Codice Civile art. 522 - Devoluzione nelle successioni legittime.

Mauro Di Marzio

Devoluzione nelle successioni legittime.

[I]. Nelle successioni legittime la parte di colui che rinunzia si accresce a coloro che avrebbero concorso col rinunziante, salvo il diritto di rappresentazione [467 ss.] e salvo il disposto dell'ultimo comma dell'articolo 571. Se il rinunziante è solo, l'eredità si devolve a coloro ai quali spetterebbe nel caso che egli mancasse.

Inquadramento

La disposizione in commento regola, unitamente al successivo art. 523 (concernente la successione testamentaria), la sorte del compendio ereditario rinunciato nei riguardi delle persone chiamate insieme o in luogo del rinunciante. In caso di successione legittima, la devoluzione della quota rinunciata si attua secondo i principi generali (Ferri, in Comm. S.B. 1970, 104).

Pertanto occorre verificare anzitutto l'operatività della rappresentazione nei confronti dei discendenti del rinunciante (art. 467). In mancanza di rappresentazione ha luogo la devoluzione agli ascendenti ex art. 571. In mancanza dei presupposti per dar corso alla rappresentazione o alla successione degli ascendenti ex art. 571, la quota di eredità rinunciata si accresce (anche se non può parlarsi di accrescimento in senso tecnico, trattandosi di istituto previsto per le successioni testamentarie: v. sub art. 674 ss.) proporzionalmente ed automaticamente a favore di coloro che avrebbero concorso con il rinunciante (Prestipino, in Comm. De M. 1981, 437; Grosso-Burdese, in Tr. Vas. 1977, 358).

Anche in giurisprudenza si è osservato che in forza del combinato disposto degli art. 522 e 676, la quota del coerede rinunziante si accresce ipso iure a favore di coloro che avrebbero con lui concorso, senza che sia necessaria una specifica accettazione dei subentranti, atteso che l'acquisto per accrescimento consegue all'espansione dell'originario diritto all'eredità, già sussistente in capo ai subentranti, con l'ulteriore conseguenza che, determinatosi tale acquisto, la rinunzia all'eredità diviene irrevocabile (Cass. n. 8021/2012).

In mancanza dei soggetti nei cui riguardi opera l'accrescimento previsto dalla norma in commento, l'eredità si devolve ai chiamati di ordine e grado ulteriore (art. 566) ed eventualmente allo Stato.

Se il chiamato muore prima di aver manifestato la propria volontà in ordine all'accettazione o alla rinuncia dell'eredità, la facoltà di accettare o rinunziare si trasmette ai suoi eredi ex art 479, al cui commento si rinvia.

Bibliografia

Capozzi, Successioni e donazioni, Milano, 2009; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, I, L'amministrazione durante il periodo antecedente all'accettazione dell'eredità, Milano, 1968.

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