Codice Civile art. 498 - Liquidazione dell'eredità in caso di opposizione.Liquidazione dell'eredità in caso di opposizione. [I]. Qualora entro il termine indicato nell'articolo 495 gli sia stata notificata opposizione da parte di creditori o di legatari [530, 2906], l'erede non può eseguire pagamenti, ma deve provvedere alla liquidazione dell'eredità nell'interesse di tutti i creditori e legatari [499 ss.]. [II]. A tal fine egli, non oltre un mese dalla notificazione dell'opposizione, deve, a mezzo di un notaio del luogo dell'aperta successione, invitare i creditori e i legatari a presentare, entro un termine stabilito dal notaio stesso e non inferiore a giorni trenta, le dichiarazioni di credito [505, 507, 509; 779 2 c.p.c.]. [III]. L'invito è spedito per raccomandata ai creditori e ai legatari dei quali è noto il domicilio o la residenza ed è pubblicato nel foglio degli annunzi legali della provincia (1) [506; 52 att.]. (1) I fogli degli annunzi legali delle province sono stati aboliti dall'art. 31 1 l. 24 novembre 2000, n. 340, con la decorrenza ivi indicata. Al successivo comma 3 il medesimo articolo ha inoltre stabilito che, quando disposizioni vigenti prevedono la pubblicazione nel foglio annunzi legali come unica forma di pubblicità, la pubblicazione venga effettuata nella Gazzetta Ufficiale. InquadramentoSe all'erede beneficiato vengono notificate opposizioni alla liquidazione individuale (art. 495) egli non può eseguire pagamenti, ma deve procedere alla liquidazione dell'eredità nell'interesse di tutti i creditori e legatari. La liquidazione concorsuale, in caso di opposizione, diviene per l'erede beneficiato obbligatoria (Cass. n. 1361/1960). Per volontà dei creditori e legatari, dunque, l'estinzione delle passività ereditarie può essere sottratta alla sfera di applicazione del principio prior in tempore, potior in iure ed assoggettata alla regola della par condicio creditorum. Il che impedisce il pagamento dei creditori e legatari qui primi veniunt, ed impone di soddisfare le passività ereditarie solo dopo che, formato lo stato di graduazione, esso sia divenuto definitivo, ex art. 502. Effetto primario della liquidazione concorsuale è perciò il divieto di effettuare pagamenti individuali. Essi non possono essere eseguiti — con il temperamento previsto dall'art. 505 — per tutto il periodo che va dall'apertura della procedura di liquidazione concorsuale al momento in cui lo stato di graduazione diviene definitivo perché non sono state fatte opposizioni oppure perché sono state respinte. Bene si osserva, dunque, che «i crediti ereditari sono temporaneamente inesigibili» (Cass. n. 5785/1992). L'opposizioneCiascun creditore o legatario può provocare la liquidazione concorsuale, sicché, in caso di più opposizioni, il termine fissato all'erede per il compimento degli adempimenti previsti dalla legge decorre dalla prima di esse (Cicu, in Tr. C. M., 300). All'opposizione va riconosciuta natura di atto unilaterale ricettizio, disciplinato dal combinato disposto degli artt. 1334 e 1335 (Natoli, 251). Giacché essa è assoggettata ad un termine di natura decadenziale l'opposizione, per produrre i suoi effetti, deve raggiungere l'erede entro il mese concesso dalla legge. Quanto alla forma dell'opposizione, si è detto che essa potrebbe essere formulata anche verbalmente (Grosso e Burdese, in Tr. Vas., 479; Natoli, 251). Si è replicato che l'espressione «notificare» deve essere intesa quale sinonimo di portare a conoscenza con modalità utili a precostituire la prova del risultato raggiunto (Di Marzio, 544). L'invito a presentare le dichiarazioni di creditoNel dare impulso alla liquidazione concorsuale l'erede deve accerta quali siano i creditori e legatari. Dispone l'art. 498, comma 2, che l'erede deve, a mezzo di un notaio del luogo dell'aperta successione, invitare i creditori e i legatari (non i legatari di specie, che sono proprietari e non creditori: Cariota Ferrara, 630) a presentare, entro un termine stabilito dal notaio stesso e non inferiore a giorni trenta, le dichiarazioni di credito. È stato di recente chiarito che, in tema di liquidazione concorsuale dell'eredità beneficiata, il termine previsto dall'art. 498, comma 2, c.c., entro il quale l'erede deve invitare i creditori e i legatari a presentare le dichiarazioni di credito, ha natura perentoria, in quanto coerente con l'esigenza di procedere in tempi ragionevoli alla liquidazione dell'eredità; in funzione della medesima necessità è perentorio anche il termine, fissato dal notaio, entro il quale i creditori e i legatari possono presentare le dichiarazioni di credito (Cass. II, n. 30247/2019). Secondo alcuni la funzione del notaio «non è integrativa di una incapacità dell'erede» (Cicu, in Tr. C. M.,301; Ferri, in Comm. S. B.,414). Altri, invece, ritengono che la presenza del notaio valga a «completare la legittimazione del o degli eredi» (Natoli, 253). In ogni caso, la dottrina conviene sul punto che il concorso della volontà del notaio, nello svolgimento della liquidazione concorsuale, è da ritenersi essenziale (Cicu, in Tr. C. M., 301). Il notaio non è nominato dal giudice, ma liberamente scelto dalla parte, che è tenuta ad osservare il solo limite della competenza territoriale. In giurisprudenza si è difatti osservato che il notaio incaricato della liquidazione trae i suoi poteri dall'incarico conferito dall'erede, e non è necessariamente lo stesso notaio designato dal giudice per formare l'inventario (Trib. Napoli 5 febbraio 1971). Perciò, non si può ritenere, in questo caso, che il notaio operi come ausiliare del giudice (non sarebbe pertinente il richiamo a Cass. n. 9648/2000, Cass. n. 1953/1976, trattandosi di decisioni riferite all'erezione dell'inventario). Se vi sono più eredi che, intendendo procedere alla liquidazione concorsuale, non si accordano sulla designazione del notaio, non rientra nei poteri del giudice della volontaria giurisdizione la risoluzione del conflitto (Trib. Napoli 5 febbraio 1971). Ai sensi dell'art. 498, comma 3, il notaio deve inviare l'invito a mezzo di raccomandata ai creditori e legatari dei quali è noto il domicilio o la residenza. L'invito, inoltre, è pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Quest'ultimo tipo di comunicazione adempie alla funzione «di assicurare una forma di conoscenza legale da parte di tutti coloro che non siano stati, per qualsiasi motivo, raggiunti dall'invito individuale, rispetto al quale essa assume una finalità per così dire surrogatoria» (Cass. n. 8527/1994). La pubblicazione sul foglio degli annunci legali è dotata di efficacia uguale alla comunicazione a mezzo di lettera raccomandata (Cass. n. 8527/1994). La pubblicazione segna il momento a partire dal quale non possono più essere promosse procedure esecutive individuali e gli interessi chirografari cessano di prodursi. Possono invece essere proposte azioni di accertamento e (ordinarie e monitorie) di condanna (anche da parte dei creditori che abbiano presentato la dichiarazione), poiché la norma in commento preclude soltanto le procedure esecutive individuali (Cass. n. 1948/2011; Cass. n. 28749/2008; Cass. n. 25670/2008; Cass. n. 4704/2001; Cass. n. 11848/1991). Quanto al contenuto delle dichiarazioni di credito, si deve dire che esse il mezzo attraverso il quale l'erede beneficiato accerta le passività ereditarie, sì da procedere, in seguito, alle necessarie alienazioni ed alla formazione dello stato di graduazione in vista del pagamento dei debiti. Le dichiarazioni, perciò, devono esporre la pretesa vantata dal creditore o legatario in modo chiaro ed intelligibile e, di regola, devono essere corredate della documentazione di appoggio, tale da consentire all'erede di valutarne la fondatezza (Di Marzio, 564). Termini per le dichiarazioni di creditoIl termine per le dichiarazioni di credito per i creditori che non siano stati avvisati personalmente decorre dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si osserva in giurisprudenza che, una volta che tale termine sia decorso, coloro che non siano stati avvisati individualmente non potranno chiedere, neppure allegando che il loro recapito era noto, di essere ammessi nello stato di graduazione» (Cass. n. 8527/1994). I pretermessi potranno «esperire eventualmente azioni di responsabilità fondata su dolo o colpa » (Cass. n. 8527/1994). Ed inoltre, incorre in decadenza dal beneficio di inventario l'erede che non spedisca l'invito ai creditori e legatari dei quali gli è noto il domicilio, giacché l'art. 505 commina tale sanzione per l'inosservanza di ogni norma stabilita dall'art. 498. Anche la dottrina, muovendo dal rilievo che l'art. 502 stabilisce che coloro che non si sono presentati possono far valere i loro diritti solo su quanto residua dopo il pagamento dei creditori e dei legatari collocati nello stato di graduazione, afferma che la mancata presentazione della dichiarazione di credito nel termine fissato preclude ai creditori la possibilità di partecipare alla liquidazione (Prestipino, 330, Natoli, 295). BibliografiaAzzariti, Martinez e Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Bianca, Cariota-Ferrara, Le successioni per causa di morte, Napoli, 1991; Di Marzio, L'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario, Milano, 2013; Ferrario Hercolani, L'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario, in Tratt. dir. successioni e donazioni diretto da Bonilini, I, Milano, 2009; Giannattasio, Delle successioni. Successioni testamentarie, Torino, 1961; Lorefice, L'accettazione con beneficio d'inventario, in Rescigno (a cura di), Successioni e donazioni, I, Padova, 1994; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, II, L'amministrazione nel periodo successivo all'accettazione dell'eredità, Milano, 1969; Prestipino, Delle successioni in generale, in Comm. c.c. diretto da De Martino, Roma 1981; Ravazzoni, Beneficio di inventario, in Enc. giur., I, Roma, 1988; Zaccaria, Rapporti obbligatori e beneficio di inventario, Torino, 1994. |