Codice Civile art. 718 - Diritto ai beni in natura.

Giusi Ianni
aggiornato da Rossella Pezzella

Diritto ai beni in natura.

[I]. Ciascun coerede può chiedere la sua parte in natura dei beni mobili e immobili dell'eredità, salve le disposizioni degli articoli seguenti [1114; 600 c.p.c.].

Inquadramento

La norma riconosce a ciascun coerede il diritto di chiedere una porzione in natura dei beni in comunione.

Trattasi, secondo la giurisprudenza di legittimità, di vero e proprio diritto potestativo (Cass. n. 14577/2012), che tuttavia soffre delle eccezioni regolate dagli artt. 718 e ss.

Il diritto all'assegnazione dei beni in natura

La principale deroga al principio generale posto dall'art. 718 riguarda la presenza nel compendio ereditario di immobili non comodamente divisibili o il cui frazionamento recherebbe pregiudizio alle ragioni della pubblica economia o dell'igiene e la divisione dell'intero non possa effettuarsi senza il loro frazionamento, ai sensi dell'art. 720: in tali ipotesi detti immobili devono preferibilmente essere compresi per intero, con addebito dell'eccedenza, nelle porzioni di uno dei coeredi aventi diritto alla quota maggiore, o anche alle porzioni di più coeredi ove questi ne richiedano congiuntamente l'attribuzione (Cass. n. 11823/2015). Ne consegue che la non comoda divisibilità di un immobile può essere ritenuta solo ove risulti rigorosamente accertata la ricorrenza dei suoi presupposti i quali consistono, sotto l'aspetto strutturale (a parte l'ipotesi estrema della irrealizzabilità fisica del frazionamento), nella impossibilità di formare in concreto porzioni suscettibili di autonomo e libero godimento, non compromesso da servitù, pesi o limitazioni eccessivi, e non richiedenti opere complesse e di notevole costo; sotto l'aspetto economico funzionale, nel sensibile deprezzamento del valore delle porzioni rispetto al valore dell'intero (Cass. n. 7083/1995). La comoda divisibilità presuppone, altresì, che non sia elevata la misura dei conguagli dovuti tra le quote da attribuire (Cass. n. 27984/2023). Secondo la giurisprudenza di legittimità, peraltro, l'art. 718, nel riconoscere a ciascuna delle parti del giudizio di divisione il diritto di conseguire la sua porzione in natura di un bene immobile comodamente divisibile, attribuisce al giudice, onde realizzare la divisione in natura, il potere di disporre l'esecuzione di opere particolari, al fine di assicurare proporzionalità e funzionalità delle quote assegnate ai singoli condividenti (Cass. n. 2918/1990).

Si è precisato, tuttavia, che il diritto dei coeredi ad una porzione in natura di ciascuna delle categorie di beni in comunione, come enunciato dall'art. 718, non consiste nella realizzazione di un frazionamento quotistico delle singole entità appartenenti alla stessa categoria, ma nella proporzionale divisione dei beni compresi nelle tre categorie degli immobili, mobili e crediti, dovendosi operare una divisione dei beni per genere, così da evitare un eccessivo frazionamento dei cespiti e non pregiudicare il diritto dei condividenti di ottenere una porzione di valore proporzionalmente corrispondente a quello del complesso da dividere (Cass. n. 17862/2020).  Pertanto, ove l'asse ereditario comprenda un solo immobile, questo sarà comodamente divisibile se ciascuno dei coeredi potrà averne una parte, anche se di valore inferiore alla sua quota, salvo conguaglio; quando, al contrario, di esso facciano parte più immobili, il giudice deve accertare se il diritto dei singoli condividenti sia meglio soddisfatto attraverso il frazionamento delle singole entità immobiliari oppure con l'assegnazione ad essi di interi immobili, con la conseguenza che, qualora questi, da soli o con altri beni, consentano di comporre la quota di alcuno dei condividenti in maniera che le altre possano formarsi con i restanti immobili, non si pone una questione di indivisibilità o non comoda divisibilità, essendo comunque ottenuta la ripartizione quantitativa e qualitativa dei vari cespiti compresi nella comunione nel rispetto del valore di ciascuna quota (Cass. n. 8286/2019).

Bibliografia

Bonilini, Divisione, in Dig. Civ., Torino, 1990, 487 e ss.; Mora, Il contratto di divisione, Milano, 1994, 1 e ss.; Mora, La divisione. Effetti, garanzie e impugnative, Milano, 2014, 1 e ss.; Pischetola, La divisione contrattuale. Profili civilistici e fiscali, Roma, 1 ss.

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