'ordinanza è reclamabile ai sensi dell'art. 739 c.p.c. dinanzi al presidente della corte d'appello.

Nulla la legge dice per l'ipotesi che l'erede beneficiato non presti la garanzia. Si esclude, in proposito, che possa applicarsi la sanzione della decadenza dal beneficio, non prevista (Cicu 1961, 290; Grosso e Burdese, in Tr. Vas., 463; Ferri, in Comm. S. B., 384), e si aggiunge che ai creditori non resta altro rimedio che il ricorso al sequestro conservativo o ad altra misura cautelare (Cicu, in Tr. C. M., 290; Prestipino, 304), precisandosi che il fondato timore di perdere la garanzia del proprio credito dovrebbe essere considerato in re ipsa nella mancata prestazione della garanzia (Grosso e Burdese, in Tr. Vas.,463), mentre da altri si suggerisce il ricorso alla separazione dei beni, ex art. 512, quale strumento assai vicino al sequestro conservativo (Ferri, in Comm. S. B., 384).

Bibliografia

Azzariti, Martinez e Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Bianca, Cariota-Ferrara, Le successioni per causa di morte, Napoli, 1991; Di Marzio, L'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario, Milano, 2013; Ferrario Hercolani, L'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario, in Tratt. dir. successioni e donazioni diretto da Bonilini, I, Milano, 2009; Giannattasio, Delle successioni. Successioni testamentarie, Torino, 1961; Lorefice, L'accettazione con beneficio d'inventario, in Rescigno (a cura di), Successioni e donazioni, I, Padova, 1994; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, II, L'amministrazione nel periodo successivo all'accettazione dell'eredità, Milano, 1969; Prestipino, Delle successioni in generale, in Comm. c.c. diretto da De Martino, Roma 1981; Ravazzoni, Beneficio di inventario, in Enc. giur., I, Roma, 1988; Zaccaria, Rapporti obbligatori e beneficio di inventario, Torino, 1994.

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