Codice Civile art. 1004 - Spese a carico dell'usufruttuario.Spese a carico dell'usufruttuario. [I]. Le spese e, in genere, gli oneri relativi alla custodia, amministrazione e manutenzione ordinaria della cosa sono a carico dell'usufruttuario. [II]. Sono pure a suo carico le riparazioni straordinarie rese necessarie dall'inadempimento degli obblighi di ordinaria manutenzione [1015]. InquadramentoLa ripartizione delle spese inerenti alla produttività della cosa è correlata al principio fructus non inelliguntur nisi deductis impensis. In questa prospettiva, la norma in commento stabilisce che le spese e, in genere, gli oneri relativi alla custodia, amministrazione e manutenzione ordinaria della cosa sono a carico dell'usufruttuario, e parimenti sono a suo carico le riparazioni straordinarie rese necessarie dall'inadempimento degli obblighi di ordinaria manutenzione. Ai fini della distinzione tra gli interventi a carico dell'usufruttario e quelli a carico del nudo proprietario, si è affermato che non rileva la maggiore o minore attualità del danno da riparare, bensì il carattere ordinario o straordinario dell'opera, poiché, in considerazione della natura dei rispettivi diritti, l'usufruttuario ha l'onere di provvedere a quanto attiene alla conservazione ed al godimento della cosa, mentre sono riservate al nudo proprietario le opere che incidono sulla struttura, la sostanza e la destinazione della stessa (Cass. II, n. 22703/2015); v., di recente, Cass. II. n. 22797/2019, ad avviso della quale si può a tal fine ritenere straordinaria - stante la non tassatività dell'elencazione contenuta all'art. 1005 - quell'opera che importa la sostituzione o il ripristino di un elemento essenziale della struttura della cosa, finalizzati non già alla mera conservazione del bene, che resta a carico dell'usufruttuario, ma alla prevenzione o eliminazione di cedimenti e deterioramenti legati alla vetustà). Comunque, le disposizioni degli artt. 1004 ss., concernenti gli obblighi a carico dell'usufruttuario, regolano i rapporti interni tra questo ed il nudo proprietario, e non sono opponibili al terzo creditore (Cass. II, n. 24752/2013). Resta inteso che l'art. 1004, ponendo a carico dell'usufruttuario le spese di ordinaria amministrazione, gli conferisce anche la titolarità dell'azione di risarcimento per i danni qualora agisca ex art. 844 per l'eliminazione delle immissioni intollerabili. Dunque, la norma impone dei veri e propri obblighi a carico dell'usufruttuario, sebbene si riferisca unicamente alle spese e agli oneri gravanti su di esso; peraltro, si ritiene comunemente ammissibile la limitazione convenzionale dell'obbligo di manutenzione e custodia, qualora nell'atto costitutivo sia prevista una clausola che esoneri l'usufruttuario da tali obblighi. Prova dell'inadempimento dell'usufruttuario rispetto agli obblighi di manutenzioneAd avviso della giurisprudenza, poiché a norma dell'art. 1004 gli oneri relativi alla custodia, amministrazione e manutenzione ordinaria della cosa sono a carico dell'usufruttuario, come sono pure a suo carico le riparazioni straordinarie rese necessarie dall'inadempimento degli obblighi di ordinaria manutenzione, il nudo proprietario che pretenda dall'usufruttuario l'esecuzione di lavori nell'immobile è tenuto a provare che al momento della proposizione della domanda sussiste difetto di manutenzione ordinaria; con questa prova si esaurisce l'onere del nudo proprietario attore, e l'assunto dell'usufruttuario convenuto che il difetto di manutenzione preesista alla costituzione dell'usufrutto si risolve, in un'eccezione che, al pari di ogni altra eccezione tendente a paralizzare la domanda, necessita di apposita prova facente carico alla parte che l'ha sollevata (Cass. II, n. 847/1963). Responsabilità dell'usufruttuario per cose in custodiaLa prevalente dottrina ha rilevato che l'obbligo di custodia, a norma dell'art. 1177, è compreso sostanzialmente nell'obbligo di restituzione di cui all'art. 1104, comma 1 (Barbero, L'usufrutto e i diritti affini, Milano, 1952, 321). La custodia consiste in un'attività mirante a preservare la res dagli attacchi degli agenti naturali, dalle usurpazioni o dai danneggiamenti dei terzi, e dunque alla preservazione della cosa da ogni alterazione anormale, nel suo stato di fatto e di diritto; pertanto, l'usufruttuario è obbligato a porre in essere tutte le misure necessarie al fine di prevenire alterazioni materiali della cosa, attentati alla libera disponibilità di essa da parte dei legittimi titolari, violazioni del suo stato giuridico. L'usufruttuario è tenuto a prevenire incendi o altri danni, attività delittuose, e ad avvertire il proprietario della necessità di effettuare riparazioni straordinarie. Nel caso in cui l'usufrutto abbia ad oggetto diritti, l'obbligo di custodia si risolve in quello di impedire l'estinzione del diritto stesso per non uso o prescrizione, attraverso il suo esercizio (Pugliese, in Tr. Vas. 1972, 505). A ben vedere, alcune di queste attività sono comprese nell'obbligo di usare nel godimento della cosa la diligenza del buon padre di famiglia, altre rientrano nell'obbligo di manutenzione, ma l'obbligo di custodia, sebbene occupi una posizione intermedia tra questi due obblighi, è chiamato tuttavia a rivestire una funzione autonoma relativamente agli atti che non hanno una relazione immediata con il godimento, né implicano la sostituzione di parti della cosa, ma servono a prevenire le offese naturali, anziché rimediare ai danni già provocati. Si è aggiunto in giurisprudenza che, ai fini della responsabilità presunta per cose in custodia ai sensi all'art. 2051, l'usufruttuario, avendo il possesso della cosa, è parificato al proprietario, senza che si possa distinguere nell'ambito della cosa oggetto dell'usufrutto (nella specie, villa con parco), per sottrarsi alla responsabilità, tra un singolo bene pertinenziale non fruttifero, destinato a scopi ornamentali, come una pianta di araucaria, e il bene principale, atteso che la capacità di produrre frutti va riferita non alle singole parti, ma al bene nella sua inscindibile totalità (Cass. III, n. 12280/2004). Responsabilità dell'usufruttuario per l'omessa esecuzione delle riparazioniAd avviso della prevalente dottrina, l'effettuazione delle riparazioni ordinarie è oggetto di un vero e proprio obbligo a carico dell'usufruttuario, il quale non è tenuto solo a pagare le spese, ma incorrerà in alcune sanzioni in caso di inadempimento (De Martino, in Comm. S.B. 1978, 275). Secondo altri, si tratterebbe di un onere economico, poiché la norma de qua si limita a stabilire un criterio di ripartizione delle spese tra nudo proprietario e usufruttuario; solo quando il difetto di riparazione potrebbe determinare il perimento della cosa rendendo necessarie riparazioni straordinarie, sarebbe configurabile un obbligo a carico dell'usufruttuario (Barbero, L'usufrutto e i diritti affini, Milano, 1952, 318). 331). Altri, infine, non ritengono il compimento delle riparazioni una specifica obbligazione a carico dell'usufruttuario, bensì una delle modalità dell'esercizio del diritto volta alla conservazione del bene (Bigliazzi Geri, in Tr. C. M. 1979, 249). La giurisprudenza, dal canto suo, sul presupposto che l'usufruttuario abbia l'obbligo di provvedere alle spese ed in genere agli oneri relativi alla manutenzione ordinaria dell'immobile, ma non anche a quelli relativi ad interventi di restauro, né è tenuto a comunicare al proprietario la necessità di tali interventi, ha avuto modo di precisare (Cass. II, n. 4426/2009) che non è, pertanto, configurabile alcuna sua responsabilità per la mancata comunicazione della predetta necessità, né per aver omesso di provvedere direttamente alle riparazioni non eseguite dal proprietario, essendo prevista al riguardo dall'art. 1006 soltanto una facoltà. BibliografiaCaterina, Usufrutto e proprietà temporanea, in Riv. dir. civ. 1999, II, 715; De Cupis, Usufrutto, in Enc. dir., XLV, Milano, 1992; Di Bitonto, Usufrutto, in Enc. dir., XVI, Milano, 2008; Mazzon, Usufrutto, uso e abitazione, Padova, 2010; Musolino, L'usufrutto, Bologna, 2011; Plaia, Usufrutto, uso, abitazione, in Dig. civ., XIX, Torino, 1999; Ruscello, Origini ed evoluzione storica dell'usufrutto legale dei genitori, in Dir. fam. 2009, 1329. |