Codice Civile art. 941 - Alluvione.Alluvione. [I]. Le unioni di terra e gli incrementi, che si formano successivamente e impercettibilmente nei fondi posti lungo le rive dei fiumi o torrenti, appartengono al proprietario del fondo, salvo quanto è disposto dalle leggi speciali. InquadramentoA partire dalla norma in commento, il codice civile disciplina le ipotesi di accessione da immobile a immobile, in genere consistenti in incrementi fluviali, che danno luogo a figure mutuate dal diritto romano, quali, nella specie, l'alluvione, ossia l'unione di terra ed incrementi che si formano successivamente ed impercettibilmente nei fondi posti lungo le rive dei fiumi e dei torrenti (l'acquisto della proprietà avviene ipso iure). Nello specifico, l'art. 940 stabilisce che le unioni di terra e gli incrementi, che si formano successivamente e impercettibilmente nei fondi posti lungo le rive dei fiumi o torrenti, appartengono al proprietario del fondo, salvo quanto è disposto dalle leggi speciali. La fattispecie — che viene talvolta ricondotta ad ipotesi di accessione orizzontale — si differenzia dall'ipotesi dell'avulsione, in cui al fondo accede una parte di altro fondo, che si è staccata improvvisamente a monte, in quanto qui, invece, gli incrementi, determinati da cause naturali (art. 947), si aggiungono gradualmente ed impercettibilmente, anche se, nel corso del tempo, possono causare una sensibile estensione della superficie del fondo. In proposito, la dottrina evidenzia l'efficienza della soluzione codicistica in entrambe le fattispecie alla luce dei costi impraticabili di una tutela ripristinatoria (Mattei, La proprietà immobiliare, Torino, 1993, 107). Al riguardo, è intervenuta un'interessante precisazione del massimo organo di nomofilachia (Cass. S.U., n. 4013/2016), secondo il quale, per l'acquisto a titolo originario dei proprietari latistanti alle rive di un corso d'acqua, sia ai sensi dell'art. 941 (alluvione “propria”, consistente nell'incremento dei fondi posti lungo le rive dei fiumi con particelle di terra staccate da altri fondi lentamente e impercettibilmente dalla forza naturale dell'acqua), sia ai sensi dell'art. 942 (alluvione “impropria”, consistente nell'abbandono lento da parte del fiume di una parte del terreno facente parte dell'alveo, con ritiro da una riva e incremento dell'altra), nella formulazione anteriore alla l. n. 37/1994, l'incremento di superficie della proprietà rivierasca è escluso se costituisce effetto, ancorché lento, di attività antropica, in quanto, pur se a causa del tempo trascorso sia cessata la funzione pubblica di protezione delle aree golenali e di supporto e contenimento del fiume (ma non il rischio di aumento della velocità dell'acqua e d'impoverimento delle falde acquifere), è rimesso al titolare del demanio idrico il potere di disporre la sdemanializzazione del terreno già appartenente all'alveo per acquisirlo al patrimonio disponibile. Effetti dell'alluvioneIl proprietario del fondo ceduto in locazione ad un terzo estende il suo possesso anche alla superficie che via via si aggiunge al (suo) fondo per effetto di alluvione, con la conseguenza che il conduttore, il quale estende alla superficie che progressivamente si aggiunge per effetto della alluvione solo il possesso materiale di cui gode per effetto del rapporto di locazione, non può iniziare a possedere, animo domini, tale superficie senza un atto che manifesti inequivocamente al possessore il mutamento dell'animus (interversione del possesso) neppure se, nonostante l'incremento, sia rimasto invariato il canone locativo, dato che tale situazione di fatto non può in alcun modo tradursi in un atto di opposizione del detentore contro il possessore (Cass. II, n. 1658/1996). Effetti dell'inondazioneIl fenomeno dell'inondazione, per i suoi connotati caratterizzanti di temporaneità e transitorietà, non importa un definitivo mutamento della condizione dei luoghi e non esercita, quindi, alcuna incidenza effettuale sulla natura giuridica dei terreni inondati, lasciando inalterata la situazione giuridica di vantaggio, direttamente protetta, dei titolari di essi; dall'allagamento consegue soltanto una compressione temporanea del diritto dominicale, il quale rimanendo, durante tale evento naturale, immutato nella sua essenza, anche se limitato nella sua sfera di operatività, per la contingente privazione dell'esercizio di talune facoltà, torna ad espandersi, in tutta la pienezza della sua area di incidenza, a seguito del ripristino della situazione anteriore all'allagamento (Cass. II, n. 2640/1969). BibliografiaAlpa, Accessione, in Dig. civ., I, Torino, 1987; Cimmino, Accessione e costruzione sul suolo comune, in Not. 2011, 634; Dell'Aquila, L'acquisto della proprietà per accessione, unione, commistione e specificazione, Milano, 1979; Dinacci, Accessione, in Enc. dir., I, Milano 2007; Messinetti, I fenomeni acquisitivi da eventi materiali (art. 934-940 c.c.), Padova, 2004; Musolino, L'accessione di opere fatte da un terzo con materiali propri: la nozione di terzo, in Riv. not. 2001, 1426; Paradiso, L'accessione al suolo - art. 934-938, Milano, 1994; Salaris, Accessione, in Enc. giur., I, Roma 1997; Santersiere, Accessione e rimozione di opera illegittima su fondo altrui, in Nuovo dir. 1999, 265; Terzago, La buona fede nell'accessione invertita, in Immob. & diritto 2005, n. 9, 94. |