Codice Civile art. 658 - Legato di credito o di liberazione da debito.

Mauro Di Marzio

Legato di credito o di liberazione da debito.

[I]. Il legato di un credito o di liberazione da un debito ha effetto per la sola parte del credito o del debito che sussiste al tempo della morte del testatore.

[II]. L'erede è soltanto tenuto a consegnare al legatario i titoli del credito legato che si trovavano presso il testatore [1262].

Inquadramento

La disposizione in commento disciplina due fattispecie, quella del legato di credito e quella del legato di liberazione da debito: si tratta in realtà in entrambi i casi di legato di credito, con la particolarità che, mentre nel primo caso il legato ha per oggetto un credito del de cuius nei confronti di terzi, nel caso di legato di liberazione da debito il debitore è il legatario. In ciascuno dei casi il legato produce di regola effetti reali immediati, senza che occorra, in caso di legato di credito, l'intermediazione dell'erede e senza che sia necessario notificare l'acquisto al debitore (Masi, in Comm. S. B., 1979, 80).

Il legato di credito è, in sostanza, una cessione di credito dal testatore al legatario. Si ritiene perciò applicabile nei limiti della compatibilità, in via analogica, la relativa disciplina (Giordano Mondello, 719). È ritenuto però inapplicabile, considerato che l'acquisto del legato si compia senza necessità di notifica al debitore, l'art. 1264, comma 1, secondo cui la cessione del credito acquista efficacia subordinatamente alla sua notificazione al debitore od alla sua accettazione da parte di quest'ultimo. Nondimeno, la notifica rileva al fine di evitare che il debitore paghi in buona fede all'erede, così liberandosi.

Possono essere oggetto di legato sia i crediti attuali, salvo che si tratti di crediti strettamente personali o il trasferimento sia vietato dalla legge (art. 1260), sia i crediti future. Perché il legato avente ad oggetto crediti futuri sia efficace, occorre che tali crediti, futuri rispetto al momento di redazione del testamento, siano già esistenti (ancorché non ancora esigibili, quali i canoni di una locazione) al momento dell'apertura della successione e siano, altresì, sufficientemente determinati (Masi, in Comm. S. B., 1979, 79). Oggetto della disposizione possono essere anche i crediti alternativi, quelli solidali e quelli condizionali nonché, non potendo farsi distinzione in ordine alla fonte di origine, i crediti nascenti da contratto, da illecito etc. (Genghini e Carbone, 1458). Il legato può inoltre avere ad oggetto un singolo diritto di credito oppure una pluralità di diritti di tale specie.

Il credito oggetto del legato deve intendersi comprensivo degli accessori del credito, quali i privilegi e le garanzie personali e reali (art. 1263, comma 1), con esclusione del pegno, in considerazione del fatto che, nella cessione del credito, l'art. 1263, comma 2, prevede il consenso del costituente per il trasferimento del possesso della cosa costituita in pegno (Masi, 81; Giordano Mondello, 719). Fra gli accessori non debbono essere inclusi gli interessi scaduti anteriormente all'apertura della successione (art. 1263, comma 3), salvo che il testatore abbia diversamente disposto (Giordano Mondello, 719; Masi, in Comm. S. B., 1979, 81).

Ai sensi dell'art. 658, comma 2, l'erede, che è tenuto a consegnare al legatario i documenti probatori del credito e i titoli necessari o utili per il suo esercizio; non è invece «tenuto a garantire il nomen verum né (tanto meno) il nomen bonum del credito», non è tenuto, cioè, a garantire la sussistenza del credito e la solvenza del debitore (Giordano Mondello, 719).

L'efficacia del legato di credito vantato dal testatore è subordinata alla sussistenza, al momento dell'apertura della successione, del diritto di credito legato, altrimenti verrà meno per inesistenza dell'oggetto (v. Trib. Terni, 26 luglio 2006, n. 459, Giur. it., 2007, 2214, ove si afferma che «il legato di somma di denaro da prendersi da un certificato di deposito bancario, si configura quale legato di credito, con la conseguenza che esso è inefficace qualora al momento della morte del testatore tale credito risulti estinto»). L'efficacia sarà parziale qualora il credito sia, nel suddetto momento, sussistente almeno in parte.

In caso di legato di liberazione da debito, che il legatario aveva nei confronti del de cuius, il debito si estingue in coincidenza con l'apertura della successione, senza che occorra l'intermediazione dell'erede. Si verifica in tal modo, secondo la prevalente opinione, una vera e propria remissione del debito. Se il legato ha ad oggetto la liberazione da tutti i debiti verso il de cuius, e non risulta una sua diversa volontà, si ritiene si debba farsi riferimento ai debiti esistenti al tempo della redazione del testamento, purché ancora sussistenti al tempo dell'apertura della successione (Gangi, 85).

Detto legato, attribuendo al legatario il diritto di credito vantato nei suoi confronti dal testatore, comporta l'estinzione dell'obbligazione per confusione in quanto determina la riunione, nella stessa persona, della qualità di creditore e di debitore, pur distinguendosi dalla fattispecie della remissione ex art. 1236 c.c., in quanto, essendo una disposizione liberale a titolo particolare in favore del debitore e configurandosi come negozio unilaterale non recettizio, produce l'effetto della liberazione del legatario immediatamente all'apertura della successione. Tale efficacia viene, tuttavia, meno con effetto ex nunc nei confronti del legittimario che abbia ottenuto la riduzione della disposizione testamentaria che lo contiene, con la conseguenza che il credito del testatore verso il legatario, venendo meno l'effetto estintivo, può essere incluso nella porzione della divisione assegnata per soddisfare il legittimario vittorioso (Cass. n. 23404/2022).

Può darsi altresì l'ipotesi che creditore sia non il defunto ma un terzo: come nel caso in cui il testatore abbia inteso liberare il legatario dal debito che questi aveva contratto nei confronti di un terzo: in tale frangente spetta all'erede di estinguere il debito, consegnando il titolo o la quietanza al legatario. In questo caso, il legato non ha effetti reali ma obbligatori.

Bibliografia

Azzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990; Bonilini, Il legato, in Trattato delle successioni e delle donazioni, II, Milano, 2010; Capozzi, Successioni e donazioni, II, Milano, 1982; Caramazza, Delle successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., diretto da De Martino, Roma, 1982;Cicu, Il testamento, Milano 1969; Gangi, La successione testamentaria, II, Milano, 1964; Genghini e Carbone, Le successioni per causa di morte, II, Padova, 2012; Giordano Mondello, Legato (dir. civ.), in Enc. dir., XXIII, Milano 1973, 719; Lops, Il legato, Trattato breve delle successioni e donazioni, diretto da Rescigno e coordinato da Ieva, I, Padova, 2010; Pugliatti, Delle successioni, Comm. D'Amelio-Finzi, Firenze, 1941.

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