Codice Civile art. 606 - Nullità del testamento per difetto di forma.Nullità del testamento per difetto di forma. [I]. Il testamento è nullo [1418 ss.] quando manca l'autografia o la sottoscrizione nel caso di testamento olografo [602], ovvero manca la redazione per iscritto, da parte del notaio, delle dichiarazioni del testatore o la sottoscrizione dell'uno o dell'altro, nel caso di testamento per atto di notaio [603, 604; 137 trans.]. [II]. Per ogni altro difetto di forma il testamento può essere annullato [1441 ss.] su istanza di chiunque vi ha interesse. L'azione di annullamento si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie [590]. InquadramentoLa disposizione pone la disciplina generale dell'invalidità del testamento per difetto dei requisiti formali dettati dalle norme dedicate ai testamenti ordinari. Essa prevede distinte sanzioni di nullità in casi tassativamente indicati e di annullabilità in tutti gli altri casi. Le figure di invalidità previste dalla norma divergono dalla disciplina in proposito dettata per i contratti. Le applicazioni della disposizione sono state di volta in volta rammentate nei commenti alle singole disposizioni dettate in tema di forma del testamento. Le cause di invalidità dei testamenti ordinari per difetto di forma sono disciplinate dalla disposizione in commento, che è divisa in due commi, il primo dedicato alle ipotesi di nullità in casi tassativamente indicati, il secondo a quelle di annullabilità, nelle fattispecie residuali. L'una e l'altra sanzione assumono connotati peculiari, sia per la natura che per il particolare modo di rilevare rispetto ai terzi (Giampiccolo, 1954, 203). Già la graduazione tra nullità ed annullabilità delle sanzioni comminate in caso di violazioni del formalismo testamentario si pone quale eccezione alla regola secondo cui la mancanza della forma prescritta ad substantiam, quale indubbiamente quella richiesta per il testamento, determina in ogni caso nullità, giusta il combinato disposto degli artt. 1418 e 1325, n. 4. La nullità delle disposizioni testamentarie, anche per difetto di forma, è suscettibile di sanatoria per conferma, ex art. 590, al cui commento si rinvia. L'annullabilità di cui all'art. 606, poi, sfugge alla regola secondo cui essa, nei negozi inter vivos, è relativa, potendo essere fatta valere «solo dalla parte nel cui interesse è stabilito dalla legge», exart. 1441. Nella materia in esame, infatti, l'annullabilità è assoluta, potendo agire chiunque vi abbia interesse (Giampiccolo, 1954, 205; Cicu, 1969, 98; Marmocchi, 1994, 874). Ulteriore peculiarità dell'annullabilità in materia sta in ciò, che, a differenza del principio operante in materia contrattuale, alla stregua del quale il termine di prescrizione dell'azione di annullamento, salvo casi particolari, inizia a decorrere dal giorno della conclusione del contratto, ex art. 1442, comma 3, lo stesso, termine, per quanto riguarda l'azione di annullamento del testamento, inizia a decorrere dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie, exart. 606, comma 2. Tutto ciò, in generale, induce a constatare — attraverso il meccanismo della sanatoria per conferma della nullità e della legittimazione di chiunque vi abbia interesse all'azione di annullabilità — un reciproco approssimarsi delle due forme di invalidità (Cass. n. 3548/1954). Disciplina delle invalidità formali del testamentoPrimo dei casi di nullità ricordati dall'art. 606 è l'assenza di autografia o di sottoscrizione nel testamento olografo. Qui la sanzione di nullità si giustifica perché «se manca l'olografia non è neanche concepibile che esista l'olografo» (Branca, 1988, 126). Altrettanto evidente è la ragione della nullità comminata ne caso di mancanza della redazione per iscritto del testamento pubblico da parte del notaio, giacché in tale formalità sta l'essenza del testamento pubblico. Ovvia anche la sanzione di nullità per il caso di mancanza di sottoscrizione del testatore e del notaio nel caso di testamento pubblico e segreto: senza l'una o l'altra la scheda «tutto sarebbe fuorché testamento per atto di notaio» (Branca, 1988, 126). Quanto all'annullabilità, essa è prevista come forma di invalidità residuale, essendo prevista dall'art. 606, comma 2, «per ogni altro difetto di forma». Si può accennare, al riguardo, quali esempi, alla mancanza della data in ciascuna forma di testamento; alla mancanza dell'ora della sottoscrizione, ovvero della lettura, nei testamenti per atto di notaio. La pronuncia di annullamento del testamento ha efficacia retroattiva e comporta il ripristino della situazione giuridica al momento della apertura della successione, con delazione, quindi, in favore del successibile ex lege, come se il testamento non fosse esistito. Prima che sia pronunziato l'annullamento è comunque valido l'atto di disposizione compiuto dall'erede legittimo (Cass. II, n. 9364/2020). L'annullabilità, come tale, non può essere fatta valere d'ufficio, ma deve essere eccepita da chiunque vi abbia interesse, ovvero da chi, in conseguenza dell'annullamento, acquisterebbe o amplierebbe un qualche diritto. Si è detto della decorrenza del termine di prescrizione quinquennale dell'azione di annullamento dalla esecuzione del testamento. Su tale nozione v. Cass. n. 892/1987; Cass. n. 2585/1962). Ultima questione meritevole di menzione è se trovi applicazione, in materia di annullamento del testamento, la regola posta dall'art. 1442, comma 4, riassunta nel brocardo quae temporalia ad agendum, perpetua ad exicipiendum. Sembra preferibile la risposta positiva, sul rilievo che le norme che regolano il contratto sono applicabili al testamento nei limiti della compatibilità, la quale è rispettata, giacché l'eccezione di annullamento si colloca in una controversia tra vivi, in cui la causa mortis non ha più rilievo (Branca, 1988, 128) In giurisprudenza, Cass. n. 354/1954. BibliografiaAllara, Principi di diritto testamentario, Torino, 1957; Antonini, Il problema dell'applicabilità all'atto pubblico dell'art. 4 della legge sui ciechi, in Riv. dir. civ. 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