Codice Civile art. 589 - Testamento congiuntivo o reciproco.InquadramentoSi è già detto in precedenza del principio dell'unilateralità del testamento e si è accennato che detto principio trova riscontro nel divieto del testamento congiuntivo o reciproco, il quale è posto dalla norma in commento. Il divieto è volto ad impedire che i testatori possano accordarsi per dare ai rispettivi testamenti un determinato contenuto, che essi non avrebbero avuto se la volontà dei loro autori non fosse stata condizionata dalle altrui disposizioni. Si discorre di testamento congiuntivo dinanzi a quello «con cui due o più persone dispongono, in un medesimo atto, delle loro sostanze a favore di altri soggetti, che non devono necessariamente essere identici» (Caramazza, in Comm. De M. 1982, 39). Il testamento reciproco, invece, si ha nel caso che due testatori dispongano in un unico atto delle loro sostanze l'uno in favore dell'altro. In tale ipotesi è palese l'elemento della corrispettivi da che ha determinato e al tempo stesso vincolato e due testatori, al punto che, anche se non vi fosse la disposizione dell'art. 589, si giungerebbe egualmente alla nullità dell'atto per il divieto di cui all'art. 458 (Caramazza, in Comm. De M. 1982, 41). Si discute, in proposito, sulla natura della nullità prevista dall'art. 589. Secondo alcuni, quantunque la norma sia posta a garanzia della spontaneità del volere e della libertà di revoca, essa prevede un'ipotesi di nullità formale, derivante, cioè, dalla violazione di un precetto di forma concernente la stesura del testamento (Cicu, 1969, 18). Si osserva, in particolare, che la nullità sussiste anche se è possibile escludere qualsiasi perturbazione del volere dei testatori — si pensi al caso dei genitori che facciano congiuntamente testamento in favore dei figli — e che, per altro verso, la stessa nullità non sussiste nel caso in cui i testatori facciano testamento a favore di terzi o reciprocamente con atti separati. Secondo altri la nullità ha natura sostanziale, recando una presunzione iuris et de iure di perturbazione della volontà dei testatori, la quale è diretta a proteggere la spontaneità — dunque un carattere sostanziale e non formale — del testamento (Azzariti-Martinez-Azzariti, 1973, 401). BibliografiaAllara, Principi di diritto testamentario, Torino, 1957; Azzariti-Martinez-Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Cannizzo, Successioni testamentarie, Roma, 1996; Capozzi, Successioni e donazioni, I, Milano, 1983; Cicu, Testamento, Milano, 1969; Di Marzio-Matteini Chiari, Le successioni testamentarie, Milano, 2013; Giampiccolo, Il contenuto atipico del testamento, Milano, 1954; Giannattasio, Delle successioni. Successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., Torino, 1961; Greco, Progetto di testamento, minuta di testamento, testamento olografo. Criteri di distinzione, in Giur. compl. Cass. civ. 1953, V, 714-719; Lipari, Autonomia privata e testamento, Milano, 1970; Marmocchi, Forma dei testamenti, Successioni e donazioni, I, Padova, 1994; Pasetti, La sanatoria per conferma del testamento e della donazione, Padova, 1953; Rescigno, Interpretazione del testamento, Napoli, 1952; Rescigno, Il “progetto” di testamento, in Foro it. I, 1954, 1243-1247; Scalia, Confermabilità del testamento orale: prova della volontà del de cuius, certezza dei rapporti e funzione notarile. Alcune riflessioni sul tema, in Riv. not. 1994, II, 166-170; Sibilia, Delle successioni testamentarie. Disposizioni generali. Della capacità di disporre del testamento. Della capacità di ricevere per testamento, in Cod. Civ. annotato, diretto da Perlingieri, Torino, 1980; Trabucchi, A proposito dell'efficacia di una “minuta” di testamento olografo, in Giur. it. I, 2 1953, 313-318; Triola, Il testamento, Milano, 1998; Venditti, Un caso controverso di disposizione testamentaria orale eseguita volontariamente ai sensi dell'art. 590, in Dir. e giust. 1989, 408-433; Vismara, Codicillo, in Enc. dir., VII, , Milano, 1960, 290-295. |