Codice Civile art. 751 - Collazione del danaro.

Giusi Ianni

Collazione del danaro.

[I]. La collazione del danaro donato si fa prendendo una minore quantità del danaro che si trova nell'eredità, secondo il valore legale della specie donata o di quella ad essa legalmente sostituita all'epoca dell'aperta successione [456, 1277 ss.].

[II]. Quando tale danaro non basta e il donatario non vuole conferire altro danaro o titoli dello Stato, sono prelevati mobili o immobili ereditari, in proporzione delle rispettive quote [725].

Inquadramento

La norma stabilisce le modalità di collazione qualora la donazione fatta dal de cuius abbia avuto ad oggetto somme di denaro.

La collazione del denaro

La collazione del denaro si fa per imputazione, decurtandosi dalla porzione del donatario la corrispondente quantità del danaro ricevuto, secondo il valore legale della specie donata o di quella ad essa legalmente sostituita all'epoca dell'aperta successione.

L'imputazione, in altri termini, si realizza attraverso un minor prelievo rispetto a quanto altrimenti sarebbe spettato «pro quota» al donatario sull'intero asse (Cass. n. 18054/2004), con corrispondente maggio prelievo del denaro da parte dei coeredi non donatari, in proporzione alle rispettive quote. Ove il denaro presente nell'asse ereditario non sia sufficiente a tale operazione, il donatario può conferire, per il residuo, altro danaro o titoli dello Stato (sempre con valutazione parametrata al tempo di apertura della successione), altrimenti i coeredi non donatari potranno prelevare una maggiore quantità di beni mobili o immobili ereditari, sempre in proporzione alle rispettive quote. La collazione reale ha, comunque, carattere eccezionale, potendo avvenire solo in via residuale rispetto alle altre modalità indicate dall'art. 751 (Cass. n. 836/1973). Qualora il de cuius abbia fatto donazioni in denaro in favore di più eredi, va effettuata la collazione ereditaria delle somme rispettivamente ricevute, senza che possa operarsi tra gli stessi una sorta di compensazione, dovendosi evitare disparità di trattamento tra tutti i coeredi (Cass. n. 24866/2006).

Di recente si è chiarito che la collazione del denaro ricevuto in donazione dal de cuius soggiace al principio nominalistico, con esclusione di qualsiasi rivalutazione, senza che, quindi, possa tenersi conto del mutato potere d'acquisto della moneta rispetto al tempo di apertura della successione (Cass. n. 26486/2019. Contra: Cass. n. 596/1989).

La legittimità costituzionale della disciplina

La Corte cost. n. 107/1981, ha giudicato non fondata — in riferimento agli artt. 3 e 42, comma 2 Cost. — la questione di legittimità costituzionale degli artt. 747, 750 e 751, sollevata sotto il profilo che la disciplina della collazione del danaro, riferendosi nel quantum al valore legale della specie donata, comporterebbe un trattamento arbitrariamente differenziato fra coeredi donatari soggetti a collazione, secondo che essi siano donatori di beni immobili, di beni mobili o di somme di danaro. La tesi della irrazionalità, infatti, secondo il giudice delle leggi muoveva da un presupposto del tutto estraneo all'istituto della collazione; dal presupposto, cioè, che chi abbia ricevuto una somma di danaro «senza vincoli di imponibilità» l'avesse investita nell'acquisto di beni o, quanto meno, che costui dovesse essere comunque trattato come se a tale acquisto fosse avvenuto. Tale presupposto veniva ritenuto errato in quanto non può configurarsi a carico del beneficiario di una attribuzione in danaro né l'obbligo né l'onere di impiegarla in acquisti. Con successiva sentenza (Corte cost. n. 35/1982) veniva ritenuta ancora manifestamente infondata — in riferimento agli artt. 3 e 42 Cost. — la questione di legittimità costituzionale dell'art. 751, nella parte in cui prevede che all'apertura della successione il coerede donatario di somme di danaro conferisca una somma nominalmente uguale a quella ricevuta, non essendo stati addotti dal remittente argomenti nuovi ritenuti idonei a variare la precedente decisione.

Bibliografia

Albanese, Della collazione. Del pagamento dei debiti, Milano, 2009, 1 ss.; Andreoli, Contributo alla teoria della collazione delle donazioni, Milano, 1942, 152; Carnevali, Collazione, in Dig. Civ., Torino, 1988, 472 ss.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario