Codice Civile art. 528 - Nomina del curatore.Nomina del curatore. [I]. Quando il chiamato non ha accettato l'eredità e non è nel possesso di beni ereditari [487], il tribunale del circondario in cui si è aperta la successione [456], su istanza delle persone interessate o anche d'ufficio, nomina un curatore dell'eredità [460 3, 529-532, 2830; 134 trans.] (1). [II]. Il decreto di nomina del curatore, a cura del cancelliere, è pubblicato per estratto nel foglio degli annunzi legali della provincia (2) e iscritto nel registro delle successioni [52, 53 att.; 781 ss. c.p.c.; 193 trans. c.p.c.]. (1) Comma così modificato dall'art. 145 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51. (2) I fogli degli annunzi legali delle province sono stati aboliti dall'art. 31 1 l. 24 novembre 2000, n. 340, con la decorrenza ivi indicata. Al successivo comma 3 il medesimo articolo ha inoltre stabilito che, quando disposizioni vigenti prevedono la pubblicazione nel foglio annunzi legali come unica forma di pubblicità, la pubblicazione venga effettuata nella Gazzetta Ufficiale. InquadramentoLa disposizione in commento non definisce il fenomeno della giacenza, limitandosi ad affermare che, quando il chiamato non ha accettato e non è nel possesso dei beni ereditari, il giudice competente nomina un curatore dell'eredità. Presupposti della giacenza dell'eredità sono dunque la mancanza di accettazione e l'assenza del possesso di beni ereditari da parte del chiamato. È stato peraltro affermato che la situazione di giacenza ricorre anche in caso di incertezza sull'esistenza di chiamati (Cass. n. 2069/1973; Cass. n. 3087/1987). In ogni caso la ratio dell'istituto dell'eredità giacente consiste nel tutelare un patrimonio ereditario momentaneamente acefalo. Quanto all'assenza del possesso di beni ereditari, è stato escluso che il presupposto della giacenza ricorra in ipotesi di amministrazione dei beni ereditari da parte del chiamato (Cass. n. 9228/1991). Quanto al tempo del possesso, si ritiene indifferente che il chiamato possieda fin dall'apertura della successione o che acquisti il possesso successivamente, poiché la dichiarazione di giacenza è comunque impedita dal possesso di beni ereditari al momento della pronuncia del giudice (Grosso-Burdese, in Tr. Vas. 1977, 198; Prestipino, in Comm. De M. 1981, 484). In caso di pluralità di chiamati e nell'ipotesi in cui uno di essi abbiano accettato, ovvero sia in possesso di beni ereditari, mentre gli altri, senza essere in possesso di beni, rimangano nella posizione di chiamati, la Suprema Corte ha escluso la configurabilità di una situazione di giacenza parziale o pro quota dell'eredità (Cass. n. 2611/2001). Secondo l'opinione prevalente, poiché l'istituto in esame mira allo scopo pratico di assicurare la conservazione e l'amministrazione del patrimonio ereditario, l'eredità non è giacente se non dal momento in cui viene nominato il curatore (Cicu, in Tr. C. M. 1961, 147; Grosso-Burdese, 192; Prestipino, in Comm. De M. 1981, 484). Si ritiene in prevalenza in proposito che il giudice, una volta riconosciuti sussistenti i presupposti indicati dall'art. 528, debba senz'altro provvedere alla nomina del curatore (Grosso-Burdese, in Tr. Vas. 1977, 201; Prestipino, in Comm. De M. 1981, 487). Per gli aspetti procedurali v. sub artt. 781 ss. c.p.c. BibliografiaCapozzi, Successioni e donazioni, Milano, 2009; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, I, L'amministrazione durante il periodo antecedente all'accettazione dell'eredità, Milano, 1968; Trimarchi, L'eredità giacente, Milano, 1954. |