Codice Civile art. 726 - Stima e formazione delle parti.

Giusi Ianni
aggiornato da Rossella Pezzella

Stima e formazione delle parti.

[I]. Fatti i prelevamenti, si provvede alla stima di ciò che rimane nella massa, secondo il valore venale dei singoli oggetti.

[II]. Eseguita la stima, si procede alla formazione di tante porzioni quanti sono gli eredi o le stirpi condividenti [469 3] in proporzione delle quote.

Inquadramento

Esauriti i prelevamenti, ai fini della divisione si provvede alla stima di ciò che rimane nella massa ereditaria, secondo il valore venale dei singoli oggetti. Esaurita anche la stima, si procede alla formazione di tante porzioni quanti sono i condividenti, in proporzione alle rispettive quote.

La stima dei beni e la formazione delle parti

La stima dei beni consiste nella conversione in denaro dei beni presenti all'interno della massa ereditaria (come residuante all'esito dei prelevamenti ex art. 725), da effettuarsi con riferimento allo stato dei beni medesimi e al loro valore venale al tempo della divisione (Cass. n. 2975/1991), (Cass. n. 5993/2020 ), a prescindere dal valore che gli stessi avessero al momento dell'apertura della successione, che può avere invece rilievo ai diversi fini della riunione fittizia ovvero della collazione. Nella stima occorre, inoltre, tenere conto di ogni elemento incidente sul valore di mercato dei beni, ivi compreso l'incremento di esso per effetto di una procedura espropriativa per pubblica utilità in corso anche ove manchi ancora il definitivo provvedimento ablatorio (Cass. n. 55/1998). Peraltro, potendo intercorrere un ampio lasso temporale tra la proposizione della domanda di divisione e la conclusione del giudizio divisorio, ove durante la stima o successivamente ad essa e prima della definizione del processo si siano verificati consistenti mutamenti di valore dei beni oggetto di divisione, occorrerà procedere ad una nuova stima e ad una nuova formazione delle porzioni attualizzata al tempo della decisione (Cass. n. 9297/2005; Cass. n. 7961/2003).

In caso di divisione della comunione insorta tra l'erede istituito ed il legittimario per effetto dell'esercizio vittorioso dell'azione di riduzione da parte di quest'ultimo, la stima dei beni in vista delle operazioni divisionali deve essere aggiornata alla luce del mutato valore dei beni tra la data di apertura della successione e quella di effettivo scioglimento della comunione (Cass. n. 31125/2023).

Bibliografia

Bonilini, Divisione, in Dig. Civ., Torino, 1990, 487 e ss.; Mora, Il contratto di divisione, Milano, 1994, 1 e ss.; Mora, La divisione. Effetti, garanzie e impugnative, Milano, 2014, 1 e ss.; Pischetola, La divisione contrattuale. Profili civilistici e fiscali, Roma, 1 ss.

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