Codice Civile art. 665 - Scelta nel legato alternativo.Scelta nel legato alternativo. [I]. Nel legato alternativo la scelta spetta all'onerato, a meno che il testatore l'abbia lasciata al legatario o a un terzo [1286]. InquadramentoLa disposizione in commento reca la disciplina del legato alternativo, che la norma dà per presupposta: esso ricorre quando il legato ha ad oggetto l'attribuzione di due o più cose determinate, indicate in rapporto di alternatività, in modo che, dopo la scelta, la disposizione abbia effetto solo per una di esse (Masi, in Comm. S. B., 1979, 123). La scelta spetta di regola all'onerato, ma può essere rimessa dal testatore al legatario o ad un terzo. Si ritengono analogicamente applicabili al legato alternativo le regole dettate per le obbligazioni alternative dagli artt. 1285 ss. Il legato alternativo si distingue dal legato di genere (art. 653). Nel legato di genere, in particolare, le cose vengono prese in considerazione per le loro qualità o caratteristiche comuni, in quello alternativo esse rilevano in quanto ontologicamente eterogenee (Giordano Mondello, 719). In altri termini, nel legato di genere si ha riguardo ad un unico genere nel cui ambito deve aver luogo l'individuazione; nel legato alternativo, invece, la scelta viene compiuta tra cose eterogenee, cioè appartenenti a generi differenti (Genghini e Carbone, 1470). Il legato alternativo va anche distinto da quello con facoltà alternativa, che ricorre qualora il testatore abbia attribuito al legatario un solo determinato bene, ma nel contempo abbia conferito all'onerato la facoltà di consegnarne uno diverso oppure al legatario la facoltà di pretendere un bene diverso: una res est in obligatione, duae autem in facultate solutionis. Allorché la facultas solutionis sia stata sottoposta dal testatore a termine quanto al suo esercizio, ove il termine sia trascorso senza il compimento della scelta, in giurisprudenza, con risalente pronuncia, si è affermato il diritto del legatario a pretendere la cosa legata. Se il de cuius abbia disposto un legato di cosa determinata, attribuendo all'erede la facoltà, da manifestarsi entro un certo termine, a pena di decadenza da tale facultas solutionis, di soddisfare detto legato mediante la corresponsione dell'equivalente in denaro della casa, la circostanza che prima della scadenza di detto termine il legatario abbia chiesto giudizialmente la cosa e alternativamente il denaro, non gli inibisce, scaduto detto termine nel corso del giudizio, senza che l'erede abbia soddisfatto in alcun modo il legato, la facoltà di pretendere esclusivamente la cosa rifiutando legittimamente la tardiva offerta reale dell'equivalente in denaro fattagli dall'erede (Cass. n. 2655/1949). BibliografiaAzzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990; Bonilini, Il legato, in Trattato delle successioni e delle donazioni, II, Milano, 2010; Capozzi, Successioni e donazioni, II, Milano, 1982; Caramazza, Delle successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., diretto da De Martino, Roma, 1982;Cicu, Il testamento, Milano 1969; Gangi, La successione testamentaria, II, Milano, 1964; Genghini e Carbone, Le successioni per causa di morte, II, Padova, 2012; Giordano Mondello, Legato (dir. civ.), in Enc. dir., XXIII, Milano 1973, 719; Lops, Il legato, Trattato breve delle successioni e donazioni, diretto da Rescigno e coordinato da Ieva, I, Padova, 2010; Pugliatti, Delle successioni, Comm. D'Amelio-Finzi, Firenze, 1941. |