Codice Civile art. 754 - Pagamento dei debiti e rivalsa.Pagamento dei debiti e rivalsa. [I]. Gli eredi sono tenuti verso i creditori al pagamento dei debiti e pesi ereditari personalmente in proporzione della loro quota ereditaria [1295, 1315, 1316, 1318] e ipotecariamente per l'intero [2809 2]. Il coerede che ha pagato oltre la parte a lui incombente può ripetere dagli altri coeredi [1299] soltanto la parte per cui essi devono contribuire a norma dell'articolo 752, quantunque si sia fatto surrogare nei diritti dei creditori [1201 ss.]. [II]. Il coerede conserva la facoltà di chiedere il pagamento del credito a lui personale e garantito da ipoteca, non diversamente da ogni altro creditore, detratta la parte che deve sopportare come coerede [752]. InquadramentoLa norma regola il rapporto tra i coeredi e i creditori dell'eredità, derogando alla generale regola della solidarietà passiva di cui all'art. 1294. Nell'ambito, invece, dei rapporti interni tra gli eredi la disciplina applicabile per il pagamento dei debiti e dei pesi ereditari è quella di cui all'art. 752. Anche la disciplina di cui all'art. 754, così come quella di cui all'art. 752, è considerata derogabile, anche tacitamente, dagli eredi (Cass. n. 24792/2008). Gli obblighi dei coeredi verso i creditori dell'ereditàIn forza di quanto stabilito dall'art. 754, ciascun coerede è tenuto verso i creditori dell'eredità al pagamento dei debiti e dei pesi ereditari in proporzione alla quota ereditaria a lui spettante, salvo che si tratti di credito garantito da ipoteca, perché in questo caso il coerede assegnatario del bene gravato in sede di divisione può essere chiamato a rispondere per l'intero, salva rivalsa nei confronti degli altri coeredi (ciò si giustifica in ragione dell'indivisibilità dell'ipoteca — come sancita dall'art. 2809 — che legittima la deroga alla regola della responsabilità pro-quota dei coeredi nei confronti dei creditori ereditari). I creditori, quindi, salvo il caso del credito ipotecario, possono agire per il recupero del credito nei confronti dei singoli coeredi non per l'intero, ma solo per la parte corrispondente alla loro quota. Analogamente, il singolo erede non può essere condannato in solido con gli altri coeredi al pagamento del debito ereditario, rispondendone solo per la propria quota (Cass. n. 23795/2016). In caso di azione giudiziaria, tuttavia, il coerede convenuto per il pagamento di un debito ereditario ha l'onere di indicare al creditore la sua condizione di coobbligato passivo entro i limiti della propria quota nei termini fissati per la proposizione di eccezioni in senso proprio, altrimenti, in mancanza, il creditore potrà comunque chiedere legittimamente il pagamento per l'intero (Cass. n. 6432/2015; Cass. n. 17122/2020; Cass. n. 3391/2023). Ove, poi, il coerede paghi oltre la parte a lui incombente potrà ripetere dagli altri coeredi soltanto la parte per cui essi devono contribuire a norma dell'art. 752, anche qualora si sia fatto surrogare nei diritti dei creditori ai sensi degli artt. 1201 ss. La giurisprudenza di legittimità ha chiarito che nel campo di applicazione della norma in commento non rientra il caso del coerede che vanti un credito nei confronti del de cuius; né a tale credito consegue un diritto al prelevamento, ai sensi dell'art. 725, riguardando piuttosto, quest'ultima norma, in combinato con l'art. 724, comma 2, la definizione dei rapporti obbligatori tra coeredi in dipendenza della situazione di comunione. Nondimeno, il medesimo credito del coerede verso il de cuius, e quindi verso la massa, può essere fatto valere, per ragioni di economia processuale, nello stesso giudizio di scioglimento della comunione ereditaria mediante imputazione alle quote degli altri coeredi, trattandosi di rapporto obbligatorio avente comunque la sua collocazione e la sua tutela nell'ambito della vicenda successoria, la quale ha dato luogo alla comunione ereditaria (Cass. n. 14629/2012). In forza degli artt. 752 e ss c.c. e per espressa previsione dell'art. 65, comma 1, d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, l'erede risponde in solido col dante delle obbligazioni tributarie il cui presupposto si è verificato anteriormente alla morte di quest'ultimo (Cass. n. 1640/2024). BibliografiaAlbanese, Della collazione. Del pagamento dei debiti, Milano, 2009, 1 ss. |