Codice Civile art. 548 - Riserva a favore del coniuge separato (1).Riserva a favore del coniuge separato (1). [I]. Il coniuge cui non è stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato, ai sensi del secondo comma dell'articolo 151, ha gli stessi diritti successori del coniuge non separato [585 1]. [II]. Il coniuge cui è stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato ha diritto soltanto ad un assegno vitalizio se al momento dell'apertura della successione godeva degli alimenti [433] a carico del coniuge deceduto. L'assegno è commisurato alle sostanze ereditarie e alla qualità e al numero degli eredi legittimi, e non è comunque di entità superiore a quella della prestazione alimentare goduta. La medesima disposizione si applica nel caso in cui la separazione sia stata addebitata ad entrambi i coniugi [585 2]. (1) Articolo così sostituito dall'art. 182 l. 19 maggio 1975, n. 151. InquadramentoLa disposizione in commento equipara al coniuge non separato, ai fini dell'applicazione della disciplina della successione necessaria, quello separato senza addebito: e ciò vuol dire che, ai sensi dell'art. 540, al coniuge separato senza addebito spetta non solo la metà dell'asse, salvo non vi sia concorso con i figli del de cuius ex art. 542, ma anche il diritto di abitazione di cui al comma 2 del citato art. 540, al cui commento si rinvia. Qualora il coniuge superstite abbia ottenuto in sede di separazione l'assegnazione della casa familiare in applicazione dell'art. 155-quater, sembra da credere che il diritto di abitazione previsto dall'art. 540, attesa la sua natura reale, prevalga fin da subito sull'altro, che è invece natura personale (Mascheroni, in Comm. Gabrielli 2010, 562). Il coniuge separato con addebito (con sentenza passata in giudicato) perde i diritti ereditari, ma può conseguire un assegno vitalizio se (e solo se), al momento dell'apertura della successione, godeva degli alimenti a carico del coniuge defunto. Detto assegno ha natura di legato obbligatorio ex lege (Mascheroni, in Comm. Gabrielli 2010, 562). Si discute altresì che si tratti di prestazione di natura alimentare (per l'affermativa Mengoni, in Tr. C. M. 1999, 190; in senso opposto Cattaneo, in Tr. Res 1997, 473), questione che presenta evidenti ricadute pratiche, anzitutto perché, ove si trattasse di prestazione alimentare, essa cesserebbe con il venir meno dello stato di bisogno. Per un verso la disposizione in commento non fa menzione dello stato di bisogno, né qualifica l'assegno come assegno alimentare, commisurandone l'entità alle sostanze ereditarie e alla qualità e al numero degli eredi, tanto più che la previsione di un assegno vitalizio appare estranea alla nozione stessa di stato di bisogno, che per sua natura è suscettibile di modificarsi nel tempo. Per altro verso l'assegno in discorso altro non è che una prestazione sostitutiva di quella alimentare di cui il beneficiario godeva prima dell'apertura della successione, né si rinviene una ragionevole spiegazione del rafforzamento della posizione del coniuge superstite per la morte dell'obbligato. Si osserva ancora che l'assegno vitalizio partecipa della riserva, e cioè il de cuius non può escludere il relativo diritto (Mengoni, in Tr. C. M. 2000, 194). Obbligati al pagamento dell'assegno sono sia gli eredi che i legatari (Mengoni, in Tr. C. M. 2000, 196). Se la morte interviene in pendenza del giudizio di separazione personale, si determina la cessazione della materia del contendere (Cass. n. 18130/2013), senza che il giudizio possa proseguire in vista della pronuncia di addebito, per le sue ricadute sul regime successorio applicabile (Cass. n. 8976/1987). Merita infine accennare che Corte costituzionale ha riconosciuto anche al coniuge separato con addebito, ove titolare del diritto agli alimenti, il diritto alla pensione di reversibilità (Corte cost. n. 450/1989; Corte cost. n. 1009/1988). BibliografiaAmadio, Azione di riduzione e liberalità non donative (sulla legittima «per equivalente»), in Riv. dir. civ., 2009, I, 683; Andrini, Legittimari, in Enc. giur., XXXI, Roma, 1993; Azzariti-Martinez-Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Bianca, La famiglia. Le successioni, Milano, 2001; Bianca, Invariabilità delle quote di legittima: il nuovo corso della cassazione e suoi riflessi in tema di donazioni e legati in conto di legittima, in Riv. dir. civ. 2008, 211; Bonilini, Manuale di diritto ereditario e delle donazioni, Torino, 2006; Capozzi, Successioni e donazioni, Milano, 1983; Carnevali, Sull'azione di riduzione delle donazioni indirette che hanno leso la quota di legittima, Studi in onore di L. Mengoni, I, Milano, 1995; Ieva, La novella degli artt. 561 e 563 cod. civ.: brevissime note sugli scenari teorico-applicativi, in Riv. not. 2005, 943;Perego, I presupposti della nascita dei diritti di abitazione e di uso a favore del coniuge superstite, in Riv. dir. civ. 1980, 712; Tamburrino, Successione necessaria (dir. priv.), in Enc. dir., XLIII, Milano, 1990, 1348. |