Codice Civile art. 621 - Pubblicazione del testamento segreto.Pubblicazione del testamento segreto. [I]. Il testamento segreto [604, 605] deve essere aperto e pubblicato dal notaio appena gli perviene la notizia della morte del testatore. Chiunque crede di avervi interesse può chiedere, con ricorso al tribunale del circondario in cui si è aperta la successione [456], che sia fissato un termine per l'apertura e la pubblicazione [7 att.; 749 c.p.c.] 12. [II]. Si applicano le disposizioni del terzo comma dell'articolo 620.
[1] Comma così modificato dall'art. 145 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51. [2] A norma dell'art. 27, comma 2, lett. a), n. 3, del d.lgs. 13 luglio 2017, n. 116, le parole: « tribunale del circondario» sono sostituite dalle seguenti: «giudice di pace del luogo»; ai sensi dell'art. 32, comma 3 del d.lgs. 116, cit., come da ultimo modificato dall'art. 8-bis, comma 1, lett. b), d.l. 30 dicembre 2019, n. 162, conv., con modif., in l. 28 febbraio 2020, n. 8, le disposizioni di cui all'art. 27 citato, entrano in vigore il 31 ottobre 2025. InquadramentoLa pubblicazione del testamento segreto, per le caratteristiche proprie di esso, è preceduta dalla apertura. Per questo l'art. 621 esordisce affermando che «il testamento segreto deve essere aperto e pubblicato dal notaio». All'apertura, naturalmente, può procedere il solo notaio depositario dell'atto, dal momento che soltanto egli, per volontà del testatore e per disposizione di legge, è il responsabile della segretezza dell'atto (Branca, in Comm. S. B., 1988, 153). L'apertura, allora, costituisce adempimento distinto ed antecedente alla pubblicazione, adempimento che si presenta quale parte integrante delle formalità proprie del testamento segreto. La constatata distinzione tra apertura e pubblicazione, dunque, ha indotto la dottrina a reputare che esse possano essere compiute separatamente, dando vita a due distinti atti notarili. Ma non sembra che, data l'obbligatorietà della pubblicazione, da compiersi «appena» il notaio ha notizia della morte del testatore, possa esservi soluzione di continuità tra l'apertura e la pubblicazione. In ipotesi di inerzia, la disposizione in commento appresta un rimedio in tutto analogo a quello previsto dall'art. 620. Ai sensi di essa, chiunque crede di avervi interesse può chiedere, con ricorso al tribunale in composizione monocratica del mandamento in cui si è aperta la successione (artt. 621, comma 1), che sia fissato un termine per l'apertura e la pubblicazione. La disposizione è stata reputata superflua, giacché la pubblicazione può essere richiesta direttamente al notaio, il quale non può rifiutarla neppure in mancanza dell'anticipazione delle spese, ai sensi degli artt. 27 e 28 l. n. 89/1913. Il rifiuto del notaio, d'altronde, è sanzionato disciplinarmente ex art. 138 l. n. 89/1913, senza considerare la eventuale responsabilità civile per danni. All'apertura del testamento segreto segue la pubblicazione, per la quale l'art. 621 rinvia all'art. 620. Ma il rinvio è da intendere con gli adattamenti che la forma del testamento segreto richiede. Oltre all'evidente superfluità del riferimento all'apertura «se è stato presentato chiuso con sigilli», di cui all'art. 620, comma 3, nel testamento segreto, ovviamente, non v'è presentazione della scheda al notaio e non v'è partecipazione del presentatore alla pubblicazione. Si ammette che gli interessati all'atto vi possano partecipare (Branca, in Comm. S. B., 1988, 160). Quanto al tempo della pubblicazione, va osservato che il notaio deve provvedervi «appena gli perviene la notizia della morte del testatore», ex art. 621, sicché, secondo alcuni, sarebbe inattuabile la prescrizione di allegare al verbale di pubblicazione l'estratto dell'atto di morte (Navarra, 69). Ma la prescrizione sembra da intendere nel senso che il notaio, avuta la notizia, debba sempre munirsi dell'estratto autentico dell'atto di morte (Branca, in Comm. S. B., 1988, 159): insomma, il notaio deve procedere all'apertura e alla pubblicazione del testamento segreto non già sulla base di una generica notizia, che potrebbe anche rivelarsi non vera, bensì di una notizia verificata. Si segnala che l'art. 27 d.lgs. n. 116/2017, ha attribuito al giudice di pace la competenza all'adozione dei provvedimenti di cui agli artt. 485, comma 1, secondo periodo, art 620, commi 2 e 6, e 621, comma 1. Ciò a far data dal 31 ottobre 2021, ai sensi dell'art. 32, comma 3, stesso d.lgs. n. 116/2017. 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