Codice Civile art. 886 - Costruzione del muro di cinta.Costruzione del muro di cinta. [I]. Ciascuno può costringere il vicino a contribuire per metà nella spesa di costruzione dei muri di cinta che separano le rispettive case, i cortili e i giardini posti negli abitati. L'altezza di essi, se non è diversamente determinata dai regolamenti locali o dalla convenzione, deve essere di tre metri [888]. InquadramentoRiguardo al muro di cinta, la norma in commento prevede che ciascuno possa costringere il vicino a contribuire per metà nella spesa di costruzione dei muri di cinta che separano le rispettive case, i cortili e i giardini posti negli abitati, stabilendo che l'altezza di essi, se non è diversamente determinata dai regolamenti locali o dalla convenzione, debba essere di tre metri. Trattasi di norma per sua natura eccezionale e, pertanto, insuscettibile di applicazione analogica ad altre diverse ipotesi, come quella in cui si tratti di recinzione realizzata con rete metallica. Rimane fermo che il muro di cinta, che, a norma dell'art. 878, non va considerato ai fini del computo delle distanze legali, è solo quello, isolato (ossia con le facce emergenti dal suolo separate da ogni altra costruzione) e destinato alla demarcazione della linea di confine ed alla separazione e chiusura della proprietà, che presenti un'altezza non superiore ai tre metri, dovendosi negare l'applicabilità della citata norma ai muri di cinta con altezza maggiore, considerati dall'art. 886 solo per regolare e delimitare l'obbligo di contribuzione del vicino alla costruzione del muro medesimo. L'altezza del muro di cintaSull'obbligo di contribuzione nulla quaestio, mentre opportuni interventi dei giudici di legittimità si registrano in ordine all'altezza imposta per il muro di cinta. In proposito, si è specificato (Cass. II, n. 9375/1992) che l'altezza di tre metri per qualificare un muro come muro di cinta non è richiesta in modo rigoroso ai fini del rispetto delle distanze legali in quanto per il combinato disposto dagli artt. 878 e 886 al muro di cinta è equiparabile ogni altro muro isolato che non abbia un'altezza superiore a tre metri, mentre per quanto attiene alla contribuzione per metà nella spesa di costruzione del muro prevista dall'art. 886, l'altezza del muro di cinta è fissata ed imposta inderogabilmente dalla legge in tre metri salvo che sia disposto diversamente dai regolamenti locali o dalla convenzione privata delle parti. Per quanto riguarda l'altezza del muro, alcuni autori (De Martino, in Comm. S. B., 1976, 333) ritengono che essa va, in primo luogo, determinata dalla volontà delle parti, e, in mancanza, occorre fare riferimento ai regolamenti locali e, in assenza di questi, alla misura di tre metri indicata nell'articolo in esame, mentre altri (Albano, Muro, in Nss. D.I., X, Torino, 1964, 1027) sono, invece, dell'opinione che le disposizioni dei regolamenti locali, essendo dettate in vista dell'interesse pubblico, non potranno essere derogate dalle convenzioni dei privati. Resta inteso che il limite d'altezza per i muri di cinta di proprietà comune posto dall'art. 886 — tre metri, o altezza diversa determinata convenzionalmente o dai regolamenti locali — concerne soltanto l'obbligo di contribuzione del vicino e, pertanto, salva l'esistenza di un diritto di servitù in favore del vicino (di veduta, altius non tollendi) o di una convenzione escludente il sopralzo, il singolo comproprietario ben può innalzare detto muro oltre il limite pattuito, sopportando per intero le spese di sopraelevazione, ai sensi dell'art. 885 dello stesso codice, ed osservando la disciplina delle distanze fra costruzioni in ipotesi di sopraelevazione oltre i tre metri (Cass. II, n. 1687/1982). Si è, altresì, precisato che il proprietario di un fondo, che eriga un muro sul confine, ha diritto ad ottenere, dal proprietario del fondo contiguo, un contributo per metà nella spesa di costruzione solo se il manufatto integri i requisiti del muro di cinta ex art. 886, raggiungendo un'altezza non inferiore a tre metri e sempreché lo stesso, fino a tale livello, sia integralmente in muratura (Cass. II, n. 6174/2015). BibliografiaAlvino, Costruzione su fondi non contigui ed osservanza delle distanze, in Giust. civ., 1983, I, 156; Benedetti, Distanze legali tra costruzioni: il punto sull'applicazione dell'art. 873 c.c., in Riv. giur. edil. 1999, I, 456; De Cupis, Sulla distanza legale tra costruzioni, in Giust. civ. 1982, II, 431; De Giovanni, Rapporti di vicinato, Milano, 2013; Del Bene, Distanze tra costruzioni, in Enc. giur., XI, Roma, 1996; Fusaro, Le distanze nelle costruzioni, in Nuova giur. civ. 1986, II, 165; Galletto, Distanze fra costruzioni, in Dig. civ., VI, Torino, 1990; Terzago G. - Terzago P., I rapporti di buon vicinato, Milano, 1996. |