Codice Civile art. 714 - Godimento separato di parte dei beni.

Giusi Ianni

Godimento separato di parte dei beni.

[I]. Può domandarsi la divisione anche quando uno o più coeredi hanno goduto separatamente parte dei beni ereditari, salvo che si sia verificata l'usucapione per effetto di possesso esclusivo [1102 2, 1158 ss.].

Inquadramento

La norma in commento configura la possibilità di chiedere la divisione ereditaria anche qualora uno o più coeredi abbiano goduto separatamente di una parte dei beni ereditari, salvo che si sia verificata l'usucapione per effetto di possesso esclusivo.

La divisione ereditaria in caso di godimento separato dei beni ereditari da parte di uno dei coeredi

Qualora il singolo coerede abbia goduto in via esclusiva di beni ereditari senza titolo giustificativo, egli è tenuto a corrispondere agli altri, quale ristoro per la privazione della utilizzazione pro quota del bene comune e dei relativi profitti, i frutti civili, con riferimento ai prezzi di mercato correnti al tempo della divisione; frutti che, identificantesi con il corrispettivo del godimento dell'immobile che si sarebbe potuto concedere ad altri, possono — solo in mancanza di altri più idonei criteri di valutazione — essere individuati nei canoni di locazione percepibili per l'immobile (Cass. n. 17876/2019 Cass. n. 7881/2011). Ove, invece, il coerede abbia eseguito delle migliorie sul bene comune da lui posseduto, pur non applicandosi l'art. 1150 c.c., egli può pretendere, quale mandatario o utile gestore degli altri eredi partecipanti alla comunione ereditaria, il rimborso delle spese sostenute per la cosa comune, esclusa la rivalutazione monetaria, trattandosi di debito di valuta e non di debito di valore (Cass. n. 15300/2020; Cass. n. 5135/2019Cass. n. 16206/2013).

L'usucapione

La divisione non può avere sui beni di cui il singolo coerede abbia avuto il possesso esclusivo per un periodo tale da far maturare l'usucapione in suo favore. Il possesso utile ad usucapire può maturare anche dopo la morte del «de cuius», purché il tempo necessario al verificarsi di detto acquisto risulti già decorso prima del momento in cui sia intervenuta la divisione negoziale dell'asse con gli altri comunisti, comportando tale atto un riconoscimento inequivocabile e formale della comproprietà, incompatibile, pertanto, con la pretesa di essere divenuto proprietario esclusivo del compendio assegnato (Cass. n. 9633/2013). Non è necessario, invece, ai fini dell'usucapione della quota ereditaria l'interversione del titolo del possesso, purché il coerede abbia goduto del bene in modo inconciliabile con la possibilità di godimento altrui e tale da evidenziare una inequivoca volontà di possedere uti dominus e non più uti condominus, non essendo sufficiente che gli altri partecipanti si astengano dall'uso della cosa comune (Cass. n. 2244/2019; Cass. n. 10734/2018).

Si è osservato, inoltre, che l'art. 714 non stabilisce alcuna presunzione di usucapione in favore del coerede, ricavandosi da tale norma  che l'usucapione ostativa all'inserimento di singole porzioni ereditarie nell'ambito divisionale non solo deve essersi verificata prima della divisione, ma non può nemmeno consistere nel mero godimento separato delle suddette porzioni (Trib. Monza. n. 2337/2016).

Secondo la giurisprudenza di legittimità quando in un giudizio di divisione il convenuto si limiti a contestare la pretesa dell'attore (diretta ad ottenere detta divisione sul presupposto di una situazione giuridica caratterizzata dalla comunione dei beni stessi) deducendo di avere usucapito la quota a lui spettante, si è in presenza di una eccezione riconvenzionale, in quanto al diritto fatto valere dall'attore il convenuto oppone un evento estintivo del diritto stesso per effetto del possessio ad usucapionem, e ciò al fine di ottenere il rigetto della domanda e non il riconoscimento del proprio diritto di proprietà sui beni costituenti la quota (Cass. n. 4001/1974). Ove, invece, il coerede chieda il riconoscimento del proprio diritto di proprietà sul bene rispetto al quale ritenga di aver maturato l'usucapione e l'assegnazione in suo favore del bene medesimo si sarà in presenza di una domanda riconvenzionale, da proporre nel rispetto delle preclusioni processuali di cui agli artt. 166-167 c.p.c.

Bibliografia

Bonilini, Divisione, in Dig. Civ., Torino, 1990, 487 e ss.; Mora, Il contratto di divisione, Milano, 1994, 1 e ss.; Mora, La divisione. Effetti, garanzie e impugnative, Milano, 2014, 1 e ss.; Pischetola, La divisione contrattuale. Profili civilistici e fiscali, Roma, 1 ss.

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