Codice Civile art. 523 - Devoluzione nelle successioni testamentarie.Devoluzione nelle successioni testamentarie. [I]. Nelle successioni testamentarie, se il testatore non ha disposto una sostituzione [688] e se non ha luogo il diritto di rappresentazione [467 2], la parte del rinunziante si accresce ai coeredi a norma dell'articolo 674, ovvero si devolve agli eredi legittimi a norma dell'articolo 677. InquadramentoMentre l'art. 522 si sofferma sul caso della rinuncia del chiamato per successione legittima, la norma in commento regola l'ipotesi della rinunzia di uno dei coeredi chiamato per testamento. In tal caso la devoluzione si attua anzitutto in favore del sostituto indicato nel testamento: la sostituzione (ordinaria) prevale cioè sia sulla rappresentazione che sull'accrescimento. In tal senso dispone del resto l'art. 688, il quale prevede che il testatore può sostituire all'erede istituito altra persona per il caso che il primo non possa o non voglia accettare. Nonostante la genericità della norma, sembra da escludere che essa si riferisca anche alla sostituzione fedecommissaria, considerata la particolarità della disciplina prevista per quest'ultimo istituto (Sciarrino, in Comm. Cendon 2009, 428). In secondo luogo, ove il testatore non abbia disposto una sostituzione, trova applicazione l'istituto della rappresentazione (art. 467). In terzo luogo, in mancanza di sostituzione e rappresentazione, la quota rinunziata sarà oggetto di accrescimento a norma dell'art. 674, quando, cioè, con lo stesso testamento siano stati istituiti più eredi nell'universalità dei beni, senza determinazione di parti o in parti uguali, anche se determinate. In quarto luogo, in mancanza di sostituzione, rappresentazione e accrescimento, l'eredità rinunciata si devolve agli eredi legittimi. Quanto agli effetti della rinuncia da parte di un legittimario, deve rammentarsi il principio secondo cui, in tema di successione necessaria, l'individuazione della quota di riserva spettante alle singole categorie di legittimari ed ai singoli legittimari appartenenti alla medesima categoria va effettuata sulla base della situazione esistente al momento dell'apertura della successione e non di quella che si viene a determinare per effetto del mancato esperimento, per rinunzia o per prescrizione, dell'azione di riduzione da parte di qualcuno dei legittimari (Cass. S.U. n. 13429/2006; Cass. n. 3471/2008; Cass. n. 13385/2011). Per il decorso del termine di prescrizione nell'ipotesi considerata v. Cass. n. 16426/2012, ed in precedenza, in senso difforme, Cass. n. 12575/2000. BibliografiaCapozzi, Successioni e donazioni, Milano, 2009; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, I, L'amministrazione durante il periodo antecedente all'accettazione dell'eredità, Milano, 1968. |