Codice Civile art. 645 - Condizione sospensiva potestativa senza termine.Condizione sospensiva potestativa senza termine. [I]. Se la condizione apposta all'istituzione di erede o al legato è sospensiva potestativa e non è indicato il termine per l'adempimento, gli interessati possono adire l'autorità giudiziaria perché fissi questo termine [1355; 749 c.p.c.]. InquadramentoNell'ipotesi di apposizione della condizione sospensiva all'istituzione di erede o al legato la legge prevede un sistema di garanzie che si articola nell'amministrazione del patrimonio ereditario per tutto il periodo di pendenza della condizione, ex art. 641, ovvero nell'imposizione di una cauzione all'onerato, ex art. 640. Se la condizione sospensiva apposta all'istituzione di erede o al legato è potestativa — ossia rimessa alla volontà dello stesso beneficiario — oppure non ha un termine finale, giacché non sarebbe conforme alla presumibile volontà del testatore tener sospesa per un tempo indefinito l'efficacia dell'istituzione, la norma in commento stabilisce che gli interessati possono adire l'autorità giudiziaria perché fissi questo termine. Tale disposizione non ha carattere interpretativo, ma è innovativa, e pertanto non si applica alle successioni apertesi sotto l'impero del codice del 1865 (Cass. n. 34/1962). Naturalmente la condizione potestativa cui la norma allude non è la condizione meramente potestativa, che dovrebbe aversi per non apposta, in quanto superflua giacché è la legge stessa a disporre che non è erede chi non vuole ed a prevedere che il legato possa essere oggetto di rinuncia. Qualora si versi in ipotesi di condizione valida, dunque, ciascun interessato può servirsi dello strumento predisposto dal codice, che è una sorta di actio interrogatoria analoga a quella prevista dall'art. 481, ovvero dall'art. 650, ed è espressione del principio generale contenuto nell'art. 1183, comma 2. Si applica nel caso in esame l'art. 749 c.p.c., che regola il procedimento per la fissazione dei termini. Il termine fissato dal giudice per l'adempimento della condizione sospensiva potestativa, così come quello fissato per l'accettazione della eredita nell'ipotesi dell'art 481 (Cass. n. 1393/1972), è sicuramente un termine di decadenza, dal momento che, una volta decorso, la condizione si ha definitivamente per non avverata. Perciò, nessuna proroga può essere richiesta, una volta che il termine sia spirato. Viceversa, la proroga può aver luogo sempre che « venga richiesta prima della scadenza, e ciò per il principio che i termini stabiliti dal giudice possono sempre essere prorogati, ove non siano posti a pena di decadenza, ex art. 154 c.p.c. » (Giannattasio, 1961, 252; Caramazza, 1982, 309). Nella nozione di interessati, come tali legittimati a proporre l'istanza di fissazione del termine, devono ritenersi compresi non soltanto coloro che sarebbero chiamati alla successione in caso di mancato avveramento della condizione, ma anche quegli amministratori che, eventualmente, non siano chiamati in subordine e, inoltre, in caso di legato sottoposto a condizione sospensiva, il legatario. Devono ritenersi legittimati, inoltre, i creditori di coloro i quali sarebbero chiamati alla successione in caso di mancanza della condizione. Dopo la scadenza del termine, se l'evento dedotto in condizione non si è verificato, la condizione si ha per non avverata. In difetto della richiesta e conseguente fissazione di un termine, invece, il diritto sottoposto a condizione sospensiva potestativa senza termine non si prescrive. In tal senso, si è deciso che, in caso di legato di cosa determinata sottoposto a condizione sospensiva potestativa, l'acquisto del diritto, che, al verificarsi della condizione, retroagisce ipso iure al momento dell'apertura della successione, non è soggetto a prescrizione (Cass. n. 1989/1969). BibliografiaAllara, Principi di diritto testamentario, Torino, 1957; Andrini, La condizione nel testamento, in Riv. not. 1983, I, 326; Azzariti, Disposizioni testamentarie sub condicione, in Giust. civ. 1986, I, 1011; Azzariti-Martinez-Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Barassi, Le successioni per causa di morte, Milano, 1947; Barbero, Sistema istituzionale del diritto privato italiano, II, Torino, 1951; Betti, Interpretazione della legge e sua efficienza evolutiva, in Diritto Metodo Ermeneutica Milano, 1991; Bonilini, La prelazione testamentaria, in Riv. dir. civ. 1984, I, 223-271; Brunelli-Zappulli, Il libro delle successioni e donazioni, Milano, 1940; Candian, La funzione sanzionatoria nel testamento, Milano, 1988; Cannizzo, Successioni testamentarie, Roma, 1996; Cariota Ferrara, Le successioni per causa di morte, Napoli, 1991; Carnelutti, Intorno alla clausola si sine liberis decesserit, in Foro it. 1958; IV, 113; Carnevali, Modo, in Enc. dir., XXVI, 1976, 686; Cassandro, Il termine nelle disposizioni testamentarie, Successioni e donazioni, I, Padova, 1994; Cassisa, Sul legato di usufrutto per il caso o per il tempo della vedovanza, in Giust. civ. 1996, I, 1355; Cianni, In tema si condizione testamentaria, in Giur. it. 1994, I, 1, 1599; Cicu, Testamento, Milano, 1969; Cirillo, Disposizioni condizionali e modali, Successioni e donazioni, I, Padova, 1994; Costanzo, Problemi dell'onere testamentario, in Riv. dir.civ. 1978, II, 294; Costanzo, Modo, in Enc. giur., XX, Roma, 1990, 1-7; Criscuoli, Le obbligazioni testamentarie, Milano, 1980; Criscuoli, Il testamento, in Enc. giur., XXXI, 1-33, Roma, 1994; Dall'Ongaro, Sulla condizione testamentaria che fa divieto di sposare donna di classe sociale inferiore, in Giust. civ. 1988, I, 110; D'Antonio, La regola sabiniana e la pretesa inscindibilità della volontà condizionata, in Riv. dir. civ. 1970, I, 101; De Cupis, Libertà matrimoniale e condizione testamentaria, in Giur. it. 1987, I, 1, 1483; Di Amato, Sulla clausola testamentaria si sine liberis decesserit, in Giust. civ. 1976, I, 1856; Di Mauro, Sulla validità della clausola si sine liberis decesserit, in Riv. not. 1991, II, 226; Di Mauro, Brevi considerazioni in tema di condizioni testamentarie illecite, in Giust. civ. 1992, I, 1754; Di Mauro, Il problema della liceità delle condizioni testamentarie che assecondano le aspirazioni dell'istituito, in Giust. civ. 1993, I, 1810; Di Mauro, Considerazioni sulle condizioni testamentarie illecite, in Rass. dir. civ. 1994, 1; Di Mauro, Collazione volontaria e condizione di non impugnare il testamento, in Giust. civ. 1997, I, 1322; Distaso, Natura giuridica dell'istituzione di nascituri non concepiti, in Giur. Comp. Cass. Civ. 1949, III, 409; Errani e Malaguti, La condizione di convivenza, in Riv. not. 1996, I, 785; Franchi, Fissazione, proroga e modifica di termini in sede di giurisdizione volontaria, in Giur. it. 1971, I, 1, 91; Galoppini, Condizione testamentaria e pari dignità sociale, in Dir. fam. e pers. 1989, II, 735; Garutti, Amministrazione di beni ereditari, in Enc. giur., II, 1-6, Roma, 1988; Giampiccolo, Il contenuto atipico del testamento, Milano, 1954; Giannattasio, Delle successioni. Successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., Torino, 1961; Giorgianni, Il modus testamentario, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1957, 889; Jannuzzi, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 1984; Liserre, Formalismo negoziale e testamento, Milano, 1966; Lorefice, Dei provvedimenti di successione, Padova, 1991; Luminoso, Clausola testamentaria si sine liberis decesserit, condizione e termine, in Riv. dir. civ. 1970, II, 19; Lupo, Il modus testamentario, I, II, III, in Riv. dir. civ. 1977, II, 394, 506, 616; Marinaro, Artt. 601-648, in Codice civile annotato, a cura di Perlingieri, II, Torino, 241, 1988; Marini, Il modus come elemento accidentale del negozio gratuito, Milano, 1976; Masucci, Gli incerti confini tra clausola si sine liberis decesserit e fedecommesso (condizionale) de residuo, in Giur. it. 1994, I, 1, 1767; Mazzacane, La volontaria giurisdizione nell'attività notarile, Roma, 1980; Messineo, Manuale di diritto civile e commerciale, III, 2, Milano, 1952; Miserocchi, Considerazioni sull'interpretazione di un'originale disposizione testamentaria, in Riv. not. 1985, II, 586; Nardozza, Idee vecchie e nuove sul modus testamentario, in Giust. civ. 1994, I, 1703; Natoli, Orientamenti in tema di clausola si sine liberis decesserit, in Giur. Comp. Cass. Civ. 1946, I, 200; Natoli, Limiti delle funzioni dell'amministratore dell'eredità nelle ipotesi degli artt. 641-644, in Giur. Comp. Cass. Civ. 1947, II, 392; Natoli, In tema di modo condizionale, in Giur. Comp. Cass. Civ. 1959, III, 1063; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, I, L'amministrazione durante il periodo antecedente all'accettazione dell'eredità, Milano, 1968; Oppo, Note sull'istituzione dei non concepiti, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1948, 66; Perego, Favor legis e testamento, Milano, 1970; Porcari, Commento a Cass. 18 marzo 1993, n. 3196, 1993, I, 1213; Rocca, Il divieto testamentario di alienazione, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1982, 409; Santarcangelo, La volontaria giurisdizione nell'attività negoziale, III, Milano, 1986; Schermi, Disposizione testamentaria sottoposta alla condizione del matrimonio dell'istituito con una donna della sua classe sociale: illiceità per contrarietà all'ordine pubblico, in Giust. civ. 1987, I, 189; Serino, Nota a Cass. 21 febbraio 92, n. 2122, in Riv. not. 1992, II, 919; Tamburrino, Testamento (dir. priv.), in Enc. dir., XLIV, 1994, 471; Torrente, In tema di effetti della condizione risolutiva apposta all'istituzione di erede, in Giur. Comp. Cass. Civ. 1945, I, 56; Trabucchi, Il valore attuale della regola sabiniana, in Giur. it. 1954, I, 1, 843; Triola, Il testamento, Milano, 1998; Vascellari, Artt. 456-809, in Commentario breve al codice civile, a cura di Cian e Trabucchi, Padova, 1988; Vitucci, Clausole testamentarie sul potere di disposizione dell'istituito, in Dir. fam. e pers. 1983, II, 657; Zatti, Clausola condizionale nulla per contrarietà all'art. 470, in Giur. it. 1967, I, 1, 1387, 633. |