Codice Civile art. 551 - Legato in sostituzione di legittima.Legato in sostituzione di legittima. [I]. Se a un legittimario [536] è lasciato un legato in sostituzione della legittima, egli può rinunziare al legato [649, 650] e chiedere la legittima [521 2]. [II]. Se preferisce di conseguire il legato, perde il diritto di chiedere un supplemento, nel caso che il valore del legato sia inferiore a quello della legittima, e non acquista la qualità di erede [588]. Questa disposizione non si applica quando il testatore ha espressamente attribuito al legittimario la facoltà di chiedere il supplemento. [III]. Il legato in sostituzione della legittima grava sulla porzione indisponibile. Se però il valore del legato eccede quello della legittima spettante al legittimario, per l'eccedenza il legato grava sulla disponibile. InquadramentoAnche la disposizione in commento fa parte degli strumenti posti a tutela del legittimario ed è espressione del principio di intangibilità della legittima. Da un lato, infatti, la norma consente al testatore di soddisfare i diritti successori di un legittimario mediante un legato sostitutivo della legittima, con la conseguenza che egli non acquista la qualità di erede e, dunque, rimane estraneo alla successiva fase di divisione ereditaria (Cass. n. 2809/1990); dall'angolo visuale del testatore, il legato in sostituzione di legittima manifesta cioè la volontà di questi di escludere il legittimario dalla successione (in dottrina Mengoni, in Tr. C. M. 2000, 114), di modo che egli non acquisti la qualità di erede e rimanga pertanto al di fuori della comunione ereditaria (Cass. n. 2809/1990). In tale prospettiva si è icasticamente avvicinato il legato in sostituzione di legittima ad una sorta di diseredazione, sia pure in senso atecnico (in dottrina Santoro-Passarelli, in Comm. D'A.F. 1941, 283). Dall'altro lato, il legatario beneficiario del legato in sostituzione di legittima può rinunziare al legato e chiedere la legittima, così neutralizzando la scelta del testatore; in particolare, una volta effettuata la rinuncia al legato per ottenere la quota di legittima, dovrà esperire l'azione di riduzione per reclamare la qualità di erede, e dovrà farlo non in quanto legittimario leso, bensì in qualità di legittimario pretermesso; altrimenti può scegliere di conservare il legato, perdendo però in tal caso il diritto di chiedere la differenza, qualora il valore del legato sia inferiore a quello della legittima: in altre parole, approfittando del legato in sostituzione, il legittimario non fa altro che rinunciare all'azione di riduzione. Il congegno così descritto non opera se il testatore abbia altresì attribuito al legittimario-legatario il diritto di chiedere il supplemento, nel qual caso il legato assume i connotati del legato in conto di legittima. Il diritto al supplemento di cui all'art. 551, comma 2, ultima parte, è un supplemento in senso tecnico, che si consegue non attraverso l'azione di riduzione, ma con quella di petizione di eredità, ai sensi dell'art. 533, e con l'azione di divisione, che presuppongono la qualità di erede. Il legato in sostituzione di legittima è considerate legato in senso tecnico ed è perciò sottoposto alle regole dettate dagli artt. 649 ss. Si tratta di un legato sottoposto alla condizione risolutiva della rinuncia da parte del legatario. Quest'ultimo acquista quindi, in forza del citato art. 649 senza bisogno di accettazione, e, trattandosi di un diritto di proprietà o altro diritto appartenente al testatore, fin dal momento dell'apertura della successione. Se il legatario rinuncia, invece, viene ad esistenza la condizione risolutiva, la quale costituisce presupposto processuale per l'esercizio dell'azione di riduzione (Cass. n. 1261/1995; Cass. n. 4800/1992; Cass. n. 1537/2000; Cass. n. 4971/2000), per il cui tramite egli può acquistare la qualità di erede negata dal testatore. In proposito la S.C. ha parimenti osservato che il legato tacitativo della legittima è una disposizione a titolo particolare sottoposta a condizione risolutiva (Cass. n. 16252/2013), nel senso che la vocazione testamentaria rimane priva di efficacia nel caso di rinunzia dell'onorato (Cass. n. 37/1964). Ovviamente, in tema di legato in sostituzione di legittima, ove questo abbia ad oggetto il diritto di usufrutto ed il beneficiario muoia prima di averlo accettato, la facoltà di rinunziarvi, quale potere inerente al rapporto successorio in atto, non esauritosi con il definitivo conseguimento del legato, si trasmette all'erede del legatario, divenuto titolare iure hereditatis dell'azione di riduzione; né rileva, in senso contrario, che l'erede medesimo non possa subentrare nel diritto già acquistato dal proprio dante causa, potendo egli comunque scegliere se renderlo definitivo, assumendo su di sé obblighi ed eventuali diritti nascenti dall'estinzione dell'usufrutto ovvero rinunciarvi, in tal modo assolvendo all'onere cui è subordinata l'azione di riduzione (Cass. II, n. 17861/2020). Caratteri del legato sostitutivo della legittimaPer la sussistenza di un legato in sostituzione di legittima, non occorre che la scheda testamentaria usi formule sacramentali, essendo sufficiente che risulti l'intenzione del de cuius di soddisfare il legittimario con l'attribuzione di beni determinati senza chiamarlo all'eredità (Cass. n. 824/2014, concernente un caso in cui il testatore aveva attribuito al legittimario « la sola casa [...] quale sua stretta legittima [...] a titolo di legittima che neanche merita »; nello stesso senso Cass. n. 18583/2011; Cass. n. 12854/2011; Cass. n. 6098/1982; Cass. n. 44/1967). Nel dubbio sulla volontà del testatore il legato è da intendere in conto e non in sostituzione di legittima (Cass. n. 18583/2011; Cass. n. 12854/2011). Il comportamento del legittimario-legatario che importi manifestazione della volontà di ritenere il legato vale come atto confermativo dell'acquisto ex lege, con la conseguente perdita del diritto a chiedere il supplemento ex art. 551 ad integrandam legitimam. L'accettazione confermativa del legato non è vincolata all'osservanza di speciali formalità, sicché essa può essere effettuata, secondo i principi generali, sia in maniera espressa, verbalmente o per iscritto, e sia tacitamente per facta concludentia (Cass. n. 37/1964; Cass. n. 261/1965; Cass. n. 4883/1996; Cass. n. 11288/2007). Un comportamento del beneficiario del legato sostitutivo di legittima dal quale sia dato desumere la volontà, espressa o tacita, dello stesso di conservare il legato, assume, cioè, valenza confermativa, seppure superflua, della già realizzata acquisizione patrimoniale, e, per altro verso, comporta ope legis la contemporanea caducazione del diritto di chiedere la legittima, conseguenza alla quale non può essere posto rimedio neppure con eventuali atti successivi di resipiscenza, attese la definitività e la irretrattabilità degli effetti acquisitivi del lascito testamentario correlati a detta manifestazione di volontà e la consequenziale impossibilità di reviviscenza del diritto di scelta tra il legato sostitutivo e la richiesta della legittima, rimasto caducato al momento stesso in cui è stata manifestata la volontà di conservare il legato (Cass. n. 13785/2004). Secondo la S.C. è inammissibile l'azione revocatoria indirizzata contro la manifestazione di volontà del legatario volta a ritenere il legato (Cass. n. 4005/2013). Viceversa l'atto di accettazione, in applicazione delle norme sull'accettazione e sulla rinuncia all'eredità, può essere impugnato per violenza e per dolo (Cass. n. 1554/1968). Per converso, quanto alla rinuncia al legato, il legittimario in favore del quale il testatore abbia disposto ai sensi dell'art. 551 un legato avente ad oggetto un bene immobile, qualora intenda conseguire la legittima, deve rinunciare al legato stesso in forma scritta exart. 1350, comma 1, n. 5, risolvendosi la rinuncia in un atto dismissivo della proprietà di beni già acquisiti al suo patrimonio; infatti, l'automaticità dell'acquisto non è esclusa dalla facoltà alternativa attribuita al legittimario di rinunciare al legato e chiedere la quota di legittima, tale possibilità dimostrando soltanto che l'acquisto del legato a tacitazione della legittima è sottoposto alla condizione risolutiva costituita dalla rinuncia del beneficiario, che, qualora riguardi immobili, è soggetta alla forma scritta, richiesta dalla esigenza fondamentale della certezza dei trasferimenti immobiliari (Cass. S.U.n. 7098/2011). Al di fuori dell'ipotesi in cui la rinuncia abbia ad oggetto diritti reali immobiliari essa può realizzarsi anche per facta concludentia, purché vi sia una valida e non equivoca manifestazione dell'intento abdicativi del diritto (Cass. n. 1311/1984). La mera richiesta della legittima formulata con la domanda di riduzione della disposizione testamentaria lesiva della quota di riserva non costituisce manifestazione chiara e non equivoca della volontà di rinunziare al legato, essendo ipotizzabile un residuo duplice intento di conservare il legato e di conseguire la legittima (Cass. n. 5779/2006). Si discute se ed in quali limiti, nonché con quali formalità, la rinuncia al legato debba essere oggetto di trascrizione. La rinunzia al legato non si prescrive (in facultativis non datur praescriptio), ma il legatario può incorrere in decadenza attraverso l'impiego nei suoi confronti dell'actio interrogatoria di cui all'art. 650. Si prescrive però nel termine di dieci anni dall'apertura della successione l'azione di riduzione volta ad ottenere la legittima. Il legato in sostituzione grava sulla porzione indisponibile, giacché esso tiene per l'appunto luogo della legittima, fino a concorrenza del valore di essa; qualora il valore del legato ecceda quello della legittima, grava sulla disponibile: in caso contrario darebbe luogo ad un peso insistente sulle ulteriori quote di legittima, in violazione dell'art. 549. In tal senso si è chiarito che il legato in sostituzione di legittima, come espressamente previsto dalla norma in commento, deve gravare sulla porzione indisponibile; ne consegue che, al fine della determinazione di ciascuna quota di riserva, il legittimario di detto legato, ancorché lo abbia accettato perdendo il diritto di chiederne un supplemento, deve essere considerato nel numero complessivo degli eredi legittimari (Cass. n. 18561/2021). Il legittimario che abbia ritenuto il legato in sostituzione di legittima, concorre nondimeno al calcolo della riserva, sicché ha diritto a trattenere il legato fino a concorrenza del valore risultante dal cumulo della disponibile con la sua quota di legittima (Mengoni, 2000, 125). Nello stesso senso si è espressa la giurisprudenza (Cass. n. 111/1984). Tale orientamento va tuttavia rimeditato in considerazione del principio affermato dalla SC, secondo cui, ai fini del calcolo della legittima, occorre far riferimento al momento dell'apertura della successione (Cass. S.U.n. 13429/2006). BibliografiaAmadio, Azione di riduzione e liberalità non donative (sulla legittima «per equivalente»), in Riv. dir. civ., 2009, I, 683; Andrini, Legittimari, in Enc. giur., XXXI, Roma, 1993; Azzariti-Martinez-Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Bianca, La famiglia. Le successioni, Milano, 2001; Bianca, Invariabilità delle quote di legittima: il nuovo corso della cassazione e suoi riflessi in tema di donazioni e legati in conto di legittima, in Riv. dir. civ. 2008, 211; Bonilini, Manuale di diritto ereditario e delle donazioni, Torino, 2006; Capozzi, Successioni e donazioni, Milano, 1983; Carnevali, Sull'azione di riduzione delle donazioni indirette che hanno leso la quota di legittima, Studi in onore di L. Mengoni, I, Milano, 1995; Ieva, La novella degli artt. 561 e 563 cod. civ.: brevissime note sugli scenari teorico-applicativi, in Riv. not. 2005, 943;Perego, I presupposti della nascita dei diritti di abitazione e di uso a favore del coniuge superstite, in Riv. dir. civ. 1980, 712; Tamburrino, Successione necessaria (dir. priv.), in Enc. dir., XLIII, Milano, 1990, 1348. |