Codice Civile art. 776 - Donazione fatta dall'inabilitato.

Giusi Ianni

Donazione fatta dall'inabilitato.

[I]. La donazione fatta dall'inabilitato [415], anche se anteriore alla sentenza d'inabilitazione [421] o alla nomina del curatore provvisorio [419], può essere annullata se fatta dopo che è stato promosso il giudizio d'inabilitazione [427 2; 712 ss. c.p.c.].

[II]. Il curatore dell'inabilitato per prodigalità [415 2] può chiedere l'annullamento della donazione, anche se fatta nei sei mesi anteriori all'inizio del giudizio d'inabilitazione.

Inquadramento

Ai sensi dell'art. 415 possono essere inabilitati il maggiore di età infermo di mente, lo stato del quale non sia talmente grave da giustificare una pronuncia di interdizione; coloro che, per prodigalità o abuso abituale di bevande alcooliche o sostanze stupefacenti, espongano sé e i propri familiari a gravi pregiudizi economici; il sordo e il cieco dalla nascita o dalla prima infanzia che non abbiano ricevuto un'educazione sufficiente ai fini della cura dei propri interessi (sempre che anche in questo caso non sia necessaria una pronuncia di interdizione). Gli effetti dell'inabilitazione, ai sensi dell'art. 421, decorrono dalla pubblicazione della sentenza che la pronuncia. L'art. 776, tuttavia, prevede eccezionalmente un effetto retroattivo della sentenza di inabilitazione, sancendo l'annullabilità della donazione fatta dall'inabilitato dopo la proposizione della domanda di inabilitazione, anche se antecedentemente all'emissione della sentenza conclusiva del giudizio o alla nomina di un curatore provvisorio nell'ambito del giudizio di inabilitazione.

La donazione fatta dall'inabilitato

La norma in commento detta una disciplina peculiare per il contratto di donazione sottoscritto dall'inabilitato, sancendone l'annullabilità, in presenza di un giudizio di inabilitazione, anche prima della nomina di un curatore provvisorio o dell'emissione della sentenza di inabilitazione, quando, quindi, il donante versava in uno stato di piena capacità di agire. Trattasi di norma che deroga tanto alla regola del generale effetto non retroattivo della sentenza di inabilitazione (art. 421), quanto alla disciplina dettata dall'art. 427 per gli altri contratti stipulati dall'inabilitato senza l'assistenza del curatore, annullabili solo se intervenuti dopo la sentenza di inabilitazione o la nomina di un curatore provvisorio, qualora in tale ultima ipotesi sia seguita sentenza di accoglimento della domanda di inabilitazione.

Peraltro, anche con riferimento alla speciale disciplina di cui all'art. 776 la giurisprudenza di legittimità ha precisato che essa trova applicazione solo qualora alla proposizione della domanda segua la pronuncia di inabilitazione, poiché solo in tal caso può comprendersi la ratio della norma, che mira a tutelare con particolare rigore la posizione del soggetto nei cui confronti sia stata giudizialmente accertata la parziale incapacità a curare i propri interessi (Cass. n. 10605/1990). Si esclude, inoltre, che la disciplina in commento possa trovare applicazione per il diverso caso del donante successivamente interdetto, il cui atto dispositivo, pertanto, se compiuto antecedentemente alla sentenza di interdizione, sarà annullabile solo in presenza di uno stato di incapacità naturale rilevante ex art. 775.

La donazione fatta dall'inabilitato per prodigalità

La ratio di tutela dell'incapace è ancora più accentuata nella disciplina dettata dal secondo comma dell'art. 776, che consente l'impugnazione della donazione, in caso di giudizio promosso per prodigalità dell'inabilitando, delle donazioni poste in essere da quest'ultimo nei sei mesi antecedenti l'instaurazione del giudizio. Ciò in quanto le donazioni poste in essere da chi, in seguito, sia dichiarato inabilitato per prodigalità, sono da considerarsi manifestazione della stessa.

Bibliografia

Azzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990, 853 ss.; Capozzi, Successioni e donazioni, Milano, 2015, 1505 ss.

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