Codice Civile art. 989 - Boschi, filari e alberi sparsi di alto fusto.

Alberto Celeste

Boschi, filari e alberi sparsi di alto fusto.

[I]. Se nell'usufrutto sono compresi boschi o filari cedui ovvero boschi o filari di alto fusto destinati alla produzione di legna, l'usufruttuario può procedere ai tagli ordinari, curando il mantenimento dell'originaria consistenza dei boschi o dei filari e provvedendo, se occorre, alla loro ricostituzione.

[II]. Circa il modo, l'estensione, l'ordine e l'epoca dei tagli, l'usufruttuario è tenuto a uniformarsi, oltre che alle leggi e ai regolamenti forestali, alla pratica costante della regione.

[III]. Le stesse regole si applicano agli alberi di alto fusto sparsi per la campagna, destinati ad essere tagliati.

Inquadramento

La norma in commento contempla la situazione in cui, nell'usufrutto, siano compresi boschi o filari cedui oppure boschi o filari di alto fusto destinati alla produzione di legna, stabilendo che l'usufruttuario possa procedere ai tagli ordinari, curando il mantenimento dell'originaria consistenza dei boschi o dei filari e provvedendo, se occorre, alla loro ricostituzione. Si precisa che, circa il modo, l'estensione, l'ordine e l'epoca dei tagli, l'usufruttuario è tenuto a uniformarsi, oltre che alle leggi e ai regolamenti forestali, alla pratica costante della regione.

Dunque, con riferimento alla modalità dei tagli, l'usufruttuario deve uniformarsi anche alla pratica costante della regione: tale concetto si riferisce alle pratiche in uso in località limitrofe, aventi le medesime caratteristiche di coltura.

In dottrina (De Martino, in Comm. S.B. 1978, 229), si ritiene che l'usufruttuario che esegua tagli in epoche anticipate rispetto a quelle normali, pur acquistando la proprietà del legname, sia tenuto a risarcire il proprietario del danno consistente nella diminuita capacità riproduttiva del bosco, nonché di quello conseguente al maggior tempo di attesa per procedere ad un nuovo taglio. L'usufruttuario che proceda al taglio di boschi non destinati alla produzione del legno, alterandone la sostanza, è tenuto, oltre che al risarcimento del danno, anche alla restituzione al proprietario delle piante abbattute o del loro valore. Egli è, inoltre, esposto alla cessazione del diritto di usufrutto per abuso.

La norma de qua aggiunge, infine, che le stesse regole si applicano agli alberi di alto fusto sparsi per la campagna, destinati ad essere tagliati. Pertanto, ai sensi dell'art. 989, assume la natura di frutto e, come tale, viene acquistato dall'usufruttuario, il legname che proviene da tagli ordinari di alberi destinati alla produzione della legna, mentre, quando si tratti di alberi abbattuti, questi spettano al proprietario, in quanto rientranti nel capitale.

Tagli consentiti

Secondo la giurisprudenza, al fine di stabilire se il godimento dell'usufruttuario si estenda al taglio delle piante di un bosco di alto fusto, l'elemento necessario e decisivo consiste nella pregressa destinazione del bosco, da parte del proprietario, alla produzione e alla percezione di un reddito in legname, mercé regolari tagli periodici; solo in tal caso — ma non quando il proprietario abbia in precedenza eseguito qualche taglio per una ragione diversa da quella di procurarsi periodicamente un reddito in legna — l'usufruttuario può procedere ai tagli ordinari, uniformandosi circa il modo, l'estensione, l'ordine e l'epoca dei tagli, alle leggi, ai regolamenti forestali e alla pratica costante della regione; la sola destinazione che in proposito può essere decisiva è quella dell'ultimo proprietario precedente all'usufrutto, e solo quando essa sia dubbia si può ricorrere all'uso dei proprietari precedenti; comunque, in caso di contestazione, poiché la destinazione del bosco di alto fusto (a differenza del bosco ceduo) a tagli periodici per la produzione di redditi periodici non è obiettiva e presunta, l'onere della prova di tale destinazione incombe all'usufruttuario (Cass. II, n. 1897/1950).

Bosco ceduo

Per i boschi cedui la legna costituisce destinazione e, quindi, frutto naturale, mentre per i boschi di alto fusto (che esigono per la maturazione un lasso di tempo spesso eccedente la vita dell'uomo e la cui ricostituzione può avvenire soltanto mediante semina o piantagione) e per quelli (nella specie, castagneti) la cui destinazione economico-sociale è rappresentata dalla fruttificazione, la nozione di frutto relativa alla legna deve intendersi subordinata ad una destinazione specifica al taglio, ad opera della persona che, per il suo rapporto giuridico con la cosa, sia destinata a darle tale destinazione diversa da quella sua propria (Cass. II, n. 3268/1958).

Bibliografia

Caterina, Usufrutto e proprietà temporanea, in Riv. dir. civ. 1999, II, 715; De Cupis, Usufrutto, in Enc. dir., XLV, Milano, 1992; Di Bitonto, Usufrutto, in Enc. dir., XVI, Milano, 2008; Mazzon, Usufrutto, uso e abitazione, Padova, 2010; Musolino, L'usufrutto, Bologna, 2011; Plaia, Usufrutto, uso, abitazione, in Dig. civ., XIX, Torino, 1999; Ruscello, Origini ed evoluzione storica dell'usufrutto legale dei genitori, in Dir. fam. 2009, 1329.

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