Codice Civile art. 710 - Esonero dell'esecutore testamentario.Esonero dell'esecutore testamentario. [I]. Su istanza di ogni interessato, l'autorità giudiziaria può esonerare l'esecutore testamentario dal suo ufficio per gravi irregolarità nell'adempimento dei suoi obblighi, per inidoneità all'ufficio o per aver commesso azione che ne menomi la fiducia. [II]. L'autorità giudiziaria, prima di provvedere, deve sentire l'esecutore e può disporre opportuni accertamenti [750 c.p.c.]. InquadramentoLa norma in commento prevede l'esonero dell'esecutore testamentario, su istanza di ogni interessato, in caso di gravi irregolarità nell'adempimento dei suoi obblighi, inidoneità all'ufficio o menomazione della fiducia. Sottolineata la scarsa definizione dei contorni delle tre distinte cause di esonero, si è osservato che, in definitiva, le prime due si risolvono nella terza, in quanto determinano una menomazione della fiducia nell'esecutore (Talamanca, in Comm. S. B., 1965, 538). Anche la giurisprudenza si è interrogata su cosa debba intendersi con le parole «azione che ne menomi la fiducia», contenute nell'art. 710, osservando che esse non possono riferirsi alla fiducia che l'erede, o uno degli eredi, possano avere in lui, ma ad una fiducia da valutarsi in modo oggettivo (App. Brescia 13 settembre 1953, Foro pad., 1953, I, 1036). La dottrina concorda nell'accogliere una nozione oggettiva di fiducia la cui menomazione sta a fondamento dell'esonero dell'esecutore testamentario (Giannattasio, 409; Talamanca, in Comm. S. B., 1965, 539; Cuffaro, in Tr. Res., 1997, 387). Quanto alle gravi irregolarità di cui all'art. 710 si è osservato che esse «non debbono essere necessariamente dolose o preordinate a fini di vantaggio dell'esecutore: basterà che esse dipendano da una colpevole negligenza di questo nell'esercizio delle sue funzioni» (Talamanca, in Comm. S. B., 1965, 539). L'inidoneità dell'esecutore può essere desunta da fatti che dimostrino l'impossibilità, ovvero la grande difficoltà che egli, in ragioni delle sue qualità personali, anche legate a circostanze sopravvenute all'accettazione dell'incarico, possa portare a termine il compito assunto, dando esecuzione alle disposizioni di ultima volontà del defunto. L'esonero può essere richiesto da chiunque vi abbia interesse. Interessati legittimati a chiedere l'esonero, dunque, sono tutti coloro che, dall'operato dell'esecutore testamentario, potrebbero subire un pregiudizio economico. È, invece, da escludere che l'azione di esonero possa essere proposta dal pubblico ministero (Candian, 390), sulla base del riconoscimento di un rilievo pubblicistico dell'esecuzione testamentaria che è sembrato corretto escludere. Per quanto riguarda il procedimento di esonero, occorre rifarsi all'art. 750 c.p.c. In particolare, il provvedimento del presidente del tribunale è reclamabile davanti al presidente della corte d'appello, ma la decisione assunta da quest'ultimo non è impugnabile per cassazione con ricorso straordinario ex art. 111 Cost., (Cass. S.U., n. 10107/2021). Per effetto dell'esonero l'autorità giudiziaria non può procedere alla sostituzione dell'esecutore, né può procedervi l'esecutore esonerato. Opererà, se del caso, la sostituzione disposta dal testatore, ex art. 700, comma 1. Non è dunque ammissibile la sostituzione dell'esecutore testamentario con altra persona non designata dal testatore, come nel caso di richiesta di sostituzione dell'esecutore con il coniuge di un erede (Trib. Milano 23 maggio 1967, Foeo pad., 1967, I, 616). Altre cause di cessazione dell'ufficioL'ufficio di esecutore testamentario può anzitutto cessare per rinuncia dell'esecutore medesimo, come si e già avuto modo di osservare. La cessazione dell'ufficio, poi, tenuto conto della sua finalità, si ha con la completa esecuzione del testamento. Va poi considerata la morte dell'esecutore, ovvero le ipotesi ad essa assimilabili della scomparsa, dell'assenza e della morte presunta. Si deve ricordare, inoltre, la perdita della capacità di agire da parte dell'esecutore. Si è già ricordato, del resto, in ordine al problema dell'applicabilità della disciplina dell'interruzione del processo in caso di morte dell'esecutore, che «tra le cause estintive dell'ufficio (di diritto) privato dell'esecutore testamentario... è la morte dell'esecutore testamentario» (Cass. n. 6143/1996). Difatti, le attribuzioni dell'esecutore testamentario «non passano ai suoi eredi né possono essere trasferite per nessun motivo ad altri, il che discende dall'indole dell'istituto basato essenzialmente... su un rapporto fiduciario tra testatore ed esecutore» (Trib. Milano 23 maggio 1967, Foro pad., 1967, I, 616). 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