Codice Civile art. 768 septies - Scioglimento (1).

Giusi Ianni

Scioglimento (1).

[I]. Il contratto può essere sciolto o modificato dalle medesime persone che hanno concluso il patto di famiglia nei modi seguenti:

1) mediante diverso contratto, con le medesime caratteristiche e i medesimi presupposti di cui al presente capo;

2) mediante recesso, se espressamente previsto nel contratto stesso e, necessariamente, attraverso dichiarazione agli altri contraenti certificata da un notaio.

(1) L'art. 2 l. 14 febbraio 2006, n. 55, in tema di patto di famiglia, ha inserito il Capo V-bis e, di conseguenza, questo articolo.

Inquadramento

La norma in commento prevede due distinte ipotesi di scioglimento del patto di famiglia, vale a dire il mutuo dissenso di tutti coloro che l'hanno sottoscritto e il recesso convenzionale da parte di taluno dei contraenti. Alle stesse forme dello scioglimento può avvenire anche la modifica successiva del patto.

Lo scioglimento del patto di famiglia

Il mutuo dissenso può avere efficacia risolutiva solo se espresso con un diverso e successivo contratto, a cui devono partecipare i medesimi soggetti che abbiano sottoscritto il patto da sciogliere e che deve rivestire anch'esso la forma dell'atto pubblico. Qualora nelle more si sia verificata la morte di uno degli stipulanti, per la validità dell'accordo risolutivo sarà richiesta la partecipazione degli eredi, mentre qualora, sempre nelle more, taluno dei partecipanti abbia perduto la qualità di legittimario (ad esempio, in caso di divorzio del disponente successivo alla stipula, che fa perdere al coniuge i diritti successori), si ritiene comunque necessaria la sua partecipazione all'accordo risolutivo, data la regola generale della necessaria coincidenza dei soggetti tra il contratto da risolvere ed il negozio destinato ad eliminarne gli effetti. Controverso è se lo scioglimento per mutuo dissenso faccia venire meno gli effetti del contratto con efficacia ex tunc o ex nunc. Con riferimento alla disciplina di cui all'art. 1372 (che prevede il mutuo dissenso come causa generale di scioglimento del contratto) la giurisprudenza di legittimità esclude l'effetto retroattivo, in mancanza di diversa previsione normativa (come è, per esempio, per la risoluzione per inadempimento, ai sensi dell'art. 1458, comma 1) e sempre salva la diversa pattuizione dei contraenti. Il patto di famiglia può sciogliersi, poi, per recesso unilaterale di uno dei contraenti, ma solo ove tale facoltà sia stata espressamente prevista nel contratto e solo ove la dichiarazione di recesso sia portata a conoscenza degli altri contraenti e certificata da un notaio. Tale ipotesi appare coerente con la disciplina generale di cui all'art. 1373, che richiede l'espressa attribuzione, nel contratto, della relativa facoltà, per l'efficacia del recesso. L'espressa previsione contenuta nell'art. 768-septies, tuttavia, conserva comunque una sua rilevanza, posto che il citato art. 1373 subordina l'esercizio della facoltà di recesso dal contratto alla condizione che quest'ultimo non abbia avuto un «principio d'esecuzione», condizione che non è, invece, prevista dalla disposizione in commento.

Anche il recesso unilaterale, secondo la giurisprudenza di legittimità, importa la risoluzione del rapporto negoziale con effetto ex nunc (Cass. n. 1098/1962).

La modifica del patto di famiglia

L'art. 768-septies equipara all'ipotesi della risoluzione consensuale quella della modifica del patto di famiglia, successivamente alla sua stipula. Anche il patto modificativo, quindi, richiederà la partecipazione di tutti gli aderenti al primo contratto (o, in loro mancanza, degli eredi del contraente deceduto) e dovrà rivestire la forma solenne dell'atto pubblico.

Bibliografia

Oberto, Il patto di famiglia, Padova, 2006, 1 e ss.; Delle Monache, Spunti ricostruttivi e qualche spigolatura in tema di patti di famiglia, in Riv. not. 2006; La Porta, Il patto di famiglia, Torino, 2007, 1 e ss.; Tassinari, Il patto di famiglia per l'impresa e la tutela dei legittimari, in Giur. comm. 2006, 816; Tomaselli, Il patto di famiglia. Quale strumento per la gestione del rapporto famiglia-impresa, Milano, 2006.

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