Codice Civile art. 661 - Prelegato.Prelegato. [I]. Il legato a favore di uno dei coeredi e a carico di tutta l'eredità si considera come legato per l'intero ammontare. InquadramentoIl prelegato è il legato disposto a favore di uno dei coeredi. Esso ha carattere di legato per il suo intero ammontare ed è carico di tutta l'eredità, vale a dire, salve diverse indicazioni, è a carico di tutti i coeredi, fra essi incluso anche il coerede che ne sia beneficiato; esso grava, in altri termini, anche sulla quota di spettanza dell'onorato (che viene, pertanto, ad essere, ad un tempo, onerato), nella qualità di erede. Il valore del prelegato va dunque detratto dal valore delle quote di eredità complessivamente spettanti ai coeredi onerati prima del calcolo del valore delle singole quote di eredità. Il prelegato deve, invero, sempre intendersi a carico di tutta l'eredità, come è, d'altronde, previsto nella norma (art. 661). Si ha prelegato sia qualora la disposizione venga effettuata senza l'indicazione degli eredi onerati, sia qualora il legato venga expressis verbis posto a carico di tutti gli eredi. Non ha rilevanza che il titolo della chiamata sia il testamento o la legge. Il prelegato può essere cioè disposto a favore di qualsiasi erede, indipendentemente dalla circostanza che il titolo della chiamata derivi dal testamento o dalla legge; indipendentemente, dunque, dal fatto che l'erede prelegatario concorra con coeredi della stessa specie o di specie differente (Genghini e Carbone, 1383; Masi, in Comm. S. B., 1979, 103). Il prelegato spetta al coerede anche in caso di rinuncia all'eredità (Giordano Mondello, 719). Viene perciò considerato valido il prelegato a favore dell'unico erede, il quale potrà in tal modo rinunziare all'eredità o accettarla con il beneficio dell'inventario, conservando comunque il legato. Ipotesi peculiare presa in esame dalla dottrina è quella in cui il possibile erede sia incorso nell'indegnità a succedere. Secondo le regole generali, l'indegno dovrà essere escluso sia dalla successione a titolo universale sia dalla successione a titolo particolare. Trattandosi pur sempre di legato, il prelegato è soggetto allo stesso trattamento dei legati ordinari. Così che, ad esempio, qualora si debbano ridurre i legati in ragione di lesione dei diritti di legittima, anche il prelegato subisce la riduzione (Giordano Mondello, 719). La giurisprudenza ha parimenti affermato che il prelegato, quale disposizione testamentaria a titolo particolare a favore di uno dei coeredi ed a carico di tutta l'eredità, denota un generico intento preferenziale del testatore verso la persona dell'onorato, ciò, tuttavia, non vale a sottrarre i beni che ne formano oggetto all'azione eventuale di reintegrazione della quota riservata ai legittimari ed alle conseguenti riduzioni proporzionali di cui all'art 558, comma 1 (Cass. n. 2776/1970; Cass. n. 2006/1967). Il prelegato, in altri termini, altro non è che un legato disposto a favore di uno dei coeredi ed a carico di tutta l'eredità: il generico intento preferenziale verso la persona dell'onorato, manifestato dal testatore con la disposizione del prelegato, esaurendosi con la disposizione stessa, non è sufficiente a salvare il prelegato dalla eventuale riduzione proporzionale di cui al comma 1 dell'art. 558 (Cass. n. 1206/1962). Il prelegato è figura da tenere distinta dal sublegato, che si configura quando onerato di esso è un legatario e onorato è un terzo o un erede. In giurisprudenza è stato chiarito che nella successione testamentaria, il prelegato è il legato a favore di un coerede ed a carico dell'eredità, mentre il sublegato si configura quando onerato di esso è un legatario e onorato è un terzo o un erede (Cass. n. 8284/1999). BibliografiaAzzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990; Bonilini, Il legato, in Trattato delle successioni e delle donazioni, II, Milano, 2010; Capozzi, Successioni e donazioni, II, Milano, 1982; Caramazza, Delle successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., diretto da De Martino, Roma, 1982;Cicu, Il testamento, Milano 1969; Gangi, La successione testamentaria, II, Milano, 1964; Genghini e Carbone, Le successioni per causa di morte, II, Padova, 2012; Giordano Mondello, Legato (dir. civ.), in Enc. dir., XXIII, Milano 1973, 719; Lops, Il legato, Trattato breve delle successioni e donazioni, diretto da Rescigno e coordinato da Ieva, I, Padova, 2010; Pugliatti, Delle successioni, Comm. D'Amelio-Finzi, Firenze, 1941. |