Codice Civile art. 681 - Revocazione della revocazione.

Mauro Di Marzio

Revocazione della revocazione.

[I]. La revocazione totale o parziale di un testamento può essere a sua volta revocata sempre con le forme stabilite dall'articolo precedente. In tal caso rivivono le disposizioni revocate.

Inquadramento

Ai sensi della disposizione in commento le disposizioni revocate tornano a rivivere, qualora sia effettuata una revoca della revoca. Occorre a tal fine che la successiva revoca «con le forme stabilite dall'articolo precedente», ossia con un nuovo testamento o con atto ricevuto da notaio in presenza di due testimoni.

La volontà di revocazione di una precedente revocazione di una disposizione testamentaria non richiede l'impiego di formule sacramentali (Cass. n. 1517/1966) e, tuttavia, il testatore deve adottare espressioni univocamente indicative della sua volontà di revoca (Cass. n. 1405/1968; da ult. Cass. II, n. 11472/2020). La S.C. ha al riguardo chiarito che, ove la revoca del testamento sia inserita in un testamento posteriore contenente anche disposizioni attributive, non è sufficiente la successiva generica revoca di quest'ultimo perché possa ritenersi revocata anche la revoca in esso contenuta, essendo dubbio, in tal caso, se l'intenzione del revocante sia stata quella di rimanere intestato oppure quella di far rivivere le primitive disposizioni. Costituisce, dunque, una quaestio voluntatis − da risolversi, perciò, attraverso una rigorosa interpretazione delle espressioni usate nell'atto, senza il sussidio di elementi estrinseci − accertare se la dichiarazione di revoca del testamento investa espressamente, o meno, anche la clausola revocatoria in esso racchiusa, con l'avvertimento che, nel dubbio, deve propendersi per la soluzione negativa e ritenersi inapplicabile il disposto dell'art. 681 (Cass. n. 3875/1997).

L'effetto della revocazione, ossia la riviviscenza delle disposizioni testamentarie precedentemente revocate, si produce ex tunc (Talamanca, in Comm. S. B., 1978, 68), sicché la disposizione originaria viene a rivivere in tutto il suo complesso, ivi compresi gli eventuali vizi originari di sostanza o di forma (Capozzi, 1002). L'effetto in discorso si estende alla data: ne discende che, nel caso in cui concorrano più testamenti, al fine di stabilire quale, fra essi, debba prevalere, occorre fare riferimento alla data dell'originario testamento già revocato e non alla data dell'atto con cui esso è stato fatto rivivere (Azzariti, 600).

Poiché la revocazione della revocazione deve aver luogo in conformità alla previsione dell'art. 680, deve escludersi una revocazione tacita tale da produrre gli effetti previsti dalla norma. Ciò non vuol dire che la tacita revocazione della revocazione non sia per nulla configurabile, ma soltanto che, in presenza di essa, non si determina — o almeno non si determina automaticamente — la reviviscenza dell'originaria disposizione testamentaria.

In giurisprudenza è stata affermato che anche in caso di revocazione tacita l'effetto di reviviscenza della primitiva disposizione può verificarsi in conformità alla volontà del testatore. L'art. 681, il quale disciplina la sola revocazione espressa della precedente revoca di un testamento, disponendo in tal caso la reviviscenza delle disposizioni revocate, non preclude cioè al testatore la possibilità di revocare tacitamente la precedente revocazione, lasciando, tuttavia, in tal caso impregiudicata l'efficacia del testamento per primo revocato, da valutare in base alla volontà complessiva del testatore (Cass. n. 19915/2012).

Si è pure chiarito che l'art. 681 impone la forma espressa per le sole ipotesi di revoca della revoca del testamento diverse dalla soppressione o alterazione del documento-olografo, le quali ultime rappresentano tipologie sui generis di revoca che sono disciplinate dall'art. 684 e che, pur essendo tacite, si caratterizzano per l'idoneità a togliere la veste documentale alla precedente revoca (Cass. n. 8031/2019, concernente cancellazione del testamento mediante barratura).

È stato parimenti affermato che la disposizione dell'art. 681, nel disciplinare la sola revocazione espressa della precedente revoca di disposizioni testamentarie disponendo, in tal caso, la reviviscenza delle disposizioni revocate, non preclude, al testatore, la possibilità di revocare la precedente revocazione tacitamente a mezzo di nuovo atto di ultime volontà, contenente disposizioni incompatibili con quello precedente, ma in questa ipotesi si pone un problema di interpretazione in ordine alla volontà del testatore di far rivivere o meno le disposizioni già revocate (Cass. n. 1260/1987; Cass. n. 1405/1968). Sicché, qualora dall'atto di revocazione tacita non emerga la volontà del testatore di far rivivere le disposizioni originarie, queste possono avere nuovamente valenza, peraltro ex nunc, ove vengano in esso riprodotte.

Ed infatti il testamento, ancorché contenga un negozio revocatorio, ben può essere revocato tacitamente da disposizioni successive con esso incompatibili, anche se queste riproducano, in tutto o in parte, le disposizioni revocate (Cass. n. 1517/1966).

Nel caso in cui il testatore, su un olografo debitamente sottoscritto e datato, ma successivamente revocato da altro testamento, apponga in epoca posteriore a quest'ultimo una nuova data ed una nuova sottoscrizione, non si pone un problema di sussistenza dei requisiti formali richiesti dalla legge per la revocazione espressa del testamento, o per la revocazione di un precedente negozio revocatorio, perché si ha la redazione di un terzo testamento il quale tacitamente revoca le disposizioni precedenti incompatibili, essendosi realizzata una manifestazione univoca di volontà testamentaria che, recependo in maniera diretta ed immediata e non già per relationem le disposizioni enunciate nel primo scritto, ridotto ad oggetto materiale privo di giuridico valore, le riproduce e conferisce ed esse un rinnovato vigore ex nunc, quale espressione definitiva dell'ultima volontà del de cuius, a far tempo dalla data e dalla sottoscrizione nuove, le quali costituiscono gli elementi essenziali che perfezionano e rendono rilevante le manifestazioni di ultima volontà, ancorché non posti in essere in unico contesto (Cass. n. 1712/1973).

Alla revoca della revoca viene attribuita la stessa natura giuridica dell'atto di revoca (Talamanca, in Comm. S. B., 1978, 64).

Bibliografia

Azzariti, Le successioni e le donazioni, II, Padova, 1982; Bonilini, La successione testamentaria, in Tratt. dir. succ. e don., II, Milano, 2009; Capozzi, Successioni e donazioni, a cura di A. Ferrucci-C. Ferrentino, I, Milano, 2009; Cicu, Testamento, Milano, 1951; D'Amico, Revoca delle disposizioni testamentarie, in Enc. dir., XL, Milano, 1989; Palazzo, Le successioni, Milano, 2000.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario