Codice Civile art. 832 - Contenuto del diritto.

Antonio Scarpa

Contenuto del diritto.

[I]. Il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico.

Inquadramento

L'art. 832 delinea il contenuto del diritto di proprietà, sottoponendo la stessa ai limiti ed all'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico, a differenza di quanto previsto nel codice del 1865, ove al proprietario si consentiva di fare tutto ciò che non fosse vietato dalle leggi e dai regolamenti. La proprietà si evolve, pertanto, da situazione assoluta di potere in situazione connotata altresì di «limiti» ed «obblighi».

Il limite del neminem laedere

Il diritto del proprietario di utilizzare e disporre della cosa in modo pieno ed esclusivo resta soggetto al generale principio del neminem leadere, per cui è configurabile la responsabilità aquiliana del proprietario di un fondo per opere realizzate senza l'osservanza delle comuni regole di diligenza e prudenza nel caso in cui arrechino pregiudizi a terzi, ivi incluso il proprietario del fondo vicino (Cass. III, n. 4207/ 2001).

Il limite della funzione sociale

Non è configurabile nel nostro ordinamento un “diritto di accesso alla natura”, ovvero una libertà di accedere, senza recare danni alle colture esistenti, nel fondo altrui che non sia chiuso, al fine di svolgervi attività escursionistiche, ricreative o simili. L'ordinamento, piuttosto, si limita a prevedere, di volta in volta, nel codice civile ed in leggi speciali, particolari limiti alla proprietà per garantirne la funzione sociale, senza, svuotare, peraltro, di ogni contenuto la pienezza ed esclusività del diritto di proprietà (Cass. III, n. 8997/1999).

Si spiega in dottrina come la nozione costituzionale di funzione sociale «riesce a collocare il dovere nella struttura della situazione reale (che è poi la maniera di dare un senso concreto a formule legislative come quella dell'art. 832 c.c.)» (Rescigno, 254).

Lo ius aedificandi

Lo ius aedificandi trova fonte nel diritto di proprietà, del quale rappresenta una facoltà ex art. 832, sicché i diritti edificatori possono assumere autonoma rilevanza solo in quanto siano oggetto di un'apposita convenzione stipulata dal proprietario dell'area cui accedono; in assenza di tale convenzione, il trasferimento della proprietà del terreno comporta anche il trasferimento della capacità edificatoria attuale (Cass. II, n. 23130/2015).

La dottrina configura lo jus aedificandi come elemento essenziale del diritto di proprietà, pur assoggettandolo al potere pubblico di conformazione di pianificazione urbanistica (Sandulli, 1972, 473 ss.; Giannini, 475 ss.).

Bibliografia

Rescigno, Proprietà (dir. priv.), in Enc. dir., XXXVII, Milano, 1988, 254 ss.; Baldassarre, Proprietà (dir. cost.), in Enc. giur. XXV, Roma 1991; Giannini, Basi costituzionali delle proprietà privata, in Pol. dir. 1971, 475 ss.; Moscarini, Proprietà privata e tradizioni costituzionali comuni, Milano, 2006; Sandulli, Profili costituzionali della proprietà privata, in Riv. Trim. dir. proc. civ. 1972, 465 ss.; Sandulli, Nuovo regime dei suoli e Costituzione, in Riv. giur. edil. 1978, II, 80 ss.

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