Codice Civile art. 654 - Legato di cosa non esistente nell'asse.Legato di cosa non esistente nell'asse. [I]. Quando il testatore ha lasciato una sua cosa particolare, o una cosa determinata soltanto nel genere da prendersi dal suo patrimonio [653], il legato non ha effetto se la cosa non si trova nel patrimonio del testatore al tempo della sua morte. [II]. Se la cosa si trova nel patrimonio del testatore al tempo della sua morte, ma non nella quantità determinata, il legato ha effetto per la quantità che vi si trova. InquadramentoLa disposizione in commento condivide la ratio posta a sostegno dell'art. 651: il legislatore presume cioè che il testatore intenda legare la cosa propria, sicché, se essa al momento dell'apertura della successione non è tale, la disposizione è inefficace. Se inoltre la cosa si trovi a tale epoca non nella quantità determinata il legato ha effetto per la quantità esistente (Cass. n. 21685/2006). La norma in esame va coordinata con il precetto posto dall'art. 686 (al cui commento si rinvia), secondo cui l'alienazione che il testatore faccia della cosa legata o di parte di essa revoca il legato riguardo a ciò che è stato alienato. La S.C. ha in proposito chiarito che l'art. 686, innovando sulla disciplina del codice abrogato il quale, al comportamento concludente del testatore, articolatosi nelle diverse forme dell'alienazione o della trasformazione della cosa legata, attribuiva un significato di prova legale di revoca del legato di carattere assoluto, pone soltanto una presunzione iuris tantum che, come tale, può essere vinta dalla prova contraria. Tuttavia dalla prova della diversa volontà del testatore che abbia alienato l'oggetto del legato, ammessa dall'art. 686, comma 3, non consegue la trasformazione del legato da legato di cosa di proprietà del testatore in legato di cosa altrui, e, pertanto, la prova stessa spiega efficacia soltanto nel caso che il testatore, prima della morte, abbia riacquistato la proprietà della cosa, secondo la previsione dell'art. 654 (Cass. n. 3129/1973). Nell'ipotesi di legato di cosa da prendere dal patrimonio del de cuius, previsto dall'art. 654, il legatario ha interesse ad accertare, attraverso la ricostruzione dell'asse ereditario, la consistenza del patrimonio del testatore all'epoca della morte, promuovendo le azioni dirette alla declaratoria di invalidità degli atti di disposizione dal medesimo compiuti. Pertanto, egli è legittimato a proporre l'azione di nullità, per difetto di requisiti di cui all'art. 782, della donazione effettuata dal de cuius avente ad oggetto il bene legato. A tal fine non trova applicazione l'art. 686, che prevede la revoca del legato riguardo a ciò che è stato alienato, nel caso in cui l'alienazione della cosa legata (o di parte di essa) sia annullabile per cause diverse dai vizi del consenso, atteso che detta norma per un verso non è applicabile ai legati di somme di denaro o di quantità o di cose indicate solo nel genere e, per altro verso, non contempla il caso della alienazione nulla, che, essendo caratterizzata da una invalidità più grave di quella che può sfociare nell'annullamento, non determina la revoca del legato (Cass. n. 1768/2007; Cass. n. 21685/2006). BibliografiaAzzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990; Bonilini, Il legato, in Trattato delle successioni e delle donazioni, II, Milano, 2010; Capozzi, Successioni e donazioni, II, Milano, 1982; Caramazza, Delle successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., diretto da De Martino, Roma, 1982;Cicu, Il testamento, Milano 1969; Gangi, La successione testamentaria, II, Milano, 1964; Genghini e Carbone, Le successioni per causa di morte, II, Padova, 2012; Giordano Mondello, Legato (dir. civ.), in Enc. dir., XXIII, Milano 1973, 719; Lops, Il legato, Trattato breve delle successioni e donazioni, diretto da Rescigno e coordinato da Ieva, I, Padova, 2010; Pugliatti, Delle successioni, Comm. D'Amelio-Finzi, Firenze, 1941. |