Codice Civile art. 951 - Azione per apposizione di termini.

Alberto Celeste

Azione per apposizione di termini.

[I]. Se i termini tra fondi contigui mancano o sono diventati irriconoscibili, ciascuno dei proprietari ha diritto di chiedere che essi siano apposti o ristabiliti a spese comuni [8 n. 2 c.p.c.; 631 c.p.].

Inquadramento

Chiude il capo IV dedicato alle azioni a difesa della proprietà — dette anche petitorie per distinguerle da quelle possessorie, perché appunto volte alla tutela del possesso — l'art. 951, che disciplina l'azione di regolamento di confini, la quale, a differenza della precedente azione di regolamento di confini, presuppone la certezza dei confini e serve soltanto a far apporre o a ristabilire i segni lapidei, simboli del confine tra due fondi, che mancano o sono diventati irriconoscibili. Nello specifico, la norma de qua — le cui controversie sono attualmente devolute alla competenza esclusiva del giudice di pace — stabilisce che, se i termini tra fondi contigui mancano o sono diventati irriconoscibili, ciascuno dei proprietari ha diritto di chiedere che essi siano apposti o ristabiliti a spese comuni. Pertanto, presupposto dell'azione è che il confine sia certo — non sussista, quindi, quell'incertezza oggettiva o soggettiva, che caratterizza la diversa azione di regolamento di confini — e si tratti solo di renderlo palese, apponendovi segni materiali di identificazione, appunto i termini. Da ciò ne consegue che l'azione de qua non comporta un contenzioso tra le parti e le spese necessarie saranno ripartite a metà. Nulla esclude che l'azione di apposizione di termini può essere invocata, quale pretesa accessoria e consequenziale, in un giudizio promosso per il regolamento di confini.

Carattere personale dell'azione

I giuridici di legittimità hanno ben individuato le caratteristiche di tale azione rispetto alle altre azioni petitorie disciplinate nel capo IV.

In quest'ordine di concetto, si è affermato che il carattere personale dell'azione per apposizione di termini, distinta da quella reale di regolamento di confini, non osta a che la prima possa essere esplicitamente o implicitamente inserita nella controversia promossa con la seconda, quale pretesa accessoria e consequenziale in una situazione in cui non solo manchi un confine certo e determinato ma difettino anche segni esteriori del confine stesso (Cass. II, n. 16970/2005).

Differenze dall'azione di regolamento di confini

L'attenzione della giurisprudenza si è rivolta soprattutto nel differenziare l'azione de qua rispetto a quello di regolamento di confini.

Invero, la differenza tra azione per apposizione di termini e quella di regolamento di confini risiede nel fatto che mentre nella prima il confine tra i due fondi è certo ed incontestato e si vuole soltanto apporvi, perché mancanti o divenuti irriconoscibili, i segni di delimitazione, al fine di evitare possibili sconfinamenti o usurpazioni, nella seconda, invece, pur prescindendosi da ogni contestazione circa il diritto di proprietà risultante dai titoli, vi è incertezza in ordine alla linea di demarcazione tra fondi limitrofi, il cui accertamento viene rimesso al giudice (Cass. II, n. 2461/1990).

L'azione per l'apposizione di termini, di natura personale e presupponente che il confine tra i due fondi sia certo e pacifico, resta modificata in quella reale di regolamento dei confini, per implicito contenuta nella richiesta di apposizione di termini, ove, in relazione alle eccezioni sollevate dal convenuto, insorga tra le parti contrasto sulla linea di confine lungo la quale i termini debbano essere apposti (Cass. II, n. 9512/2014; Cass. II, n. 6107/1985; Cass. II, n. 5797/1983).

Il carattere personale dell'azione per apposizione di termini, distinta da quella reale di regolamento di confini, non osta a che la prima possa essere esplicitamente od implicitamente inserita nella controversia promossa con la seconda, quale pretesa accessoria e conseguenziale, in una situazione in cui non solo manchi un confine certo e determinato, ma difettino anche segni esteriori del confine stesso (Cass. II, n. 6573/1984). Di contro, sempre sul presupposto che l'azione reale di regolamento di confini contiene implicitamente quella personale di apposizione dei termini, quale pretesa accessoria e consequenziale, solo quando manchi un confine certo e determinato e difettino anche i segni esteriori dello stesso, al di fuori di questa ipotesi, e in assenza di esplicita domanda incorre nel vizio di ultrapetizione il giudice che abbia condannato la parte soccombente ad installare sul confine una recinzione (Cass. II, n. 25244/2013).

Inefficacia della sentenza nei confronti del successore a titolo particolare

L'azione per apposizione di termini ha carattere personale, presupponendo che il confine certo e determinato (ab initio o per intervenuta sentenza di regolamento di confini) e tendendo solo a renderlo visibile e riconoscibile, attraverso l'esecuzione di una prestazione consistente nell'obbligo, posto dall'art. 951, a carico del proprietario del fondo contiguo, di apporre o ristabilire a spese comuni con il richiedente i segni indicativi dei termini tra i due immobili; ne consegue che la pronuncia su tale azione è priva di efficacia nei confronti del successore a titolo particolare della parte, che sia ad essa subentrato dopo la definizione del giudizio (Cass. II, n. 5597/1981).

Indicazione nella sentenza delle parti condannate ad apporre i termini

Nel procedimento per apposizione di termini, la sentenza di condanna, che lo conclude, non può indicare, nel dispositivo, le parti obbligate in quanto queste possono trovarsi nella medesima posizione processuale, e così entrambe destinatarie della condanna ad apporre i termini e legittimate a chiederne l'esecuzione; conseguentemente, lo stesso obbligo, ancorché non espressamente sancito da tale sentenza a carico dell'una o dell'altra parte, deve ritenersi imposto a ciascuna di esse, così che, per converso, ciascuna parte è legittimata a domandarne l'esecuzione fissata (Cass. III, n. 4794/1979).

Disciplina delle spese

Per completezza, si è chiarito che l'art. 951, nel disporre che ciascuno dei proprietari confinanti ha diritto di chiedere che i termini siano apposti “a spese comuni”, si riferisce all'apposizione materiale dei segni di confine e non riguarda, pertanto, la disciplina delle spese giudiziali inerenti alla causa instaurata ai sensi della stessa norma (Cass. II, n. 6107/1985).

Bibliografia

Argiroffi, Delle azioni a difesa della proprietà - Art. 948-951, Milano, 2011; Bregante, Le azioni a tutela della proprietà e degli altri diritti reali, Torino, 2006; Celeste, Le azioni a difesa della proprietà - Tecniche di tutela - Singole domande - Profili processuali, Milano, 2010; Costanza, Azione di revindica e onere della prova, in Giust. civ. 2010, I, 123; De Tilla, Sulla natura dell'azione negatoria servitutis, in Riv. giur. edil. 2005, I, 1471; Ferreri, Questioni attuali in tema di azioni a difesa della proprietà, in Riv. dir. civ. 2004, II, 809; Gambaro, Apposizione di termini e regolamento di confini (azione per), in Enc. giur., II, Roma, 1988; Maganzani, Rivendica e regolamento di confini: una distinzione problematica, in Riv. dir. civ. 2009, II, 475; Musolino, L'azione di regolamento di confini, in Riv. not. 2008, 1070; Troiano, Proprietà (azioni a tutela della), in Enc. dir., XII, Milano, 2007.

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