Codice Civile art. 696 - Devoluzione al sostituito (1).Devoluzione al sostituito (1). [I]. L'eredità si devolve al sostituito al momento della morte dell'istituito. [II]. Se le persone o gli enti che hanno avuto cura dell'incapace muoiono o si estinguono prima della morte di lui, i beni o la porzione dei beni che spetterebbe loro è devoluta ai successori legittimi dell'incapace [565]. (1) Articolo così sostituito dall'art. 199 l. 19 maggio 1975, n. 151. InquadramentoLa disposizione in commento disciplina la delazione dell'eredità a favore del sostituito, ossia della persona o degli enti che, ai sensi dell'art. 692, hanno avuto cura l'incapace primo istituito. Il sostituito è anch'egli chiamato all'eredità del testatore, a far data dal momento della morte dell'istituito: prima di tale evento il sostituito, che non è ancora erede, deve considerarsi titolare di una mera aspettativa. Nel caso in cui il sostituito venga a mancare prima della morte dell'incapace primo istituito, l'eredità si devolve ai successori legittimi dell'incapace medesimo, e non del sostituito. È stato ritenuto che lo stesso congegno debba applicarsi nella generalità dei casi in cui il sostituito non venga all'eredità, come la rinunzia, l'indegnità, l'assenza, la fusione o la trasformazione dell'ente (Talamanca, 3 in Comm. S. B., 1965, 16). La devoluzione dell'eredità ai successori legittimi dell'incapace e non a quelli testamentari discende evidentemente dal fatto che l'incapace non può fare testamento: tuttavia non può escludersi l'esistenza di un testamento antecedente alla incapacitazione, che, in tal caso, conserverebbe validità. Per effetto della disposizione transitoria contenuta nell'art. 238, comma 2, l. n. 151/1975 — a norma della quale sono salve le sostituzioni fedecommissarie anteriori alla data di entrata in vigore di essa legge — e per il principio del favor testamenti, alla sostituzione fidecommissaria contenuta in un testamento redatto prima dell'entrata in vigore della riforma del diritto di famiglia, si applica l'art. 696 nella formulazione previgente, ancorché l'apertura della successione avvenga dopo l'abrogazione della medesima, e pertanto, ai sensi del comma 4 di detta norma, se il primo beneficiato rinunzi all'istituzione o non ne sia degno, o sia incapace a riceverla, o sia premorto al testatore e questi non modifichi o non revochi la disposizione a suo favore, l'eredità si devolve al sostituito (Cass. n. 11968/2004). BibliografiaAzzariti, Martinez e Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Caramazza, Delle successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., diretto da De Martino, Roma, 1982; Gangi, La successione testamentaria nel vigente diritto italiano, Milano, 1952; Giannattasio, Delle successioni. Successioni testamentarie, Torino, 1961; Grosso e Burdese, Le successioni, Torino, 1977; Jannuzzi, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 1984; Lorefice, Dei provvedimenti di successione, Padova, 1991; Terzi, Sostituzione semplice e sostituzione fedecommissaria, in Trattato breve delle successioni e donazioni, diretto da Rescigno e coordinato da Ieva, I, Padova, 2010. |