Codice Civile art. 881 - Presunzione di proprietà esclusiva del muro divisorio.

Alberto Celeste

Presunzione di proprietà esclusiva del muro divisorio.

[I]. Si presume che il muro divisorio tra i campi, cortili, giardini od orti appartenga al proprietario del fondo verso il quale esiste il piovente e in ragione del piovente medesimo.

[II]. Se esistono sporti, come cornicioni, mensole e simili, o vani che si addentrano oltre la metà della grossezza del muro, e gli uni e gli altri risultano costruiti col muro stesso, si presume che questo spetti al proprietario dalla cui parte gli sporti o i vani si presentano, anche se vi sia soltanto qualcuno di tali segni.

[III]. Se uno o più di essi sono da una parte, e uno o più dalla parte opposta, il muro è reputato comune: in ogni caso la positura del piovente prevale su tutti gli altri indizi.

Inquadramento

La presunzione di comunione contemplata nell'art. 880 trova un'espressa ipotesi derogatoria nella norma in commento, laddove invece si presume che il muro divisorio tra i campi, cortili, giardini od orti appartenga al proprietario esclusivo del fondo verso il quale esiste il piovente ed in ragione del piovente medesimo. Qualora esistano sporti, come cornicioni, mensole e simili, o vani che si addentrano oltre la metà della grossezza del muro, e gli uni e gli altri risultino costruiti con il muro stesso, si presume che questo spetti al proprietario dalla cui parte gli sporti o i vani si presentano, anche se vi sia soltanto qualcuno di tali segni; se, però, uno o più di essi sono da una parte, ed uno o più dalla parte opposta, il muro è reputato comune, salvo in ogni caso la positura del piovente prevale su tutti gli altri indizi.

Ambito di applicabilità della presunzione

La norma in commento ha avuto scarsa applicazione pratica, laddove la giurisprudenza si è occupata, solo in rari casi, di delineare compiutamente l'àmbito di applicazione della suddetta presunzione esclusiva.

In quest'ottica, si è puntualizzato che la presunzione derivante dall'art. 881, commi 1 e 2, per la quale il muro divisorio tra campi, cortili, giardini ed orti si presume che appartenga esclusivamente al proprietario del fondo verso il quale insistono i segni sul muro che sono dalle medesime norme considerati, si applica solo alle entità prediali omogenee (Cass. II, n. 5258/2006).

Analizzando una fattispecie particolare, si è statuito che, per determinare la proprietà del muro divisorio, ai sensi dell'art. 881, su tutti gli altri indizi prevale la positura del piovente, anche nel caso di doppio piovente, sicché il confinante che realizzi un piovente sul muro divisorio comune deve spezzare l'ultima fila di tegole, rivolgendone metà verso il fondo altrui (Cass. II, n. 23282/2014).

Ad ogni buon conto, la presunzione di proprietà esclusiva statuita dalla presente norma è autonoma rispetto a quella di comunione fissata dall'art. 880; come la comunione presunta del muro può essere vinta con qualunque segno contrario, senza che si abbia bisogno dei segni previsti dalla norma de qua, allo stesso modo, se questi esistono, non solo vincono la presunzione di comunione, ma stabiliscono una presunzione di proprietà esclusiva, imponendo, a chi afferma l'esistenza della comunione, l'onere della prova relativa (Albano, in Tr. Res., 1982, 586).

Bibliografia

Alvino, Costruzione su fondi non contigui ed osservanza delle distanze, in Giust. civ., 1983, I, 156; Benedetti, Distanze legali tra costruzioni: il punto sull'applicazione dell'art. 873 c.c., in Riv. giur. edil. 1999, I, 456; De Cupis, Sulla distanza legale tra costruzioni, in Giust. civ. 1982, II, 431; De Giovanni, Rapporti di vicinato, Milano, 2013; Del Bene, Distanze tra costruzioni, in Enc. giur., XI, Roma, 1996; Fusaro, Le distanze nelle costruzioni, in Nuova giur. civ. 1986, II, 165; Galletto, Distanze fra costruzioni, in Dig. civ., VI, Torino, 1990; Terzago G. - Terzago P., I rapporti di buon vicinato, Milano, 1996.

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